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GUARENTE E LA POTENZA DEL BILANCIO

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Non bisogna essere un premio Nobel dell’economia per capire che non esiste “un bilancio sano con una massa debitoria”. Ora lasciamo stare l’uso disinvolto ed arrischiato fino al ridicolo di mettere assieme termini inconciliabili per loro stessa natura contabile, ma che l’autore della singolare teoria con cui s’è azzoppata la logica del terzo escluso di Aristotele sia nientemeno che il sindaco di Potenza Mario Guarente, la dice lunga sulla sua qualità amministrativa e sulla possibilità di ripianare nel migliore dei modi la voragine del debito che peraltro deve aver preoccupato il Prefetto di Potenza Campanaro se ha diffidato il Comune ad approvare velocemente il bilancio, pena lo scioglimento anticipato del Consiglio. Eppure per quanto la possa buttare sul passato, anche le colpe di Guarente non sono poche. Innanzitutto c’è quella di aver dormito sulla vicenda giurisdizionale che ha sentenziato l’onere del debito e poi quella della mancanza di una cultura previsionale in grado d’incidere efficacemente sulle spese correnti, per non parlare del silenzio omertoso sugli effetti applicativi del Decreto Aiuti riguardo a tasse municipali ed addizionali da incrementare. Ha scritto Renzo Sertoli Salis: “Bilancio. Sempre in deficit, ma sempre sulla via del pareggio”.

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