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«I GARGARISMI COL PISELLO»

Dopo il video di Cronache, l’Italia s’indigna per l’insulto sessista di Leone in Consiglio


La “cura” del pediatra già assessore alla Sanità per il mal di gola dell’assessora Merra che disonora la Basilicata


POTENZA. «Le ho consigliato gargarismi di pisello». Una piccola frase che ha alazato un onda di sdegno, esattamente come deve essere. A pronunciarla non un semplice uomo (che non certo sarebbe giustificato) ma addirittura un rappresentante delle istituzioni: il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Rocco Leone.

Una frase pronunciata non certo nei vicoli di una quartiere davanti a uno sprtiz di troppo o ad una rimpatriata tra colleghi di lavoro o addirittura tra ex compagni di classe.

Il teatro dell’ennesimo atto contro le donne è stato il Consiglio regionale lucano. Il luogo chiamato a difendere e garantire i dirritti delle lucane e dei lucano si è trasformato nel peggiore cabarettismo, per usare un efemismo, della storia politica. Nessuno sbaglio, nessuna interpretazione errata della frase. Abbiamo riportato le parole pronunciate nel pieno di una seduta consiliare in diretta streaming, seguita da centinaia di lucani e con tanto di registrazione in corso e microfono aperto.

A ricevere tali parole l’unica donna presente nella Giunta regionale lucana, l’assessora Donatella Merra. L’assessora sarebbe “rea” di aver chiesto consiglio al dottor Leone per un dolore alla gola. Un consiglio medico che si è, però, trasformato in un vero e proprio caso di sessismo. Una frase sentita dai diversi presenti in Aula che hanno provato, non riuscendoci, anche a coprire i microfoni per evitare che succedesse l’irreparabile.

Eppure, nonostante fosse stata sentita dai diversi consiglieri regionali nessuno ha inteso dire nulla, finchè Cronache Tv ha mandato in diretta il video della frase shock pronunciata da Leone. Nessuno si sarebbe preoccupato di comprendere come mai l’assessora Merra da prima presente in Aula si è subito allontanta dopo tale battuta per non toranre più.

Il diretto interessato contattato dall’Ansa ha definito «Una battuta goliardica che non ha altri significati». Al momento sembrerebbe che non siano giunte neanche le scuse ufficiali. La frase ha provocato la reazione indignata del centrosinistra e di diverse organizzazioni, tra le quali i sindacati e le rappresentanti di pari opportunità che ne hanno chiesto le dimissioni. Non solo.

La notizia è ribalzata sui social velocemente, tando da giungere anche all’orecchio del’ex ministra Laura Boldrini che con tweet ha rimarcato «Un’affermazione veramente disgustosa e misogina, chi l’ha pronunciata non è un soggetto adatto a rappresentare le istituzioni. Dovrebbe fare solo due cose: scusarsi e poi dimettersi, per salvaguardare la dignità del consiglio regionale».

Dopo il coro di solidarietà all’assessora Merra anche il neo Ufficio di presidenza ha fatto sapere che nelle prossime ore si riunirà per adottare le azioni disciplinari conseguenti, stigmatizzando «Un atteggiamento, quello del consigliere Leone, che lascia tutti sorpresi e imbarazzati ».

Ai gesti che ogni giorno si dice di voler perpetare in favore delle donne è arrivata l’ora che seguano anche i fatti. Siamo state abituate a battute di questo genere, sappiamo come accennare un sorriso e passare oltre.

Le tante parole di solidarietà rivolte a Donatella Merra ci ricordano, però, che non siamo obbligate a farlo, che non tutto è etichettabile come un gioco.

Soprattutto quando non fa ridere. Anche quando non si scivola nella molestia vera e propria, questi atteggiamenti sono altrettanto dannosi, sono continue delegittimazioni della professionalità e del lavoro della donna in oggetto.

È proprio contro questo mix di sessismo, paternalismo pesante e mediocre machismo che come giornalista io mi sento di dover alzare la penna e non girarmi dall’latra parte come qualcuno vorrebbe.

Perchè tutte potremmo essere la Donatella Merra di turno e nell’Aula o di fronte a noi ci sarà sempre chi ancora riderà a queste situazioni invece di indignarsi.

E per cambiare qualcosa è arrivata l’ora di partire propio da qui. Io sto con Donatella Merra.


 

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