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LA CONCORSOPOLI OSCURA SOLE

L’ex Rettrice Unibas con la figlia indagata dalla Procura di Reggio Calabria sullo scandalo Università


Partendo dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, l’inchiesta “Magnifica” coordinata dalla locale Procura della Repubblica, 8 le misure cautelari emesse dal Gip, ha condotto gli inquirenti e gli investigatori a sfiorare altri Atenei italiani, tanto che nell’elenco dei 52 indagati compare, insieme alla figlia Ida Giulia Presta, anche l’ex Rettrice dell’Università degli Studi della Basilicata, nominata nel 2014 e in carica per 6 anni, Aurelia Sole.

IL CASO SOLE E DELL’ACCESSO AL DOTTORATO DELLA FIGLIA

L’articolata inchiesta della Procura di Reggio Calabria, l’arco temporale investigato è molto significativo e va dal 2014 al 2020, tocca vari livelli, puntando l’attenzione sugli accessi ai dottorati di Ricerca come nel caso che vede coinvolta l’ex Rettrice Unibas, Sole, insieme alla figlia Presta, che riguarda la procedura comparativa, risalente al 2018, per l’accesso al Corso di Dottorato di Ricerca in “Architettura e Territorio”.

Su questa specifica procedura, a cui ha partecipato la classe ‘93 Presta, il Gip ritiene che «emerge un quadro istituzionalmente sconcertante: nulla avviene nella legalità in sede di selezione, tutto è soffocato da logiche clientelari».

Nel caso di specie, gli investigatori ritengono che Catanoso, in qualità di Rettore, Amaro, in qualità di Direttore generale, Neri, in qualità di direttore del d’ArTe, Dipartimento di Architettura, De Capua, Tornatora e Ginex, nelle rispettive qualità di membri della commissione esaminatrice, abbiano fatto conseguire ai candidati «indebiti e ingiusti vantaggi patrimoniali, legati alla remunerazione ed alla progressione di carriera discendenti dall’ammissione al corso di Dottorato di Ricerca in “Architettura e Territorio” ».

Secondo la procura di Reggio Calabria, Presta sarebbe stata favorita, in quanto l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, selezionò, a dire dell’accusa, i vincitori in base «a una scelta preventiva ed in essenza di una reale comparazione ».

SOLE E CATANOSO: RETTORI INTERCETTATATI

Presta, che si collocò all’ottavo posto nella graduatoria generale di merito con borsa di studio dell’Ateneo, è indicata dagli inquirenti come «candidata segnalata dal Catanoso».

Per la Procura, inoltre, «nel caso della candidata Presta », l’utilità sarebbe consistita «nel mantenimento di stretti legami con gli altri Atenei, tra cui quello della Basilicata, funzionali all’ottenimento di vantaggi ed opportunità, anche lecite, in particolari della possibilità di formare una dottoranda dell’Università di Reggio segnalata da Catanoso presso i dipartimenti dell’Ateneo lucano».

Agli atti, anche le intercettazioni telefoniche tra cui, tra le più significative, quella del 28 maggio del 2018, proprio tra il Rettore Catanoso, chiamante, e l’allora rettore dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, in carica fino al settembre 2020. «In questo dialogo – si apprende dalle carte dell’inchiesta – si nota l’estrema disponibilità di Catanoso, al quale appartiene l’iniziativa della telefonata», di sollecitare la collega «affinché la Presta compia i passi necessari per il raggiungimento del risultato».

Nella conversazione intercettata dalla Finanza, Catanoso chiama Sole, chiedendole quando la figlia sarebbe scesa a Reggio Calabria, dichiarandosi disponibile a prenderla alla stazione ferroviaria: «Una giornata deve venire qua… mezza giornata ecco (…) o se preferisce andare a Roma, va a Roma eh dal professore Neri».

GLI INDAGATI DUBITANO DELLE CAPACITÀ DELLA «MEDIOCRE» FIGLIA PRESTA

Captato poi il dialogo sospetto tra il Dg Amato e il professor Neri. «Tu ne hai ragazzi che hanno presentato… che sono bravi?» chiedeva Amato e Neri rispondeva «una sì…». Aggiunge il Dg: «C’è sta Sole come dice il rettore credo che sia brava, non so chi altro». Per il Gip «emerge chiaro come Amaro, direttore generale», sia a conoscenza che la Presta sia «sponsorizzata” dal Rettore ».

Che Presta arrivi ottava, non sarebbe un caso. Neri stesso, rilevato come rilevato dai finanzieri, affermò intercettato a parlare con Alberto De Capua che la figlia del rettore Sole fosse «mediocre». Circostanza in qualche modo confermata da un dipendente amministrativo dell’Ateneo che commentava con il professore Neri, l’esito negativo della prova scritta presentata da Ida Giulia Presta.

Che quest’ultima non fosse considerata in modo positivo dagli addetti ai lavori, lo si capisce bene in un’altra intercettazione tra il professore Neri e Ottavio Amaro, venuti a conoscenza della rinuncia della ragazza cosentina. “Aveva portato un curriculum… famme vede… tutto di tipo professionale, con delle cose che facevano raccapriccio”. Il dg Amaro, però, aggiunse come in realtà avesse già informato Catanoso del fatto che la candidata «era scarsa».

«EVIDENTE CHE PRESTA SIA STATA FAVORITA»

«Appare alquanto evidente – appuntano gli inquirenti – che Ida Giulia Presta sia stata favorita nell’ambito della selezione, come risulta dal fatto che gli indagati, sebbene abbiano contezza di certi aspetti sulla candidata Presta, che non apprezzano dal punto di vista professionale, si sono attivati al fine di assicurarsi il suo utile inserimento in graduatoria.

Si capisce che l’interesse diretto era di Catanoso e che un ruolo centrale è stato poi assunto da Neri che ha curato i rapporti con la commissione giudicatrice. Ma anche l’Amaro si è interessato con il Neri della questione riguardante la Presta».

Altri contatti tra Catanoso e Sole, registrati nell’ottobre sempre del 2018. Da Rettore di Reggio Calabria, Catanoso voleva individuare altri Atenei dove inviare i suoi dottorandi e per questo contattò proprio la collega della Basilicata. Per cui Presta, «beneficiaria dell’atto contrario ai doveri d’ufficio», e la madre Aurelia Sole, «legata a Catanoso dalla relazione di reciproca utilità».

Poi il caso nel caso: la rinuncia alla borsa di dottorato. Adamo Rita Elvira, figlia di Adamo Nicola, politico cosentino, presidente della Regione Calabria dal 2005 al 2009, anche lei «candidata segnalata dal Catanoso », si era collocata al nono posto, quindi senza borsa, ma a seguito della rinuncia di Presta, scalò all’ottavo con borsa di studio dell’Ateneo.

Saputo dell’originario piazzamento della Adamo, «il Rettore Catanoso esorta il Dg Amaro, infatti, a trovare una soluzione che non appaia all’esterno come un favoritismo».


 

A livello generale, dalle indagini dell’inchiesta “Magnifica” sono emersi molteplici e reiterati atti contrari ai doveri d’ufficio di imparzialità, lealtà, correttezza e fedeltà soprattutto in occasione delle varie procedure concorsuali e comparative, nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti «affidabili» e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti «direttamente» o a seguito di «segnalazione».

Posizioni che hanno riguardato ricercatori, professori ordinari e associati, assegnisti di ricerca ma anche le selezioni per l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.

Inoltre, sulla scorta delle indagini poste in essere venivano riscontrate ulteriori e molteplici irregolarità nella gestione delle risorse universitarie: le autovetture di servizio, infatti, venivano sistematicamente sottratte alle loro finalità istituzionali per essere utilizzate ai fini privati, nonché taluni appalti dei lavori edili di manutenzione dei locali universitari venivano assegnati in assenza di apposite procedure di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale.

Peraltro, l’indebito utilizzo delle risorse dell’ente non ha riguardato solo le autovetture di servizio, le contestazioni di peculato concernono, infatti, anche le carte di credito intestate all’Università, reiteratamente utilizzate per pagare spese di natura prettamente personale.

Le condotte contestate a vario titolo agli indagati consistono nella associazione a delinquere, nella concussione, nella corruzione, nell’abuso d’ufficio, nella falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nella turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e nel peculato.


 

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