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STOP AD USO AGROFARMACI ILLEGALI

Se uno Stato membro non adegua i propri obiettivi nazionali di riduzione per il 2030 come raccomandato, si legge nel testo della bozza, «la Commissione esercita i suoi poteri a livello di Unione per garantire che l’obiettivo sia fissato entro i parametri del presente regolamento»

La mannaia della Commissione UE sugli agrofarmaci

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La nuova bozza del regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci che circola a Bruxelles inasprisce ancora le disposizionirispetto al testo che doveva essere formalizzato in marzo.

Nella vecchia versione del regolamento, gli Stati dovevano darsi obiettivi vincolanti nazionali per una riduzione dell’uso di agrofarmaci del 50% entro il 2030.

Ma le eccezioni previste nella prima bozza consentivano di tener conto anche del punto di partenza dei Paesi e dei progressi fatti dal 2011 in poi, portando il target di riduzione per Paese – da inserire in piani nazionali – al 25%.

Il nuovo testo riduce sensibilmente questo margine di flessibilità: «In nessun caso nessuno degli obiettivi nazionali di riduzione al 2030 può essere inferiore al 40%» si legge all’articolo 5.

Se uno Stato membro non adegua i propri obiettivi nazionali di riduzione per il 2030 come raccomandato, si legge nel testo della bozza, «la Commissione esercita i suoi poteri a livello di Unione per garantire che l’obiettivo sia fissato entro i parametri del presente regolamento»

Cioè, si avvia la procedura di infrazione.

Anche i requisiti dei piani nazionali diventano più dettagliati e onerosi.

Ad esempio, l’utente professionale, prima di ricorrere a un fitofarmaco di sintesi, «deve dimostrare» di avere considerato un elenco di alternative, dalla rotazione delle colture alle reti, dalla prevenzione via pulizia dei macchinari all’utilizzo di cultivar resistenti» 

La stessa Commissione riconosce che la nuova legislazione comporterà un aumento dei costi di produzione, una riduzione delle rese, l’inclusione di un livello di costo aggiuntivo per quegli utilizzatori professionali di pesticidi che attualmente non utilizzano consulenti.

Anche «i consumatori dell’UE potrebbero vedere un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari», che potrebbe portare a un aumento delle importazioni da Paesi terzi con una regolamentazione meno rigorosa dell’uso degli agrofarmaci.

Se il testo rimanesse com’è, ci sono buone possibilità che trovi grossi ostacoli all’approvazione in Consiglio UE

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 17/2022

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La Commissione Ue alza ancora il tiro contro gli agrofarmaci
di A. Di Mambro

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