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EX AVVOCATO SUICIDA AL TRIBUNALE DI MILANO: LE INDAGINI

«Al momento l’ipotesi prevalente è quella di un atto volontario che esclude il coinvolgimento di terzi ma anche la caduta accidentale. Sono in corso delle verifiche per escludere ogni altra possibilità diversa dal suicidio»

TRIBUNALE DI MILANO 


Massimiliano Alessandro Pozzi, chi era l’avvocato che si è suicidato nel Tribunale di Milano❓


✅ Aggiornamento : in precedenza, tutti avevano scritto, che l’uomo era precipitato dal settimo piano, in realtà il dramma è avvenuto al sesto piano.


Era un avvocato di 49 anni, sospeso a tempo indeterminato dall’Ordine del foro di Milano.

Aveva già tentato il suicidio, e soffriva di ludopatia.
Nel biglietto d’addio, i problemi economici e la separazione dalla moglie.

Si chiamava Massimiliano Alessandro Pozzi, l’uomo che si è suicidato stamattina lanciandosi dal sesto piano del palazzo di giustizia milanese.


Il corpo è stato trovato da alcuni dipendenti nel cortile interno del tribunale, lato via Manara.

Nato a Milano nel 1973, era un avvocato sospeso dal 2014 a tempo indeterminato dall’Ordine del foro di Milano per mancato pagamento delle quote associative e per aver continuato a esercitare la professione nonostante la sospensione.

❇️ Per questo motivo, nel mese di settembre 2017, era stato condannato dal Tribunale di Vercelli.

In tasca però aveva ancora il tesserino da avvocato, e un biglietto di addio.
Nel testo di quest’ultimo, la chiave per risolvere il mistero: a spingere il 49enne al suicidio sono stati i problemi economici, (gli stessi che otto anni fa gli hanno impedito di pagare le tasse richieste dall’Ordine degli avvocati), la ludopatia che lo affliggeva da tempo e la difficile separazione dalla moglie.

Intanto, pare che l’uomo soffrisse da tempo di crisi depressive e che avesse già tentato il suicidio. Tuttavia non risultava in terapia da nessuno.
Le indagini, coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda, hanno finora escluso che avesse delle udienze in previsione nella giornata di oggi.

Si sta cercando di capire se fosse indagato, o se avesse dei precedenti a suo carico.

Insomma, di dare una riposta a un ultimo quesito: cosa ci faceva stamattina Massimiliano Alessandro Pozzi dentro il Tribunale di Milano?

Tribunale Milano, avvocato si suicida gettandosi da 6° piano Biglietto vicino corpo

Milano, un avvocato si suicida gettandosi dal sesto piano del tribunale: trovato biglietto vicino corpo con le ragioni del tragico gesto.
“Aveva problemi economici”

Un ex avvocato si suicida precipitando dal 6º piano del tribunale di Milano.
La vittima è Massimiliano Alessandro Pozzi e l’ipotesi più accreditata è quella del suicidio, in quanto il cadavere è stato trovato con un biglietto di addio, oltre al tesserino da avvocato.
Nel testo la spiegazione dell’accaduto: il 49enne ha spiegato che si sarebbe tolto la vita a causa dei suoi problemi economici, la ludopatia che lo affliggeva da tempo e la difficile separazione dalla moglie.
Il corpo senza vita è stato trovato da alcuni dipendenti nel ortile interno del tribunale, lato via Manara.

L’uomo, nato a Milano nel 1973, era un avvocato sospeso dal 2014 a tempo indeterminato dall’Ordine del foro di Milano per il mancato pagamento delle quote associative e, per aver continuato ad esercitare la professione nonostante tale sospensione.
Per questo motivo nel settembre 2017 era stato condannato dal tribunale di Vercelli.
Quegli stessi problemi che otto anni fa gli hanno impedito di pagare le tasse richieste dall’Ordine degli avvocati lo hanno portato oggi al suicidio.

EX AVVOCATO SUICIDA AL TRIBUNALE DI MILANO: LE INDAGINI

L’allarme è scattato alle ore 12:20 circa di questa mattina, mercoledì 13 luglio.

Massimiliano Alessandro Pozzi, che già nei giorni scorsi era stato visto nei corridoi del tribunale di Milano, pare soffrisse da tempo di crisi depressive e che avesse già tentato il suicidio.


Le indagini, coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda, hanno escluso finora che avesse delle udienze in programma oggi.

Ma si sta cercando di capire se avesse dei precedenti a suo carico, quindi il motivo della sua presenza nel tribunale di Milano.

«Al momento l’ipotesi prevalente è quella di un atto volontario che esclude il coinvolgimento di terzi ma anche la caduta accidentale. Sono in corso delle verifiche per escludere ogni altra possibilità diversa dal suicidio»
ha dichiarato a Repubblica il capo della procura Marcello Viola, accorso sul posto insieme alla procuratrice generale Francesca Nanni e alla pm Cristiana Roveda.

I soccorsi, allertati da alcuni dipendenti degli uffici giudiziari, non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’avvocato suicida.

Avvocato si lancia dal sesto piano al Tribunale di Milano: il biglietto di scuse e la sospensione dall’attività

Si è tolto la vita laddove ha trascorso buona parte della sua vita, lavorativa soprattutto.

Si è tolto la vita laddove si era visto respingere.
L’avvocato Massimiliano Alessandro Pozzi, 49 anni compiuti lo scorso 12 luglio, si è suicidato lanciandosi dal sesto piano del Tribunale di Milano, lato via Manara.
Un volo di una ventina di metri, in uno dei cortili interni davanti agli occhi terrorizzati di alcuni dipendenti.
Pozzi aveva un biglietto scritto a mano in cui chiedeva scusa e nel quale lamentava problemi economici.

L’uomo, che era iscritto all’Albo dal 2005, era sospeso dall’esercizio della professionale: nel 2014 era stato ‘bloccato’ per via del mancato pagamento delle quote associative, 250€ anno

Ma lui aveva continuato ad esercitare la professione: per questo motivo era finito sotto procedimento penale.
La sua vita viaggiava tra alti e bassi.

Come riportato dall’Ansa, nel biglietto l’avvocato chiedeva scusa per i suoi errori e per avere fatto soffrire una serie di persone. L’uomo aveva figli ed era separato.

La procura ha aperto un fascicolo, come da prassi, anche se lo scenario del suicidio è quello più forte.
Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso Pozzi girare nei corridoi dell’edificio e poi entrare nei bagni della sezione Locazioni del Tribunale civile.
Quindi il salto nel vuoto.

Il Palazzo di Giustizia di Milano

Dramma in tribunale a Milano: ex avvocato precipita dal sesto piano e muore
È successo nella tarda mattinata di mercoledì 13 luglio, inutile ogni tentativo di soccorso. 


Si tratta di un gesto volontario

Un ex avvocato di 49 anni, Massimiliano Alessandro Pozzi, è morto precipitando nel vuoto dal sesto piano all’interno del tribunale di Milano nella tarda mattinata di mercoledì 13 luglio.
Secondo quanto trapelato si tratterebbe di un gesto volontario.

Tutto è accaduto un attimo prima delle 12:30, come riportato dall’agenzia regionale di emergenza urgenza.
Il 49enne si sarebbe gettato nel vuoto da una finestra del bagno al sesto piano della struttura (lato via Manara).
I primi a lanciare l’allarme sono stati alcuni dipendenti al lavoro negli uffici giudiziari che hanno allertato il 112.
Sul posto è intervenuta un’ambulanza ma i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

Sul caso stanno indagando i carabinieri del comando provinciale di Milano, sul posto per i rilievi.

Secondo quanto appreso si tratterebbe di un gesto volontario:
il 49enne ha lasciato un biglietto in cui ha spiegato le motivazioni del suo gesto (legate alla sfera personale e finanziaria).

Il 49enne aveva in tasca un tesserino da avvocato ma in realtà l’ordine degli avvocati lo aveva sospeso in via amministrativa da alcuni anni a causa del mancato pagamento delle quote associative.

Non solo, l’uomo era stato sottoposto a un procedimento disciplinare perché, a detta dell’ordine, avrebbe continuato a esercitare nonostante la sospensione.

Nel pomeriggio il procuratore della Repubblica, Marcello Viola, è sceso insieme agli altri dirigenti del Tribunale e al pm di turno, Cristiana Roveda, e hanno confermato che l’uomo sarebbe morto per un gesto volontario.

Milano, uomo precipita dal sesto piano del Palazzo di Giustizia: morto

Indagini in corso dopo l’allarme lanciato dai dipendenti del tribunale.
La vittima aveva in tasca un biglietto nel quale annunciava il suicidio

Milano, 13 luglio 2022

Un avvocato di 49 anni è morto precipitando dai piani alti del Palazzo di Giustizia di Milano.
A dare l’allarme sono stati alcuni dipendenti al lavoro negli uffici giudiziari.
Sul posto stanno intervenendo il 118 e i carabinieri, che indagano sull’accaduto.
L’uomo è precipitato nel cortile interno del tribunale milanese, dove ora sono presenti il pg di Milano Francesca Nanni, il procuratore Marcello Viola e i procuratori aggiunti Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco, insieme alle forze dell’ordine.

L’area è stata transennata



“Si tratta di una persona estranea all’ambiente giudiziario e, al momento, l’ipotesi prevalente è quella del suicidio”

Lo afferma il procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, parlando coi giornalisti nel cortile del Palazzo di Giustizia

“Sembrerebbe – aggiunge il procuratore Viola – dal settimo piano”, dove si trova l’ufficio Gip e Gup.
Le forze dell’ordine stanno verificando i documenti trovati addosso al 49enne.

La vittima aveva un biglietto in tasca, nel quale annunciava il suicidio.

Le indagini sono coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda 

Dai primi accertamenti sembra che oggi l’uomo non avesse udienze.

Si sta verificando se avesse dei precedenti e se fosse indagato in qualche procedimento.

Il 49enne, secondo una prima ricostruzione, si sarebbe buttato dal bagno delle cancellerie del gip, che si trovano al sesto piano.

Ora sono in corso i rilievi e gli accertamenti per capire il motivo del gesto preannunciato in un biglietto che gli è stato trovato in tasca.

Dai primi accertamenti emerge che l’uomo aveva un tesserino da avvocato, ma che dal 2014 non esercitava più (risulta sospeso dall’ordine per questioni di tasse)

Si è suicidato per motivi economici

Nel biglietto trovato, infatti, la vittima farebbe riferimento a problemi di carattere economici oltre che personali.

Nel corso della giornata è emerso che l’uomo era affetto da patologie psichiche e lo scorso 27 giugno aveva già manifestato intenti suicidari.

All’interno del suo portafogli era presente un foglio manoscritto nel quale lo stesso, nel palesare una condizione di sofferenza connessa alla separazione dalla moglie ed anche a problemi di ludopatia, ha esplicitato la volontà di togliersi la vita.

Tribunale di Milano, avvocato sospeso dall’ordine si lancia dal sesto piano e muore

Un avvocato di 49 anni è morto precipitando dal sesto piano del Tribunale di Milano: sarebbe confermato che si è trattato di un suicidio.

Tragedia in Tribunale a Milano.
Un uomo è morto precipitando dal 6º piano del Palazzo di Giustizia di Milano.

A dare l’allarme sono stati alcuni dipendenti al lavoro negli uffici giudiziari: in pochi minuti sono arrivati i medici e i paramedici del 118.

Purtroppo per l’uomo non c’è stato più nulla da fare.

Sul posto anche le forze dell’ordine che indagano sull’accaduto: in tasca dell’uomo è stato trovato il tesserino da avvocato ma era stato sospeso dall’ordine dal 2014.
E ancora: in un biglietto aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita per motivi familiari e economici.

L’ipotesi di suicidio

Dalle prime informazioni sembrerebbe che si sia trattato di un gesto estremo.

Ma la dinamica è ancora tutta da capire: ci sarebbero alcuni testimoni che avrebbero visto tutto.

L’uomo è caduto dal 6º piano del Tribunale, dove si tengono solitamente le udienze preliminari e ci sono le aule del Tribunale di sorveglianza.

Nel frattempo sono stati chiusi i bagni delle cancellerie dell’ufficio del gip.

Sull’accaduto ha parlato anche il procuratore capo Marcello Viola:

“Si tratta di una vicenda estranea all’ambiente giudiziario. Si è verificato attorno alle 12.30”

Confermando il suicidio.
Le forze dell’ordine stanno controllando i documenti che aveva addosso.

Chi è la vittima

Come riferito da fonti la vittima sarebbe l’avvocato Massimiliano Alessandro Pozzi di 49 anni.

Si tratta di un avvocato sospeso a tempo indeterminato dall’Ordine già dal 2014.


Prima di lanciarci avrebbe scritto un bigliettino ritrovato nel portafoglio in cui riportava intenti autolesivi per motivi economici.


Il biglietto ora è analizzato dagli investigatori che hanno avviato le indagini.

A coordinare il tutto è il procuratore Cristiana Roveda.
Si sta cercando di mettersi in contatto con alcuni famigliari.

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