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GIORNATA SULLA SALUTE E SICUREZZA DEL LAVORO

Si continua a parlare di morti sul lavoro, ma dietro i numeri ci sono famiglie distrutte e vite infrante

Salute e sicurezza sul lavoro sono due termini e due condizioni che si legano ancor più dopo questi anni di pandemia.

Nella Giornata Mondiale dedicata, sui punta, già dagli scorsi anni, al dialogo sociale a livello nazionale, nella ricerca di soluzioni adeguate per proteggere la salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

Eppure, purtroppo, l’Italia continua a contare “più di mille vittime sul lavoro ogni anno e qualche centinaio di migliaia di infortuni. Per questo La Giornata Mondiale per La Salute e per la Sicurezza sul Lavoro deve diventare un’occasione preziosa di riflessione per tutti gli amministratori del nostro Paese e per chiunque si occupi di sicurezza sul lavoro: dai formatori ai responsabili della sicurezza aziendale, ai datori di lavoro” sottolinea l’Osservatorio Sicurezza.

Gli esperti di Vega Engineering, infatti, hanno realizzato una mappatura della mortalità sul lavoro in Italia dell’ultimo quadriennio.

Con un primo tragico risultato: sono 4.713 le vittime sul lavoro da gennaio 2018 a dicembre 2021. Una storia di morte in cui si inserisce la vicenda pandemica che fa rilevare 811 decessi sul lavoro per Covid registrati tra il 2020 fino a dicembre 2021.

Ma, mentre la pandemia incide sempre meno nella mortalità sul lavoro, ad inquietare è invece l’incremento degli infortuni mortali con esclusione delle morti per Covid: infatti si registra nel 2021 rispetto al 2020, un aumento di casi di morte sul lavoro stimato in quasi il 40%.

La piaga sembra dunque non rimarginarsi. Anzi, i lembi della ferita si lacerano sempre più, specie al Centro e al Sud della Penisola.

Sul fronte delle denunce di infortunio si registra una tendenza al decremento, in parte certamente dovuta all’inizio della pandemia e al lungo lockdown che ha ridotto il numero di ore lavorate e ha favorito la diffusione dello smart working.

Analizzando la mortalità per fasce d’età infine l’Osservatorio Vega fa emergere un dato molto interessante: ad essere a maggior rischio sono gli ultrasessantacinquenni, come a dire che è più facile morire sul lavoro da adulti o in età avanzata, mentre e più frequente infortunarsi in modo meno grave da giovane.

La situazione resta dunque allarmante anche in questo 2022 che nel primo bimestre fa registrare secondo dati denunciati all’Inail, 121.994 infortuni (+47,6%) e 114 con esito mortale (+10 rispetto anno precedente). Le Patologie professionali risultano essere 8.080 (+3.6%).

 

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