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MONTE CRUGNAME, È GAME OVER?

Valvano scrive alla Regione: «C’è stato un incendio e per 15 anni non si può far nulla»


Il segretario del Psi di Basilicata, Livio Valvano continua nel provare a dimostrare che la cava di Monte Crugname non ha le carte in regola.

«Il 4 maggio scorso e’ stata concessa l’autorizzazione – spiega Valvano – però io credo che ci siano degli elementi che la regione Basilicata farebbe bene a considerare.

Ho scritto una nota il 23 maggio ma non c’è stata risposta e conoscendo bene la vicenda lunedì 6 giugno ho ripetuto la nota inviandola via PEC all’assessore Latronico, alla Regione, ai funzionari.

Non avendo ricevuto altre risposte ho inviato la nota anche ad altri uffici perché questa è una vicenda molto seria. Già in conferenza stampa,il mese scorso, ho auspicato che si apra un’inchiesta su questa procedura perché vanno eliminati nell’interesse della regione dubbi e sospetti.

Anche le pietre della Basilicata conoscono alcuni rapporti familiari in questa vicenda. Tutto è legittimo, per carità,ma proprio per questo un supplemento di istruttoria e la maggiore considerazione di alcuni elementi in questa situazione ci servono più che mai».

UNA DELLE SITUAZIONI FONDAMENTALI

«C’è un elemento – aggiunge il segretario socialista, Livio Valvano – che secondo me è stato decisamente trascurato. Il 16 giugno del 2020 il sindaco di Melfi ha segnalato per iscritto alla Regione che il 18 luglio del 2015 su tutta l’area di monte Crugname si era verificato un incendio.

La Legge 253 del 2000 all’articolo 10 prevede che quando si verifica un incendio sull’area non è possibile cambiare destinazione urbanistica per i successivi 15 anni.

Proprio per questo, venuti a sapere di quell’evento, il 22 giugno 2020 il sindaco rettifico’ il parere urbanistico dell’ufficio urbanistica del Comune di Melfi. Abbiamo anche segnalato due anni fa come il regolamento urbanistico che il Comune aveva approvato ha eliminato la destinazione di estrazione di minerali, ma è quella solo un’area agricola.

Quindi già due anni fa chiedemmo alla Regione di tener conto di questi elementi e soprattutto dell’incendio. Io penso che questo elemento sia stato trascurato da parte dei funzionari regionali e non trovando altra spiegazione, ho riscritto all’assessore Latronico che bisognerebbe considerare di più e valorizzare di più ciò che la soprintendenza ha segnalato già a settembre 2020, ad ottobre 2021 e anche a maggio 2022.

La Soprintendenza fa presente che lì ci sono elementi di particolare valore paesaggistico archeologico che meritano tutela.

Quindi se l’assessore Latronico vorrà convocare la commissione regionale prevista dall’articolo 136 del codice dei Beni Culturali potrebbe far dichiarare il notevole valore pubblico di quell’area. Si tratta della stessa procedura che è stata attivata l’anno scorso, dall’assessorato regionale all’ambiente, per Monte Serico.

Quindi, mutuando da quella procedura, si deve fare lo stesso per Monte Crugname. Va ricordato il piano paesaggistico che la regione sta per approvare come ha più volte sottolineato l’assessore regionale Latronico ».

LA SOLLECITAZIONE

«Proprio questo piano paesaggistico che più voltel’assessore ha detto come sia in fase di approvazione – conclude il segretario, sarebbe utile andarlo a rivedere. Quel piano paesaggistico esattamene sul territorio della cava individua un corridoio importante per la protezione delle specie. Per cui non mi spiego come si può approvare oggi la cava e domani con il piano paesaggistico individuare quel corridoio nell’ambito della rete ecologica regionale.

Quel corridoio ecologico i tecnici regionali del dipartimento lo hanno già individuato ed ecco perché io penso che occorra maggiore calma e prudenza.

D’altronde l’assessore Rosa con gli stessi elementi aveva bloccato, sospeso la procedura e non avrebbe portato in giunta il provvedimento. Non ci sono elementi nuovi se non quello che c’è un nuovo assessore regionale.

Tuttavia ritengo che ciò sia un elemento non utile per motivare l’adozione di un atto e concedere una autorizzazione di questa rilevanza e di questo impatto sul territorio della Basilicata e del comune di Melfi.

Per questo chiedo a Latronico di fermarsi e rivedere l’intero provvedimento perché a mio avviso ci sono delle illegittimità oltre che delle inopportunità ».


 

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