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ALTRA FIGURACCIA DI RE CARMINE

Non consente a Polese col covid di intervenire da remoto: senza mediazione, va sotto sul Regolamento


VINCE PIRO, NIENTE ASSO PIGLIA TUTTO PER CICALA: VOTO UNANIME CONTRARIO. SI ASTIENE LUI STESSO CHE LO AVEVA PROPOSTO


Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, viene messo all’angolo già alla sua prima riunione del rinnovato Ufficio di presidenza. Dopo aver atteso 40 giorni per riunire i nuovi membri dell’UdP, con la speranza di incassare qualche vittoria sulla sua gestione, ha dovuto constatare che i voti erano tutti a suo sfavore.

Tanto dall’opposizione con il pentastellato Leggieri quanto dalla maggioranza rappresentata da Baldassarre e Piro (con l’assenza di Polese dovuta al Covid a cui non hanno dato la possibilità di seguire da remoto ndr.) il leghista non ha trovato l’appoggio sperato. Per Cicala quindi si prospettano tempi duri in questa seconda parte di mandato.

PIRO INCASSA LA VITTORIA

Al primo punto all’ordine del giorno la discussione “Consegna di benemerenze e onorificenze da parte del Vicepresidente Piro senza la preventiva autorizzazione dell’Ufficio di Presidenza”.

La questione era sorta dopo che il vice presidente Piro di sua iniziativa e con fondi personali aveva consegnato delle pergamene ad alcuni industriali della sua zona.

Comportamento quello di Piro che per Cicala andava decisamente redarguito definendolo «un comportamento che ha alla base la mancata condivisione e autorizzazione».

La questione più che basarsi sulla mancanza di condivisione in realtà è stata vista più come un affronto personale.

Non a caso la notizia è uscita fuori dopo che il forzista Piro aveva denunciato pubblicamente l’immobilismo dell’UdP, suonando la sveglia a Cicala sulle conseguenze che questo atteggiamento comportava soprattutto sugli stipendi dei collaboratori dei gruppiconsiliari.

Eppure, nonostante Cicala l’abbia inserito addirittura come primo punto dell’Odg sottolineando che «l’autonoma iniziativa di un singolo Consigliere, a nome del Consiglio, rischia di ledere la credibilità dell’Ente» non ha avuto l’esito sperato.

Nessun altro dei componenti dell’UdP ha voluto addirittura discutere il punto e così la partita per ora si chiude con un secco uno a zero per Piro.

NESSUNO VUOLE IL RIORDINO DI CICALA

Fortunatamente nella seduta di ieri con l’approvazione della manovra finanziaria 2022/2024 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 31 maggio 2022) si potrà procedere quanto prima anche a far pagare gli stipendi arretrati ai collaboratori dei gruppi consiliari.

Ma mentre su questo punto i componenti dell’UdP si sono trovati tutti concordi è sul nuovo regolamento che va a “disciplinare l’ordinamento, l’organizzazione e le funzioni degli uffici del Consiglio regionale” che Cicala si è trovato da solo.

Il leghista da tempo starebbe lavorando a questo nuovo regolamento interno all’ufficio di presidenza. In sostanza avoca a se la nomina del portavoce, facendola uscire dalla competenza dell’Udp.

Allo stesso modo con l’entrata in vigore del nuovo regolamento proroga fino a fine mandato l’incarico in scadenza al suo vicino di casa di Viggiano, Pierluigi Maulella Barrese, da coordinatore della struttura di Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale.

Mentre per l’addetto stampa mette paletti ancora più stringenti, nonostante vi sia già stato un avviso pubblico e addirittura delle candidature che l’ufficio stesso del presidente avrebbe anche già vagliato.

Infatti, dopo aver rimasto vacante per ben 3 lunghi anni la postazione con tutte le difficoltà che i giornalisti del Consiglio, a causa di una evidente carenza di organico, vivono vorrebbe ora inserire come ulteriore requisito anche la laurea.

Requisito che va contro quanto dice anche l’Ordine dei giornalisti che da tempo ritiene che il titolo abilitante all’esercizio della professione non è la laurea, ma l’esame di Stato per ottenere l’iscrizione all’ordine.

Cambiamenti che non sono piaciuti ai membri dell’Ufficio di presidenza che, nonostante qualcuno mormori siano stati anche sollecitati ad approvarlo dai vari segretari di partito, si sono ribellati al “volere” del presidente viggianese (non a caso è stato votato con 3 no e la sua stessa astensione).

Una battuta di arresto importante per il leghista che per ora non gli permette di essere il “re” assoluto del Consiglio. Considerati gli ultimi fatti di cronaca politica e il polverone alzato dal suo vice Piro è chiaro che l’aria all’interno dell’UdP è cambiata.


 

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