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RE CARMINE, SE NE VA IN ARGENTINA

Il viaggio a spese dei lucani, organizzato all’oscuro dell’Ufficio di presidenza


CICALA NON HA NEMMENO IL BON TON DI INFORMARE I COLLEGHI DELLA PASSERELLA PER LA 1A SETTIMANA DI LUGLIO


Il modo di fare politica del presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala impone certamente di parlare di sè. Diverso da chi lo ha preceduto, sia detto senza offesa, appare poco carismatico e poco propenso a farsi riconoscere come leader.

Il suo atteggiamento, venuto a galla certamente per il modo di condurre le sedute del Parlamentino lucano, è venuto fuori anche nella gestione della Commissione Lucani nel Mondo. Anche qui come veste di presidente di una delle Commissioni regionali tra le più importanti si è fatto notare per la sua poca propensione al dialogo e alle scelte condivise.

Certamente a permetterglielo è anche il ruolo. Come presidente spetta solamente a lui poter decidere cosa fare e come farlo ma come in ogni ruolo che si rispetti c’è anche quel bon ton Istituzionale che la fa da padrone.

Sono giorni che nei corridoi di via Verrastro più di qualcuno ha sparso la voce che Cicala, nella prima settimana di luglio, dovrebbe volare in Argentina per incontrare da presidente della Commissione regionali del Mondo i vari membri delle associazioni dislocate all’estero. Un viaggio che sarebbe venuto allo scoperto solo per la presenza di alcuni biglietti. Ma che alla stessa Commissione Lucani nel Mondo non sarebbe stato ancora notificato.

Secondo i rumors neanche i suoi vice Vizziello e Leggieri ne sarebbero ancora a conoscenza. Se la notizia dovesse trovare riscontro, per quanto lo ripetiamo che resta una prerogativa di Cicala scegliere di muoversi come presidente dei Lucani nel Mondo fin dove vuole, mostrerebbe ancora una volta l’assenza di condivisione che il presidente mostra nel suo operato. Cicala si mostra sempre più come un re capace di imporsi invece di condividere con chi dovrebbe sostenerlo e aiutarlo nel ruolo che svolge.

Già come presidente del Consiglio regionale il leghista è stato più volte attaccato dagli stessi membri dell’UdP per la sua scarsa propensione a condividere le scelte. Stessa cosa come Presidente della Commissione regionale Lucani nel Mondo, fa ancora tanto rumore le dimissione che Franco Mollica (consigliere comunale di Venosa) ha da poco notificato alla stessa commissione per vedute decisamente distanti con lo stesso Cicala. È vero che l’ambizione è la molla che ha mosso ogni grande uomo e ogni grande impresa. Fa parte del carisma del leader, e indubbiamente Cicala pare essere poco carismatico.

Se finora è arrivato dov’è arrivato, lo deve soprattutto alle mosse politiche più che alla capacità di relazioni personali con il resto dei colleghi Alla Presidenza del Consiglio non entra per le sue doti carismatiche o di terzietà, né perché abbia un curriculum da servitore dello Stato, e neppure per chissà quali propensioni. Semplicemente, vi entra trascinato dalla forza del suo partito: la Lega. Non viene proposto: si impone per il numero di preferenze ottenuto.

E per avere la riconferma al secondo mandato ha dovuto fare affidamento ad un patto tra partiti che in molti ancora non hanno digerito. È uno che non riempie con il suo carisma la scena, e chissà come mai.


 

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