AttualitàBasilicataBlog

VICINI DI CAMPAGNA, TENTATO OMICIDIO: MELFITANO CONDANNATO A 8 ANNI DI CARCERE

L’ottobre scorso, sparò 3 colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima che è il fratello del suo testimone di nozze: a Petrilli riconosciuta parzialmente l’infermità mentale

Voleva regolare un conflitto relativo ai confini dei rispettivi fondi agricoli a colpi d’arma da fuoco e soltanto per circostanze fortuite non ha ammazzato il “rivale” che è il fratello del suo testimone di nozze nonché padrino di uno dei suoi figli: il Tribunale di Potenza ha condannato, ieri, il melfitano Donato Petrilli, classe ’63, alla pena di 8 anni di reclusione. Questo il verdetto al termine del processo celebrato con rito abbreviato condizionato alle risultanze di una perizia psichiatrica. Per i fatti verificatisi a Melfi e risalenti all’ottobre dell’anno scorso, in relazione al tentato omicidio l’accusa aveva anche originaria-mente contestato l’aggravante di aver commesso il fatto con premeditazione e per futili motivi. Il Giudice Lucio Setola ha, inoltre, disposto, nei confronti dell’imputato difeso dall’avvocato Fabio Di Ciommo, l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per 2 anni, con l’obbligo, in estrema sintesi, di essere seguito dal Servizio di Salute mentale territorialmente competente, imponendo pure il divieto di fare uso di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche. Mentre in favore della costituita parte civile, assistita dall’avvocatessa Maria Rita Di Ciommo, è stata di-sposta una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 10 mila euro, col rimando, in separato giudizio, alla quantificazione del risarcimento complessivo. Come anticipato, decisiva la perizia psichiatrica. È stata riconosciuta una graduata infermità menta-le derivante da disturbo di personalità di tipo paranoideo. Al momento dell’aggressione armata, Petrilli aveva una capacità di intende-re e di volere parzialmente scemata, ma non completamente annullata. Quel giorno, il 14 ottobre del 2021, l’uomo esplose all’indirizzo della vittima 55enne, 3 colpi d’arma da fuoco clandestina: il primo al capo «regione frontale», il secondo al gomito sinistro e il terzo tangenzialmente il fianco sempre sinistro. Non si sarebbe fermato se l’arma, una pistola a salve marca “Valtro” modificata mediante la sostituzione della canna di calibro 7,65 con cane semi-armato, al quarto colpo non si fosse inceppata. Per il perito medico a giocare un ruolo chiave sulla psiche di Petrilli, il furto nel proprio appartamento che aveva subito nel dicembre dell’anno precedente, il 2020, che gli provocò forti sentimenti di rabbia perchè gli fu sottratta la vera fede nuziale, e ingenerò in lui intense preoccupazioni sull’incolumità della propria famiglia. Ad ogni modo, l’evento della sparatoria, come ricostruito dalle indagini, è stato il culmine di una serie di episodi di screzi e diverbi verbali principalmente legati ai confini del-le rispettive proprietà terriere. Quel giorno, secondo la versione di Petrilli, incrociando «per caso» la vittima, scorse nel suo sguardo una «malvagità» e una «cattiveria» tanto da allarmarlo a tal punto da temere che fosse in pericolo la propria incolumità. Agì, in base alla sua percezione, per difendersi da colui che riteneva  autore di impropri sconfinamenti, di appropriazioni dei pro-dotti delle sue piante ed an-che di aver spostato terreno nella sua proprietà. Legittima difesa, però, non era.

Ferdinando Moliterni

3807454583

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti