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PARITÀ DI GENERE, PER LE IMPRESE È TEMPO DI “RAPPORTO BIENNALE”

Illustrate le novità dalla Consigliera regionale di Parità Pipponzi e dall’assessore Galella: esclusione dalle gare del Pnrr e del Pni per le aziende che non lo presenteranno entro settembre


POTENZA. “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”: ma è davvero così? Queste le parole che si leggono all’art. 37 della Costituzione; la parità di genere è stata immaginata dai nostri padri costituenti come uno tra i pilastri fondanti dell’ordinamento italiano.

Nonostante tale previsione, sappiamo e – purtroppo – quotidianamente esperiamo come la condizione lavorativa delle donne sia ancora molto differente rispetto a quella degli uomini.

Non è così infrequente infatti osservare, all’interno del mercato del lavoro, la presenza di fenomeni di discriminazione di genere.

Impliciti, quasi intrinseci nelle strutture organizzative e purtroppo ben radicati all’interno di alcune culture aziendali, questi possono assumere varie forme: dal cosiddetto gender gap (con riferimento al tasso di occupazione, ma anche alla differenza salariale presente nelle retribuzioni di lavoratrici e lavoratori a parità di mansioni) fino ad arrivare a vere e proprie inferenze da parte dei datori di lavoro nella vita e nelle scelte personali delle lavoratrici.

La tanto ricercata e agognata parità di genere, che a questo punto possiamo definire come la condizione tale per cui entrambi i generi si trovino ad essere rappresentati in maniera equa all’interno di un medesimo contesto – nel caso di specie, quello lavorativo – per quanto concerne retribuzione, opportunità di carriera, accesso al lavoro, tutele, politiche di welfare, non sempre è quindi adeguatamente garantita e tutelata.

Le aziende ora però dovranno stare al passo con i tempi, e non parliamo certo solo di tecnologia ma di vera e propria parità di genere. È stata fissata al 30 Settembre 2022 la presentazione da parte delle aziende del Rapporto Biennale di Pari Opportunità uomo – donna. Dal 23 giugno saranno tenute a inviare in via telematica la situazione del personale maschile e femminile.

L’obbligo di presentazione riguarda le aziende superiori a 50 dipendenti. La mancata redazione del Rapporto esporrà l’azienda a sanzioni pecuniarie, oltre a configurarsi come causa di esclusione nelle gare a valere sul Pnrr e sul Piano nazionale complementare.

Circostanza che, inoltre, andrà ad inficiare la concessione della certificazione di genere. Sono in molti a sostenere che il provvedimento favorirà nelle aziende l’occupazione femminile.

Che soprattutto al Sud rappresenta insieme a quella giovanile una spina nel fianco. L’Italia anche in rapporto alle altre nazioni europee resta indietro sul tema dell’occupazione delle donne.

Oggi vi sono diverse agevolazioni che vanno incontro alle imprese che favoriscono assunzioni al femminile. È quanto emerso in una conferenza stampa tenutasi per illustrare le modalità di presentazione del rapporto biennale che fotografa le condizioni dei lavoratori di entrambi i sessi, alla quale hanno partecipato la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, la consigliera supplente Rossana Mignoli e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Galella.

«Si tratta di novità legislative – ha continuato la Consigliera – che sono di per sé un sostegno importante per vincere il divario di genere e le discriminazioni sul posto di lavoro. Il legislatore vuole capire se l’azienda è sana, cioè se c’è un clima di benessere e di concreta attuazione delle pari opportunità.

E ciò si evince dalle schede compilate dall’impresa, dalle quali traspare con chiarezza quanto l’azienda ha costruito per garantire politiche di genere al suo interno. La certificazione di genere è fondamentale per cogliere importanti opportunità economiche.

Opportunità dalle quali saranno escluse anche quelle aziende con procedimenti aperti per condotte discriminatorie ».

Le condotte discriminatorie in Basilicata non mancano, anzi. L’Ufficio della Consigliera regionale di Parità più volte si è occupata di casi eclatanti.

L’ultimo, solo in ordine di tempo, a cui starebbe prestando particolare attenzione è il caso di una dipendente di una importanze azienda locale del settore autoferrotranviere che non avrebbe concesso alla lavoratrice madre di un figlio che ha meno di 3 anni il riconoscimento a non svolgere turni notturni come imposto dalla legge. Per questo il “rapporto biennale” diventa uno strumento fondamentale.

«Finalmente in Italia c’è un obbligo di legge – ha sostenuto Galella – per tutelare le donne nel sistema lavorativo e per premiare le imprese che si dimostrano attenti ai problemi delle donne lavoratrici mettendo in campo politiche di welfare e azioni antidiscriminatorie. Sensibilizzeremo le aziende perché colgano l’importanza della Redazione del Rapporto Biennale ».

La Consigliera regionale di parità, che accede attraverso un identificativo univoco ai dati contenuti nei Rapporti, elabora i relativi risultati trasmettendoli a sua volta alle sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro, alla Consigliera nazionale di parità, al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’Istituto nazionale di statistica e al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, al fine di orientare le politiche sul mercato del lavoro femminile e sulla parità di genere.

Le aziende pubbliche e private che occupano fino a 50 dipendenti non sono tenute a compilare il Rapporto ma possono farlo su base volontaria, acquistando il diritto a premialità. Sarà, inoltre, facilitato il rilascio della certificazione di genere.

«Auspico – ha concluso la Consigliera di parità – che con le Stazioni appaltanti della Regione Basilicata si individuino eventuali ulteriori premialità per le aziende che avranno applicato misure a sostegno della conciliazione vita-lavoro, ovvero altre misure di gender procurement».

È intervenuta, infine, la Consigliera supplente di parità Rossana Mignoli che ha sottolineato come «il Rapporto biennale costituisca non solo un’opportunità culturale e sociale ma anche economica.

Organizzeremo degli incontri per sensibilizzare gli imprenditori e informarli dei nuovi obblighi normativi».


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