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REGIONE, BUONSANTI È ABUSIVO?

Il vicario del Commissario al dissesto Tripaldi poteva avere il comando?


LA NORMA LO PREVEDE PER I DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, MA IL CONSORZIO DI BONIFICA NON LO È!


Monta il caso di Gaspare Buonsanti, capo staff della Struttura Commissariale del Commissario straordinario al dissesto idrogeologico, ruolo ricoperto dal 2020 da Domenico Tripaldi che è, al contempo, il plenipotenziario Dg regionale attualmente al Dipartimento Sanità.

La pratica del dipendente del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, ora Consorzio di Bonifica di Basilicata, che laureatosi in Architettura nel 2009, l’«abilitazione alla professione di Architetto» risale, invece, al 2010, è inamovibile al dissesto idrogeologico dal lontano 1 luglio del 2011, in qualità di architetto «capo staff» della Struttura Commissariale, è, in pratica il vice di Tripaldi, tecnicismo dopo tecnicismo è sul punto di esplodere con conseguenti danni significativi.

Il profilo contabile, per cui l’eventuale danno erariale, potrebbe, per esempio, essere un, e non l’unico, possibile effetto collaterale del botto burocratico. Qualora il cerchio si chiudesse, allora l’architetto Buonsanti non avrebbe titolo per essere pagato con soldi pubblici per il ruolo di vice Commissario al dissesto idrogeologico.

Per circoscrivere la vicenda, che data l’ampiezza cronologica, una decade, offre molti spunti, nel passaggio dal distacco al comando il cavillo che ora potrebbe far esplodere la bolla. Semplificando, nel passaggio dall’Ente di appartenenza all’Ente di destinazione, nel distacco lo stipendio al soggetto interessato, grava sul primo, nel comando, sul secondo.

Per questo, dettaglio che apre ad altri risvolti ancora, il comando è come equiparato ad una nuova assunzione. Ad ogni modo, per il caso Buonsanti, necessario fissare dei paletti.

Il primo: il protocollo di intesa sottoscritto tra il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto e il Commissario Straordinario Delegato al dissesto idrogeologico risale al 30 giugno del 2011.

Il successivo atto integrativo al luglio del 2014. Proroga dopo proroga, il secondo paletto riguarda l’atto Commissariale del dicembre del 2016 ed è relativo al «distacco temporaneo », verrebbe naturale ironizzare sul temporaneo, di Buonsanti al dissesto idrogeologico.

L’ultimo paletto, l’attualità. A far data dal 1° gennaio scorso, non è più un distacco quello di Buonsanti, ma un «comando». Richiamato l’articolo 30, comma 2-sexies, del Decreto legislativo 165 del 2001.

Qui, il danno. La normativa prevede che il Commissario, definito soggetto attuatore delegato, può sottoscrivere convenzioni- protocolli di intesa con le Pubbliche Amministrazioni, ma il Consorzio di Bonifica, in quanto Ente pubblico economico, per di più «a base associativa», non rientra nel novero delle Pubbliche Amministrazioni la cui elencazione è contenuta nel Decreto legislativo citato, il 165 del 2001.

L’Ente pubblico economico, per quanto forte possa essere il suo legame con la Pubblica Amministrazione, opera secondo diritto privato, differenziandosi per questo dalle Pubbliche Amministrazioni: non è pertanto, la ripetizione è doverosa, Pubblica Amministrazione.

Esclusi dalla relativa normativa, per gli Enti pubblici economici si applicano le consuete norme privatistiche del rapporto di lavoro. Più precisamente i dipendenti dei Consorzi di Bonifica non sono dipendenti pubblici: inspiegabile il transito, via comando, di un dipendenti non pubblico nella Pubblica Amministrazione.

Dato che la delega di Commissario straordinario al dissesto idrogeologico lucano, a Tripaldi l’ha conferita Bardi, il presidente della Regione potrebbe intervenire per ripristinare la correttezza burocratica. Soldi pubblici viaggiano, dalle frane naturali alle frane economico-amministrative.


 

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