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PER CICALA OGGI È IL “GIORNO X”

Re Carmine verso la conferma, ma si preannuncia un Consiglio al vetriolo

IL GOLDEN NUMBER BALLA PER LE INCERTEZZE DI BALDASSARRE, ZULLINO, VIZZIELLO E PIRO CHE SE SI UNISSERO…


DI MASSIMO DELLAPENNA


Oggi si comincia, si inizia a votare per l’elezione del Presidente del Consiglio Regionale, una figura che sulla carta appartiene a tutto il Consiglio fornendo garanzia di imparzialità e garantendone il corretto funzionamento ma che in realtà da tempo è uno degli elementi essenziali per la tenuta degli equilibri della maggioranza, vale quanto un assessorato e come tale viene trattato.

IL BARDI TER

Un mese fa è nato il Bardi ter, dopo il tentativo decisionista del Generale, il manuale cencelli ha preso il sopravvento. In una maggioranza di 12 più il Presidente, ad ogni due consiglieri spetta una postazione. La Lega con sei consiglieri prende tre postazioni piene (due assessori e la Presidenza del Consiglio), Forza Italia con due consiglieri prende un assessore e Fratelli d’Italia con tre consiglieri prende un assessore pieno e uno coi resti. Tutto risolto sulla carta ma non tutti sono soddisfatti.

I PARTITI

FdI ha mostrato compattezza, forza e determinazione, ha assorbito la fuga in avanti di Baldassarre aprendo le porte a Leone e ha ottenuto i due assessori tenendo fermo l’ultimatum sulla sfiducia fino alla fine. Forza Italia ha assistito al cambio di nome deciso da Bardi lasciando sul campo l’ira di Piro che, poi, ha dovuto subire pure la “trombatura” di Acito da consigliere di Bardi per ordine sindacale sul quale il Capogruppo non ha nascosto il suo disappunto.

Più complessa la situazione in casa Lega dove le tre postazioni sarebbero espressione delle anime interne: Fanelli del gruppo Pepe, Merra del Gruppo Zullino-Merra-Vizziello e Cicala sarebbe espressione del forte consenso della Val d’Agri anche se in Consiglio è rappresentato soltanto da se stesso. Proprio nella Lega la ripartizione ha lasciato non pochi mal di pancia.

L’asse Merra- Zullino si sarebbe rotto con Zullino che avrebbe voluto per se l’Assessorato, la Sileo è uscita dal Gruppo Consiliare (pur rimanendo nella Lega), Vizziello non pare essere soddisfatto della ripartizione. In pratica a sostenere le tre postazioni della Lega ci sarebbero soltanto i tre interessati sostituiti in Consiglio dai parimenti interessati subentranti. Resta poi Baldassarre che, dopo aver accarezzato il sogno dell’assessorato in proprio si trova senza partito e senza dipartimento.

LE POSSIBILI OPZIONI

Esiste uno scenario ufficiale caldeggiato dalle veline di Via Verrastro secondo cui tutti sarebbero allineati e coperti, non esisterebbe nessun dissenso e, quindi, Cicala verrà eletto Presidente del Consiglio alla terza votazione. In quel caso i mal di pancia interni alla Lega e la sofferenza di Baldassarre si ridurrebbero ad una piccola colica e tutto sarebbe risolto. Se, invece, il dissenso fosse vero ed esistesse una linea politica comune tra Vizziello, Baldassarre e Zullino lo scenario potrebbe essere assolutamente diverso.

Se i tre mostrassero la stessa determinazione di FdI potrebbero ottenere la ridefinizione degli equilibri e l’azzeramento della Giunta. Basterebbe che si recassero (anche in ordine sparso) da Bardi per dire che senza l’azzeramento della Giunta non parteciperebbero al voto sulla Presidenza, basterebbe tenere la linea dell’assenza per tutta la durata delle operazioni di voto per costringere il Generale a scegliere tra “voltare le spalle o mettersi spalle al muro”.

Dei tre il più capace di una lettura politica pare essere Zullino che potrebbe avere l’intelligenza tattica di muoversi in questa direzione. Del resto se non hanno sostegno in Consiglio perché Fanelli e Merra devono restare assessori? Potrebbero pensare i tre dissisenti se avessero lettura tattica e capacità strategica. In teoria i tre dissidenti, se fossero compatti, dovrebbero avere in Giunta lo stesso peso di Fratelli d’Italia contando sugli stessi numeri.

E SE L’OPPOSIZIONE…?

Esiste addirittura una terza possibilità, più difficile per la quale servirebbe un’intesa con l’opposizione da effettuare nel segreto dell’urna. L’opposizione ha 8 consiglieri regionali, la maggioranza necessaria per eleggere il Presidente del Consiglio è 11, la matematica ci insegna che 8 + 3 fa 11.

Se i tre si accordassero con l’opposizione non soltanto avrebbero i numeri per eleggere il Presidente del Consiglio Regionale ma anche per prendere tutte le Presidenze di commissione dividendole con l’opposizione. Un gioco che metterebbe davvero in crisi la tenuta del Governo e gli equilibri di maggioranza.

Un gioco complesso per il quale serve intelligenza, lucidità e capacità politica. Se i nostri tre uomini riusciranno ad avere queste capacità lo vedremo tra poche ore quando inizierà la chiama per le votazioni sulla Presidenza.

Saranno allieneati e coperti palesando la propria impotenza o proveranno a far capire che i numeri non sono correttamente rappresentati? L’opposizione saprà sfruttare questa opportunità per mettere in crisi la Giunta e palesare tutta la fragilità degli accordi romani? Lo scopriremo tra poco. Il coraggio, del resto, così come l’intelligenza politica uno non se lo può dare.


 

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