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“MADONNA BRUNA”, IL GIORNO DELLA FESTA

Matera celebra il gran ritorno della ricorrenza patronale del 2 luglio ripristinando riti e tradizioni

Il gran giorno di Maria Santissima della Bruna è arrivato. Si celebra la solennità religiosa che da centinaia di anni rappresenta l’anima della città dei Sassi, ne esprime le sue più profonde origini cristiane e ne incarna la vera essenza, quella di un popolo dignitoso e laborioso che si è forgiato sopravvivendo alle grandi avversità della vita, sempre protetto dalla benigna Mater che ha dato il suo nome a Matera, proteggendola con il suo sguardo amorevole. È Maria Santissima della Bruna oggi come allora amata e venerata, è la Madre di tutti. Il ritmo di marcia della premiata banda musicale di Conversano scandisce l’arrivo trionfale dei gonfaloni della città di Matera, della Confraternita dei pastori della Bruna e dell’Associazione Maria Santissima della Bruna, sul sagrato della cattedrale.
Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo arcivescovo della diocesi di Matera Irsina insieme al capitolo cattedrale attraversa la navata del duomo e porge un devoto saluto alla Madonna Bruna
È un giorno di festa questo, ma le parole del vescovo Caiazzo sono comunque di grande realismo. Richiama infatti il Monsignore la grande tragedia della guerra che continua a dilaniare l’Europa
-Come ha fatto la Vergine Maria, ha detto l’arcivescovo, nell’andare a visitare la parente Elisabetta così noi m ci siamo messi in cammino per portare una parola di conforto alle periferie umane della città-
-Avvertiamo tutti il bisogno di essere costruttori di umanità, ha aggiunto l’arcivescovo, in particolare il bisogno di tornare a camminare mano nella mano, di tornare al gusto del pane eucaristico ed è così che ci affidiamo tutti a lei, a Maria Santissima della Bruna-
Conclusa la santa messa una marea di fedeli attende l’uscita della Madonna dalla chiesetta di San Giuseppe alla civita, si cerca un po’ di ombra, ma anche al sole si resiste, si levano cori e inni a Maria.
Ed eccola arrivare la statua di Maria e le prime due a farle da portantine sono proprio due donne, un gesto significativo e inneggiante alla forza femminile e della maternità. Tutt’intorno il cordone degli angeli del carro, i volontari che fanno da scudo con il loro corpo alla Madonna, consentendone il passaggio tra la folla, tante mani che si stringono, e camminano insieme.
Con grande destrezza gli organizzatori della festa issano la Madonna sul supporto di un calesse che, preceduto dalle autorità religiose, civili e militati, porterà la statura di Maria al rione di Piccianello.
E ora la scena è tutta loro. Eccoli i tanto attesi cavalieri della Madonna della Bruna ritornare al galoppo, sui loro cavalli imponenti, scalpitanti. Sembra addirittura che tremi la terra al loro passaggio e poi il suono del trombettiere che chiama tutti all’adunata mentre la folla esulta e acclama il nome di Maria.
Si contano ben 65 cavalieri tutti pronti a scortare per le strade cittadine il carro trionfale della Madonna Bruna e perpetrare una tradizione che dura da centinaia di anni. I colori variopinti e sgargianti dei loro mantelli, l’entusiasmo sui loro volti e la gioia nei loro cuori sono emozioni indescrivibili. Ma poi è impossibile non guardare anche i cavalli nei loro grandissimi occhi, espressivi, lo sforzo e la tensione per le attese sotto il sole cocente di questi palpitanti giganti buoni, sono ragguardevoli, i loro sforzi estenuanti. Ciascun cavallo è per noi altrettanto importante quanto una vita umana e per i sacrifici che essi fanno in questo giorno, dobbiamo essere loro estremamente grati per ciò che fanno per consentire alla tradizione di rinnovarsi anche perché anch’essi seppur dominati e aggiogati dall’uomo sono creature care alla Madonna Bruna. Ancora uno squillo di tromba si leva. Ed ora la festa entra davvero nel vivo, gli assaltatori sono avvisati!

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