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LA QUADRA NON C’È: VERSO IL BARDI QUATER?

Se i dissidenti si compattano l’unica soluzione è il rimpasto

IL DIARIO DELLA CRISI


DI MASSIMO DELLAPENNA


Le veline diffuse da via Verrastro trasudavano ottimismo, la maggioranza allineata e coperta avrebbe votato Cicala dalla quarta chiama. Eravamo stati facili profeti nel ritenere che questo risultato era tutt’altro che scontato.

All’ora di pranzo Cicala ha concesso una sospensione di dieci minuti che si sono rivelati i dieci minuti più lunghi della storia.

UN INIZIO SCOPPIETTANTE

Che non potesse andare tutto bene si era capito dalla prima dichiarazione di voto.

Il primo a prendere la parola è Baldassarre, il fedelissimo sacrificato da Bardi sull’altare della pacificazione con Fdi. Il Consigliere Regionale di Idea comunica che non avrebbe ritirato la scheda per la votazione del Presidente. Subito dopo gli fa eco Zullino che, prendendo spunto dalla richiesta di Baldassarre chiede il rinvio della votazione e la convocazione di una riunione di maggioranza anche con i segretari di partito.

È il capogruppo del fare della Lega che subito stronca l’ipotesi: “si deve votare subito”, ordina. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Su 5 consiglieri regionali della Lega, due non partecipano al voto. I due leghisti non votanti uniti alla dichiarata assenza di Baldassarre rendono impossibile l’elezione del Presidente del Consiglio. Non serve un mago della politica, basterebbe un pallottoliere.

La maggioranza, però, decide di correre come un treno verso il burrone, incurante dei segnali di pericolo. Addirittura continua a farlo anche quando le tre votazioni hanno già mostrato che quota 11 è molto lontano dall’essere raggiungibile.

LA MAGGIORANZA NON ESISTE

La maggioranza in Consiglio non esiste o, quanto meno, non esiste intorno agli equilibri che hanno dato vita al Bardi ter.

Una rispolverata al manuale Cencelli e una ripetizione della tabellina del due consente di far capire anche ai più sordi alle regole della politica che, se i consiglieri regionali di maggioranza sono 12 (più Bardi) e le postazioni di primo livello sono 6 (5 assessori e la Presidenza del Consiglio), serve il sostegno di due consiglieri eletti e di un subentrante per avere un assessore interno al Consiglio, di due Consiglieri per avere un assessore esterno o il Presidente del Consiglio.

La matematica non si presta ad interpretazione. In questo momento i tre Consiglieri di Fdi sostengono soddisfatti i due assessori di Fdi; Fanelli, Cariello e Aliandro sostengono con entusiasmo l’assessorato di Fanelli.

I problemi si pongono per l’assessorato della Merra (sostenuto solo da se stessa e quindi senza sostegno in Consiglio), per la Presidenza di Cicala (sostenuto solo da se stesso) e per l’assessorato di Cupparo sostenuto solo da Bellettieri. In pratica restano fuori dalle regole cencelliane Vizziello, Baldassare, Zullino, Piro e Sileo (anche se quest’ultima ha votato in modo compatto con la maggioranza).

VERSO IL BARDI QUATER?

La soluzione del problema non può passare solo per la Presidenza del Consiglio Regionale. La Lega minaccia l’espulsione di Zullino e Vizziello. A quel punto, però, la Lega avrebbe solo tre consiglieri regionali, decisamente troppo poco per giustificare due assessori e la Presidenza del Consiglio.

Senza contare che l’ufficializzazione dell’asse Baldassarre- Vizziello-Zullino vedrebbe un cambio totale degli equlibri della maggioranza con tre gruppi (Fdi, Lega e i tre dissidenti) che avrebbero diritto di avere lo stesso peso negli organismi avendo gli stessi numeri in Consiglio.

Se i tre avranno la forza e la determinazione di non cedere senza un azzeramento della Giunta e la riapertura della discussione su tutte le postazioni, il Bardi ter sarà da considerarsi defunto e si dovrà andare verso un Bardi quater in cui rivedere i rapporti di forza in modo paritario tra le tre forze più grandi del Consiglio Regionale. A rimetterci, a quel punto, non potranno che essere Merra e Cupparo per ritrovare la pace in Consiglio Regionale e un riavvio della legislatura.

La balcanizzazione del Consiglio Regionale è servita, il centrodestra è esploso e Bardi sta mostrando tutti i suoi limiti nella gestione della crisi. Nel frattempo, fuori dal palazzo e dal teatrino della politica la crisi vera imperversa mentre in aula giocano.


 

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