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IMPRESE E COVID: I FONDI FORMAZIONE

La magistratura contabile fa il punto sul biennio 2020-2022 e lancia moniti in previsione della spesa delle Regioni dei milioni di euro del Pnrr


LAVORO, IL REPORT


Interessanti input investigativi per la Basilicata sono riportati nel rapporto semplificato concernente il “Fondo nuove competenze” così come approvato dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti.

Con i Decreto Rilancio del maggio 2020, è stato istituito presso l’Anpal il “Fondo nuove competenze (Fnc)” allo scopo di aiutare le imprese, dopo la crisi provocata dal Covid- 19, a sviluppare capacità lavorative aggiornate e innovative necessarie per la ripresa.

Il rapporto della Corte dei Conti, tuttavia, per quanto analizzi dati del recentissimo passato, guarda al futuro, ovvero al Pnrr perchè, tra le altre cose, nell’ambito della Missione 5 della componente 1 “Politiche per il lavoro”, lo scopo, in sintesi, di realizzare una riforma strutturale delle politiche attive del lavoro e della formazione. Ad ogni modo, il finanziamento iniziale è stato previsto nel limite di 230 milioni di euro, ma la dotazione finanziaria del Fnc è stata incrementata di ulteriori 200 milioni di euro per l’anno 2020 e di 300 milioni di euro per l’anno 2021, a valere sul bilancio dello Stato.

L’Anpal ha chiarito alla magistratura contabile che le risorse complessivamente erogate per i progetti formativi, a febbraio 2022, sono state pari a oltre 547 milioni di euro. Avendo fissato i riferimenti generali, è ora possibile esaminare l’“universo” lucano. Complessivamente, per la Basilicata sono state 286 le le richieste di contributo presentate, relative, in modo documentale, ad una platea di 7mila 232 (1milione, 609mila e 183 ore) per un totale di importo previsto pari a 21milioni e 297mila euro.

In Italia, , il maggior numero di istanze, delle quali il 27,02 % ha la sua sede in Campania, è risultato quello dell’Area Sud e Isole (7.527 istanze); la Lombardia, al contrario, è la regione che emerge per il più alto importo richiesto per la realizzazione degli interventi formativi (oltre 399milioni di euro).

ISTANZE PRESENTATE

Le istanze della Basilicata, hanno così rappresentato l’1,96% del totale italiano, mentre a livello di importo correlato, l’1,45%.

Un abisso se il dato confrontato a quello della Lombardia (27,25%). In ogni caso, per la Basilicata le istanze di contributo ammesse sono state 118 ed hanno coinvolto, in modo documentale, una platea di 4 mila e 244 lavoratori per un totale di importo pari a 13milioni e 55mila euro. In Italia, anche in questo caso ai 2 estremi, Campania e Lombardia.

AMMESSE A CONTRIBUTO

In riferimento alle istanze di contributo ammesse, il maggior numero, pari a 3.277, è riferibile alle imprese dell’Area Sud e Isole, con la Campania che emerge con il 24,87%, mentre la Lombardia spicca per il suo il 34,35 % delle risorse nazionali autorizzate. Percentualmente, a numero di istanze ammesse a contributo, la Basilicata si è fermata a quota 1,75%, mentre sul fronte economico all’1,67% del totale autorizzato nazionale.

Sono risultate, invece, 6 le istanze non ammesse a contributo per un totale di oltre 187mila euro.

In via generica, l’Anpal ha motivato chiarendo di aver rilevato come cause principali la cessazione o l’inattività dell’azienda, la fase di liquidazione dell’azienda, l’irregolarità del documento unico di regolarità contributiva (Durc), il parere negativo al progetto formativo espresso dalla regione competente, la comunicazione di informazioni non corrette o non emendate dall’azienda e l’assenza di requisiti da parte del sindacato firmatario dell’accordo. Le istanze sospese, inoltre, sono 3 in Basilicata per un totale di poco più di 46mila euro. Infine, 2 le istanze di contributo per complessivi 100mila euro.

RENDICONTI: LA METÀ LUCANA CHE MANCA

Su un totale nazionale di istanze ammesse a contributo (5.368), per le quali le aziende hanno rendicontato un importo pari a 547milioni e 401mila euro, è emerso che i relativi progetti formativi hanno coinvolto 285.969 lavoratori per un numero di ore di lavoro in rimodulazione complessivamente pari a 32.343.393. Se l’Area Sud e Isole è quella con il maggior numero di istanze approvate (3.277), l’Area Nord è quella che ha rendicontato l’importo più considerevole (oltre 283milioni di euro). La Basilicata ha di poco oltrepassato il giro di boa. Sono risultate 93 le istanze rendicontate per complessivi 8milioni e 799mila euro.

Significativo che l’Anpal abbia evidenziato alla magistratura contabile come sia in definizione l’estensione dell’ambito di collaborazione con l’Inps nel processo di controllo per l’attribuzione del saldo delle istanze approvate, nel senso di un previsto coinvolgimento dell’Istituto per l’effettuazione delle verifiche sulla congruità del costo del lavoro rendicontato dai datori di lavoro destinatari del contributo. Per la Corte dei Conti, benchè il “Fondo nuove competenze” sia di recente istituzione, è «necessario monitorare, anche in maniera concomitante, la gestione delle risorse statali da parte dell’Anpal, misurando periodicamente gli indicatori attraverso la rilevazione dei costi e la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge».

Ciò, come ben si comprende, per prevenire o far cessare «situazioni di grave irregolarità e disfunzione pregiudizievoli per la finanza pubblica».

Il “Fondo nuove competenze”, diventato operativo dall’ottobre 2020, ha come obiettivo quello di consentire ai lavoratori di adattare le loro competenze ai cambiamenti della carriera professionale e tra tra gli obiettivi strategici della componente 1 della Missione 5 del Pnrr c’è anche, tra le altre cose, «la riduzione del mismatch di competenze», nonchè «l’incremento della quantità e della qualità dei programmi di formazione anche nei confronti degli occupati».

Quindi, come rimarcato dalla magistratura contabile, nell’attuale prospettiva di cambiamento imposto, tra l’altro, dalla crisi pandemica, «l’auspicio di una riqualificazione delle forme organizzative ed imprenditoriali costituisce l’elemento necessario all’innovazione finalizzata sia al raggiungimento di un impatto sociale positivo e di successo, che alla competitività e alla sostenibilità economica delle imprese partecipanti ai processi di rinnovamento ».

In altre parole, no ad incentivi a pioggia o senza ricadute e doveroso evitare non solo l’allargamento del divario tra Nord e Sud, ma anche quello tra l’Italia e il resto dei Paesi europei. Per questi e altri motivi, «la misurazione dell’impatto – ha concluso la Corte dei Conti -, infatti, può rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo per le aziende perché in grado di valutare l’efficacia dei progetti e dei cambiamenti che questi portano nel mercato del lavoro».


 

Ferdinando Moliterni

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