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AGRICOLTURA 5.0, UN “SEMINARIO” DI TECNOLOGIA

Matera, l’Università di Basilicata esplora le frontiere digitali, robotiche e innovative dell’agronomia del futuro

Le sfide tecnologiche per l’agricoltura di precisione e la gestione sostenibile dei paesaggi questo il tema affrontato nella sede della Casa delle Tecnologie Emergenti a Matera nel corso del Ciclo di seminari Organizzato dall’Unibas e avente un particolare focus sulle sfide future inerenti l’innovazione, imprese e trasferimento tecnologico.
Angelo Cotugno assessore comunale all’innovazione ha sottolineato l’importanza del seminario soprattutto per gli studenti per interessarli ai processi di transizione digitale che coinvolgono non solo la pubblica amministrazione, ma l’intero tessuto economico sociale e produttivo. Cotugno ha anche ricordato come i partner scientifici della Casa delle tecnologie, attiveranno processi formativi che si svilupperanno anche con master finalizzati a una formazione verticale e sviluppare un’ academy che proverà a formare ad avvicinare diciamo i giovani e i professionisti alla formazione ma anche alle imprese che saranno interessate poi a partecipare a questi processi agli acquisire le professionalità. Nuno Canada dell’
INIAV -Istituto Nazionale di Ricerca Agraria e Veterinaria di Portogallo ha poi sottolineato il ruolo strategico dell’investigazione agricola nello stimolo alla dinamizzazione della ricerca scientifica nelle aziende del settore agricolo favorendo tecniche agronomiche sostenibili che valorizzano il processo di trasformazione. -Un processo che, ha detto Paola D’Antonio dell’Università degli Studi della Basilicata, che coinvolge anche la dieta mediterranea e un’agricoltura monitorata in tutte le fasi dalla coltivazione al prodotto finito, che, collegate alla block chain servono anche a garantire il Made in Italy-
Michele Perniola poi dell’ Università degli Studi della Basilicata si è concentrato sulla comparazione dei modelli degli obiettivi della politica agricola comunitaria a quelli degli Stati Uniti ai fini della individuazione delle strategie tecniche di produzione agricola più efficiente, razionale e sostenibile. Luigi Sartori invece, professore dell’ Università degli Studi di Padova e guru dell’agricoltura di precisione, ha tracciato un profilo dello sviluppo tecnologico arrivando all’ agricoltura di precisione 3.0 che è la raccolta dati come quelli satellitari, l’evolutissima agricoltura di precisione 4.0 che è l’elaborazione dati e la super agricoltura 5.0 che è attuazione fisica con robotica e intelligenza artificiale applicata all agricoltura. Il momento clou del seminario lo ha fatto registrare Enzo Acito, uno dei realizzatori della Casa delle tecnologie, ingegnere, tecnico ed ex-amministratore: -Sono al cospetto di ragazzi che si stanno affacciando al mondo del lavoro e vorrei cercare di lanciare un messaggio di speranza perché gli interventi dei professori che mi hanno preceduto sono tutti interventi che hanno la centralità del cervello perché tutto questo ruota intorno al cervello umano che è un elemento che è coltivato all’interno dell’università ma poi deve lievitare e deve diventare efficace e operativo nel mondo della produzione. Noi, ha proseguito Acito, viviamo in una regione che è al terzultimo posto come prodotto interno lordo e che ha la più alta percentuale di immigrazione di cervelli e che se non ci fosse Stellantis e il petrolio, sarebbe l’ultima regione in Italia. Eppure d’altro canto, ha asserito Acito, la Basilicata è una regione che ha forse sotto il profilo del rapporto della popolazione la più alta percentuale dei centri di ricerca. Oltre alle eccellenze dell’ Unibas, c’è il CNR, l’Agribios, il Centro di geodesia spaziale-
Fatte queste premesse, Acito è giunto al nodo della questione dicendo:- Occorre dunque trovare una soluzione che è come trattenere i ragazzi e fare in modo che possono sviluppare le loro attività su questo territorio per dare le loro energie e l’intelligenza alla crescita di questo territorio-
Ma lo stratega e progettista della Casa delle tecnologie di Matera, non si è fermato qua, Acito ha infatti poi parlato del fiore all’occhiello della innovazione, formazione e applicazione della tecnologica che è -L’Academy pensata a Matera, ha detto Acito, per formare 50 ragazzi all’anno per tre anni con borse di studio pagate dal ministero del Sud che le trasferisce all’Unibas e le docenze vengono fornite dai grossi players che siccome sono interessati a costruire queste figure professionali per alimentare il proprio circuito forniscono i docenti alle università-
Ed è così che il principale proponente e fautore della Casa delle tecnologie emergenti ha rivelato qual è la scommessa: – La scommessa, ha detto Acito, è la caratterizzazione della città come un luogo che ha una grande vocazione in termini di ispirazioni, del resto, ha aggiunto Acito, basta guardare un qualunque affaccio sui Sassi per comprenderlo-
Tutto ciò in pratica significa, ha concluso Acito, che un creativo che si trova a Matera ha la possibilità di poter arrivare a raggiungere i propri obiettivi molto meglio che se fosse al centro di Milano per cui qui si creano le condizioni per innescare il processo delle imprese culturali che gravitano intorno all’ Academy, il che innesca processi di contaminazione locale e favorisce un circuito virtuoso di talenti e opportunità lavorative per i ragazzi del nostro territorio-

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