se c’è una cosa su cui concordano gli analisti è che la Basilicata sotto la guida addormentata del settantenne napoletano Bardi ha fatto conoscere davvero il peggio del centrodestra con tutta la sua infinita esibizione d’inciampi, gaffe ed intemperanze, compresa quella sessista al centro dello sdegno che ha riversato sulle pagine nazionali. Ora però con una sortita ancor più goffa il consigliere di FdI Rocco Leone, quasi per giustizia ripartiva e naturalmente per autoassolversi al meglio delle sue comodità, s’applica l’astensione di due settimane dalle sedute di Consiglio e commissioni. Lasciamo stare l’arditezza pubblica e perfino la faccia tosta con cui ci si vanta dell’autodafé, peraltro senza il contrappasso della sospensione da consigliere, ma il punto riguarda l’onore stesso della politica ed il suo dovere di proteggere la Basilicata, anziché farla essere lo zimbello d’Italia. Eppure la fenomenologia del cattivo gusto non vive solo delle battutacce di Rocco Leone, ma anche del giustificazionismo indecente di Piergiorgio Quarto come dell’incapacità di punizione istituzionale di Vito Bardi, buono a far chiacchiere, ma non a cacciarlo una volta per tutte dalla maggioranza. Pare risentire l’Amleto di William Shakespeare: “Oh! Io sono lo zimbello della sorte”.