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IL FLOP DEI FINTI MALPANCISTI

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Non s’era mai visto un consiglio regionale così miseramente privo d’autonomia politica come quello andato ieri in scena, peraltro sotto gli occhi sgranati dei segretari regionali che all’occorrenza hanno svolto le funzioni di vigilantes dei loro fedifraghi consiglieri pur d’incassare l’agognata elezione di Carmine Cicala, perito industriale, ma con ambizioni giurisprudenziali dichiarate e prossime alle genialità di Cassese e Zagrebelsky. Ora che Giuseppe Moles sottosegretario all’editoria scelga di controllare le mosse d’urna del ballerino Francesco Piro anziché preoccuparsi dei problemi insoluti dei lucani non può che dirla tutta sulla portata infelice del suo impegno governativo, pari pressoché allo zero comunitario e di cui bisognerà ricordarsi al giusto momento delle elezioni. Eppure la farsa dell’elezione di Cicala non è solo una delle pagine nere di questo centrodestra di vergogna, ma solleva la questione più generale della credibilità della politica. D’ora in poi la parola di Piro, Baldassare, Zullino, Cariello, Vizziello conterà quanto il due di briscola e sarà giudicata al più come una battutina, magari per strappare qualche strapuntino. Canta Izi: “Buon flop, appena avrai visto. Non so davvero cosa dirai. Don’t stop a questo circo!”.

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