Le Cronache Lucane

PIANI DEL MATTINO, LA MOBILITAZIONE

I cittadini da anni sollecitano il Comune a una risoluzione sul grave problema causato dalle pale: «È necessario un Piano paesaggistico, come quello proposto dall’ex assessore Rosa»


Negli ultimi anni, la costante richiesta di energia da fonti alternative ha comportato la diffusione di parchi eolici in Italia, regione Basilicata compresa.

Le dimensioni e le caratteristiche degli aerogeneratori, così come l’ampiezza delle aree di installazione, sono causa di impatti non trascurabili sul paesaggio e sull’ambiente circostante gli impianti, installati sempre più vicini ad aree abitate.

Insieme ad altri aspetti impattanti, il rumore emesso dalle turbine eoliche è quello che rappresenta ormai una problematica seria e controversa, che contribuisce a suscitare il sentimento di forte preoccupazione da parte della popolazione.

INQUINAMENTO ACUSTICO DELLE TURBINE EOLICHE

Inquinamento acustico generato dal roteare delle pale eoliche, ecco: «Immaginate di vivere 24h al giorno con questo sottofondo e, soprattutto, di dormirci».

È quanto afferma il presidente del Comitato di Quartiere di Piani del Mattino, Gianluca Candela.

I cosiddetti “Comitati di Quartiere” sono organismi territoriali, senza scopo di lucro, di partecipazione democratica dei cittadini, che svolgono un ruolo propositivo e consultivo attraverso la partecipazione attiva dei residenti per un sano e costruttivo rapporto con le Istituzioni ed è uno strumento indispensabile per migliorare e semplificare la qualità della loro stessa sopravvivenza cittadina.

Nel caso della contrada potentina di Piani del Mattino, quello che veramente fa incalzare i residenti è «una situazione, oramai costante, di disagio dovuta ai tanti impianti eolici installati su quest’area abitata che è tra le più popolose e vaste del capoluogo lucano – spiega il presidente del Comitato – e che va avanti ormai da anni al punto che, i residenti – una 60ina di famiglie suppergiù – si sono riuniti in Comitato per chiedere di porre fine a quello che sembra uno stillicidio».

«Ad oggi, quello che temiamo – prosegue Candela – è che, a seguito degli ultimi noti accordi tra la Regione e aziende energetiche, possano conseguire possibili intenzioni relativamente alle idee sul futuro prossimo della Basilicata, compresa la nostra città e la nostra contrada.

Perché, sì – continua il presidente del Comitato cittadino – qui in regione, le fonti energetiche e complementari continueranno ad esserlo per i “certificati verdi”, ma che non si continuino a violare i protocolli di sicurezza e salvaguardia a danno del territorio e della comunità non è una certezza», sottolinea Candela.

Negli ultimi anni, infatti, a causa dell’eolico «selvaggio e spropositato », chi ha intenzionalmente scelto di vivere in campagna è stato letteralmente assediato da mini e grandi impianti eolici. Adesso il timore di un nuovo impulso energetico è che sfugga nuovamente di mano.

«Si parla tanto di energie rinnovabili e sostenibili, di efficienza “green” – incalza Candela – ma in molte contrade, come la nostra di Piani del Mattino, manca addirittura la rete fognaria e la rete del metano.

Ecco, si dia priorità prima a questo genere di questioni». «Ribadiamo sì il concetto di essere favorevoli alle rinnovabili per proteggere l’ambiente – chiarisce il presidente del Comitato – ma non rimetterci in danni alla salute provocate dalle stesse».

«Viviamo con questo rumore di sottofondo incessante di giorno e, fino a non poco tempo fa, anche di notte – spiega – ma non si dorme e non si vive neanche di giorno, specialmente nelle giornate ventose e il caldo ci obbliga a stare con le finestre aperte, sicché è impossibile non accorgersene ». «E questo – evidenzia Candele – provoca inevitabilmente un malessere quotidiano e continuo».

È anche per tali ragioni che nel 2019 il Comitato decise di portare una perizia al Comune che evidenziasse «il superamento dei limiti di rumore consentiti», di tutta risposta il Comune emise un’ordinanza per far bloccare gli impianti di notte.

I titolari delle pale, di contro, fecero a loro volta ricorso al Tar e il Comune decise di sospendere il provvedimento. Questo avrebbe potuto segnare, a suo modo una svolta, ma i giudici non accolsero la richiesta di annullamento del provvedimento, sia perché sospeso e sia perché il Comune aveva annunciato nuovi rilievi di rumore, in contraddittorio con i proprietari degli impianti.

E a fare gli accertamenti sarebbe spettato all’Arpab, con cui il Comune di Potenza aveva sottoscritto un protocollo d’Intesa sul monitoraggio con l’allora vicesindaco di Potenza, Antonio Vigilante, che rassicurava sul fatto che si fosse già provveduto a «fare diverse riunioni che portassero alla fattiva risoluzione del protocollo d’Intesa per definirne le modalità, per poi procedere alla puntuale rilevazione diffusa della rumorosità degli impianti eolici».

Ma, ad oggi, a controlli sul rumore effettuati, a cominciare proprio da Piani del Mattino, nulla si è poi portato concretamente a termine.

Di lì a seguire è stato solo «uno scarica barile tra il Comune e l’Arpab», afferma Candela. «Ma le pale, intanto continuano a girare! – incalza – Quello che ci preme, ad oggi, far conoscere alle persone, cittadini di Potenza ma non solo, è il disagio che la nostra contrada, ma altre come la nostra, tipo Giarrossa sta vivendo.

E chiediamo che i comitati e le associazioni tutti per la tutela dei territori vengano invitati a confrontarsi su programmazioni future sulle energie rinnovabili per individuare aree e zone idonee lontano da centri abitati».

UN PIANO PAESAGGISTICO CHE TUTELI LE AREE ABITATE E INDIVIDUI ZONE AD HOC DOVE INSTALLARE NUOVI IMPIANTI

Quello a cui allude il presidente del Comitato di Quartiere Gianluca Candela è il Piano paesaggistico – proposto dall’allora assessore regionale all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa – per mettere punti fermi su quello che è lo strumento principe della pianificazione territoriale, tema strategico per il futuro sviluppo dei territori.

Ma, non essendo questo ancora stato approvato, né tanto meno è stata redatta una pianificazione delle probabili zone che potrebbero essere adibite in un futuro prossimo a nuove installazioni per l’eolico, il timore è che «nell’attesa infinita delle scelte istituzionali, nel mentre si facciano altri danni. E sarebbe, di nuovo, punto e a capo», enfatizza Candela.

«Se fosse rimasto l’assessore Rosa, probabilmente – continua il presidente – a quest’ora avremmo un Piano. E, invece, noi del Comitato con molta probabilità saremmo costretti a ricominciare la lotta per cui già tante volte in passato ci siamo mobilitati».

E qui ricorda il blocco compiuto per evitare l’installazione di altre 32 pale sull’area ormai satura da eolico – organizzandosi col Comitato anche nel fare delle ronde notturne per accertarsi che non arrivassero altri camion a trasportare altre pale da installare – anche se tale azione «non ha cambiato lo stato di disagio creato da quelle che già ci sono» «Sarebbe il caso di qui in avanti – conclude il presidente del Comitato di Quartiere di Piani del Mattino, Gianluca Candela – di installarle in posti appositi non vicino alle abitazioni. Senza intaccare i danni economici loro, ma neppure la salute della comunità».


 

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