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GIORNATA PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE

In aumento anche nei Paesi sviluppati +29% dal 2000 a oggi; In Italia il 28% del territorio è a rischio tra Nord e Sud

La Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità (DD-day 2022), istituita dalle Nazioni Unite, promuove dal 1994 la consapevolezza pubblica degli sforzi internazionali per combattere la desertificazione, cioè la perdita di fertilità del suolo e il conseguente degrado delle risorse naturali causati dalle attività umane (inquinamento, eccessivo sfruttamento delle terre, sovrapascolamento, deforestazione, incendi, irrigazione con acque saline). La giornata è un momento unico per ricordare che per combattere il degrado dei suoli è necessario il coinvolgimento e la cooperazione delle comunità a tutti i livelli.

Quest’anno il tema della giornata mondiale è “Risorgere insieme dalla siccità”.
Dal 1970 in poi, il 50% di tutti i disastri e il 45% dei 650morti morti ad essi associati sono stati causati da eventi climatici estremi e da crisi idriche. Tragicamente, 9 su 10 di queste morti si sono verificate nei paesi in via di sviluppo, dove la siccità risulta essere la principale causa di perdita di vite umane (WMO, 2021). Ma anche nei paesi sviluppati si è verificato un aumento di eventi siccitosi dal 2000 a oggi del 29% rispetto ai decenni precedenti. Oltre 2,3 miliardi di persone è afflitta da questioni che riguardano l’acqua a livello planetario. Gli impatti sono particolarmente gravi per le categorie più deboli: donne e bambini sono i più esposti. Eppure, i danni della siccità sulla società, sugli gli ecosistemi e sull’economia sono decisamente sottostimati.

Il 28% del territorio italiano è a rischio desertificazione: principalmente nelle regioni meridionali, ma anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

Il dato è emerso nel corso di un webinar dell’Ispra- Istituto di ricerca del Ministero della Transizione ecologica.

Negli ultimi cinque anni si sono verificati almeno tre eventi estremi di siccità anche in pianura Padana, dove il regime del Po è alterato oltre che dai lunghi periodi siccitosi, dalla riduzione dei ghiacciai in quota per l’aumento delle temperature, che ha raggiunto 2-3°C oltre le medie climatiche di qualche decennio fa. Le conseguenze sono gravi: basti pensare alla salinizzazione delle falde acquifere per decine di km in prossimità della foce del fiume, con terribili rischi in particolare per l’agricoltura.

Nell’Unione Europa, i Paesi più coinvolti da desertificazione e siccità sono quelli del bacino Mediterraneo: oltre l’Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta. Ma non sono immuni da analoghi fenomeni l’Ungheria, la Slovenia e la Romania.

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