Forse non tutti gli appassionati di calcio sanno che a Potenza c’è il vice presidente dell’associazione direttori sportivi italiani, in sostanza il vice di Marotta.

Si tratta di Rocco Galasso che, tra le altre passioni, colleziona maglie delle squadre di serie A. Galasso ne possiede circa mille e quattrocento.

«Inizio a collezionare casacche – spiega Galasso – nel primo anno in cui vengono messi i nomi dietro le maglie, ossia la stagione 1995-96.

Sono gli anni forse prestigiosi del calcio italiano quando cioè i migliori interpreti sceglievano di venire a giocare nelle nostre squadre di club».

«Ho continuato – prosegue Galasso – a collezionare maglie fino a questa stagione per una collezione che non finisce mai perché è un universo talmente vasto che non ha mai fine. Basti pensare che solo quest’anno il Napoli, con la maglia rievocativa di Maradona, ha cambiato una infinita’ di casacche.

Oggi abbiamo la seconda, terza, quarta maglia e addirittura quella per le competizioni internazionali. Insomma diventa impossibile collezionarle tutte.

Inizialmente pensavo di collezionarne una per ogni squadra che avesse partecipato alla serie A, oggi invece sono arrivato a 1.400 maglie».

Sentiamo come è cambiata la casacca negli anni. «In maniera totale – aggiunge il direttore sportivo Rocco Galasso – perché una volta i tessuti erano molto diversi, gli sponsor in rilievo, le taglie enormi.

Oggi invece tutto è slim tanto che sembra di aver addosso una seconda pelle. Preciso che solo grazie alle tante amicizie coltivate nel mondo del calcio riesco ad avere, per esempio, l’ultima maglia con cui Tonali del Milan realizza il gol decisivo allo stadio Olimpico contro la Lazio e tiene in corsa i rossoneri nella volata scudetto».

Una passione condivisa. «Esatto – conferma Galasso – e questo mi porta molto frequentemente ad organizzare eventi di presentazioni di maglie spesso legate ad iniziative benefiche».

Tra i cimeli vi sono alcune casacche indimenticabili. «Come quella del fenomeno Ronaldo – ribadisce il Ds potentino, Rocco Galasso – di cui conservo anche gli scarpini; poi quella di Roberto Baggio, Francesco Totti, Franco Baresi, Alessandro Del Piero e di Omar Batistita che in qualità di tifoso della Fiorentina ho avuto il piacere di conoscere personalmente.

Confesso che ho anche quella di Vlahovic la cui scelta di passare alla Juve però giudico condivisibile». Infine sulle maglie storiche soppiantate da quelle moderne.

«Mi dispiace – conclude Galasso – perché il calcio è appartenenza e legame a dei colori precisi. Sarebbe bene non dimenticare mai le casacche tradizionali del nostro calcio».


 

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