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COMITATI DI QUARTIERE, STORIE DI STRAORDINARIA ATTIVITÀ DEI CITTADINI: «ESISTE ANCHE LA PERIFERIA»

Spesso dove non arriva la gestione dell’Amministrazione comunale, ci pensano i potentini ad autofinanziarsi per colorire e creare iniziative tra le loro contrade


La città di Potenza racchiude in sé diverse contraddizioni in relativamente pochi chilometri quadrati, in particolare nella direzione che l’Amministrazione comunale adotterebbe tra centro e periferie.

Dalla gestione che si attuerebbe del Trasporto urbano, della raccolta e smaltimento dei Rifiuti, del servizio di cura del Verde pubblico – tutte cose costantemente denunciate su queste colonne. Alla luce di queste premesse, una delle variabili da valutare sarebbe, quindi, che la presenza di questi ed altri servizi considerati basilari per qualunque cittadino sia diffusa in modo equilibrato tra le diverse zone del capoluogo lucano.

Ma spesso e – fortunatamente – volentieri, a sopperire alle basilari carenze di gestione Comunale vi sono i cosiddetti “Comitati di Quartiere”: organismi territoriali, senza scopo di lucro, di partecipazione democratica dei cittadini, che svolgono un ruolo propositivo e consultivo attraverso la partecipazione attiva dei residenti per un sano e costruttivo rapporto con le Istituzioni ed è uno strumento indispensabile per migliorare e semplificare la qualità della loro stessa sopravvivenza cittadina.

«Siamo all’inizio di un percorso e vorremmo che i cittadini sentissero il quartiere come la loro casa e fossero spronati a partecipare in prima persona per risolvere i problemi che ci sono nel territorio dove vivono o svolgono la loro attività, oppure anche semplicemente migliorare e arricchire le possibilità di incontro e ritrovo della Comunità ».

Queste le premesse che fa Giovanni Caggiano, presidente del Comitato di quartiere di “Rossellino”.

È stato lui a segnalarci che nei giorni scorsi, mentre nel centro storico di Potenza incalzavano i preparativi per la festa del Santo patrono, in contrada Ciciniello Bandito «abbiamo organizzato un’iniziativa religiosa volta a festeggiare la Madonna, ristrutturando un’Edicola votiva e restaurandone la statua ».

Tutte attività che i cittadini della contrada hanno finanziato di tasca propria. «Come spesso accadde», evidenzia Caggiano.

A volte per buona consuetudine di senso civico, altre per mera necessità: «ché lì dove non arriva l’attenzione del Comune, ci pensiamo direttamente noi del Comitato». spiega Caggiano.

I “contradaioli” infatti non sono nuovi alle pratiche di recupero del quartiere: hanno ristrutturato una pensilina della zona inserendoci una panchina recuperata dal parco della torre Guevara di Potenza, ora in fase di cantiere – ovviamente con gli appositi permessi – eppure, sempre di tasca propria, vi hanno rimesso per il trasporto e l’installazione.

Resta sì il fatto della buona pratica di recupero e riuso, di cui qualsiasi guru del green economy andrebbe fiero, ma resta la questione non di certo trascurabile di quanta invisibilità possa esserci per questi cittadini, solo perché a pochi chilometri dal raggio visivo del centro storico.

Caggiano spiega come nella contrada in cui vive e in cui è parte attiva del Comitato e, quindi, delle attività che vanno dalle più blande di pratica gestione a quelle di organizzazioni di eventi e iniziative volte a impreziosire le attività di incontro e confronto per la Comunità della contrada, «non è raro autofinanziarsi per poter godere di un giovamento che forse ad altri cittadini del centro storico, magari, sono dati quasi per scontati».

Racconta che spesso, sono soliti organizzare appuntamenti di cultura, laboratori, a cui non mancano di partecipare anche personaggi della politica cittadina, sì, ma che l’attenzione da rivolgere a questi luoghi sarebbe indiscutibilmente da migliorare nonché sensibilizzare: «Perché non vi sono cittadini di serie A e cittadini di serie B», conclude Giovanni Caggiano.

La città in cui l’uomo vive e si muove dovrebbe essere universale, che sia centro o periferia.


 

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