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TRIPALDI E I MILIONI DEL DISSESTO

Al Dg plenipotenziario la Sanità sta stretta: col Commissario appalti a gogo e lavori dalla fine incerta


MITIGAZIONE IDROGEOLOGICA: DALLA MANCATA TRASPARENZA ALL’ENIGMA SULLO STATO D’ATTUAZIONE DEI PROGETTI FINANZIATI


Per il plenipotenziario Dg regionale Domenico Tripaldi, nel passaggio dal Dipartimento Programmazione e Finanze a quello della Sanità, l’invariante è rappresentata da un incarico assegnatogli dal presidente Vito Bardi nel 2020 e che lo stesso tuttora ricopre: Commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Basilicata. A distanza di 2 anni dalla nomina, chissà se il governo regionale intende fare il punto sull’operato di Tripaldi.

Al contrario di quello che si può genericamente percepire ogni qualvolta accade in Basilicata una sciagura naturale, come quella, per esempio, della frana di Pomarico, di milioni, dal Governo nazionale e dall’Ue, ne arrivano in continuazione. Un fiume di denaro pubblico per gli interventi, ma anche per il funzionamento della cosiddetta struttura Commissariale.

L’INAMOVIBILE ARCHITETTO BUONSANTI

Già in era Bardi, per il triennio 2019-2021, è stato predisposto, dalla struttura di Staff del Commissario e per il «funzionamento della struttura Commissariale » stessa, un “Programma triennale delle spese generali” per l’importo complessivo di poco più di 2milioni di euro. Nella struttura di supporto al Commissario, l’inamovibile architetto Gaspare Buonsanti: dal 2011, proroga dopo proroga, è ancora lì.

TRASPARENZA: QUELL’OBBLIGO DI LEGGE SCONOSCIUTO A TRIPALDI

Per Tripaldi, alla costante dell’incarico in questione, ce n’è un’altra da aggiungere: la mancata pubblicazione della relazione annuale che riepiloga e integra gli aggiornamenti sullo stato di avanzamento degli interventi. L’ultima disponibile, risale al 2018, contiene le attività dell’anno precedente ed è firmata dall’allora presidente della Regione, Marcello Pittella.

Eppure certi obblighi di legge in materia, sono chiari oltreché stringenti. I Commissari autorizzati alla gestione di fondi statali per la realizzazione di specifici interventi, per esempio, devono trasmettere «annualmente all’ufficio di controllo, ai fini del successivo inoltro al Ministero delegante ed alla competente sezione di controllo della Corte dei conti, una relazione sullo stato di attuazione dell’intervento indicando, qualora esso non sia concluso nei tempi prestabiliti, le ragioni ostative».

E ancora, in materia di interventi urgenti nelle situazioni a più elevato rischio idrogeologico e «al fine di salvaguardare la sicurezza delle infrastrutture e il patrimonio ambientale e culturale», previsto anche che «ciascun Commissario presenta al Parlamento, annualmente e al termine dell’incarico, una relazione sulla propria attività ». Sarebbe utile avere una bussola nel mare magnum del dissesto idrogeologico lucano per comprendere cosa stia facendo Tripaldi.

DAL “CASA ITALIA” AL PIANO STRALCIO SUGLI ACCORDI DEL 2010

Commissario “fortissimo” negli sprint iniziali, affidamenti di indagini geotecniche e geognostiche a gogo, ma che poi sembra proprio perdersi la strada, casualmente o causalmente, che conduce alla conclusione degli interventi milionari. Nella Giunta di oggi, prevista l’approvazione dell’elenco degli interventi volti alla messa in sicurezza della Basilicata in relazione al rischio idrogeologico e finanziati come da Dpcm del giugno dell’anno scorso. In base alla ripartizione delle risorse su base regionale, i soldi disponibili per la Basilicata ammontano a 6milioni e 679mila euro.

Come priorità, però, Tripaldi ne ha già 5 anche se valutando lo stato di attuazione, della tanto attesa accelerazione non ce n’è poi traccia se non per i soliti preliminari. Data la dilatazione dei tempi di attuazione degli interventi sia per la programmazione attivata nel decennio 1998-2008 sia per gli Accordi di programma 2010-2011, dilatazione «inconciliabile con l’urgenza di provvedere tempestivamente», dell’Accordo di Programma del 14 dicembre 2010 tra l’allora Ministero dell’Ambiente e la Regione Basilicata, finalizzato, già all’epoca, alla programmazione ed al finanziamento di «interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico », c’è stato nel 2020 un Piano stralcio.

A suggerire “clemenza” per le Regioni, la Sezioine centrale di Controllo della Corte dei Conti, che, nel 2019, rilevando l’arearsi dei progetti, aveva evidenziato al Ministero «l’opportunità di finanziare gli interventi dei quali sia stata finanziata la progettazione, al fine di evitare un uso distorto delle risorse pubbliche».

NELL’INCOGNITA STATI D’AVANZAMENTO, LA CERTEZZA: GLI APPALTI NON FINISCONO MAI

A Roma, detto, fatto: individuati i 5 interventi lucani, per la Basilicata, 6milioni e 263mila euro. Tra i 5 progetti, anche quello da 1milione e 500mila euro per Pomarico, ovvero per il consolidamento e la sistemazione idrogeologica di “Fosso Cutana”. La frana, ma non solo quella, aspetta il Commissario Tripaldi, che è anche Dg alla Sanità, tanto che in Basilicata gli interventi del dissesto si portino a conclusione o meno, sembra solo un problema relativo. Appalti e affidamenti, anche diretti, sono come i milioni di euro che continuamente arrivano: un fiume che scorre sempre.


 

Ferdinando Moliterni

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