Le Cronache Lucane
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IL GUAIO DELLE EX COMUNITÀ MONTANE


BILANCIO 2018, I MILIONI DI EURO INGHIOTTITI DALLA «TERRA DI NESSUNO» DEVONO ADESSO OBBLIGATORIAMENTE ESSERE RECUPERATI


La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti della Basilicata, con riferimento al Rendiconto generale della Regione relativo all’esercizio 2018, in accoglimento delle richieste del Pubblico Ministero Giulio Stolfi, e sulla base e nei limiti delle risultanze istruttorie, nonchè alla luce degli esiti del contradditorio espletato, non ha parificato il Bilancio annuale citato, nella misura e nei limiti in cui sono state registrate le spese per il personale delle ex Comunità montane «per mancanza di legittima copertura normativa».

Così recita il dispositivo della sentenza letto dal presidente Vincenzo Maria Pergola al termine della pubblica udienza, svoltasi ieri, inerente alla riassunzione del Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale della Regione Basilicata relativamente all’ esercizio 2018, nella parte sospesa con la decisione dell’agosto del 2020.

Per anni la Corte dei Conti regionale ha apostrofato come «terra di nessuno», le spese del personale delle ex Comunità montane escluse dal computo della spesa di personale della Regione.

Poi, nel dicembre scorso, la conferma dell’illegittimità dell’operato della Regione, da parte della Corte Costituzionale. Di conseguenza, il prosieguo istruttorio diacronico, ma tutt’altro che formale, poichè relativo alla lesione in via indiretta dei parametri finanziari del pareggio di Rendiconto, con i costi “ombra” di rilevanza tale da mettere a repentaglio, ha rimarcato in Aula la magistratura contabile lucana, «i fragili equilibri del Bilancio regionale».

La Regione, per quanto il presidente Bardi in udienza ha rimarcato che la voce di Bilancio del personale delle ex Comunità montane fosse «riferibile alla passata gestione», non può, come ha già iniziato a fare, che adeguarsi al decisum del Giudice delle leggi e comunicare tempestivamente alla Sezione di Controllo lucana ogni decisione in merito, anche ai fini del definitivo calcolo del complessivo importo corrispondente alle spese riscontrate come illegittimamente contabilizzate, e ciò sempre mediante recupero sulla capacità di spesa di personale.

Oltre alle ripercussioni sui Piani triennali assunzionali, contabilmente il problema consta di cifre a 6 zeri. Basti pensare che la spesa complessiva per il personale di Giunta, Consiglio ed ex Comunità montane, effettivamente sostenuta nell’anno 2018, è stata pari a 70milioni e 300mila euro.

E già nel Giuzio di Parifica del Bilancio regionale 2018, erano state contestate con riferimento alle voci di spesa escluse dai vincoli finanziari, oneri per la spesa di personale ex Comunità montane, pari a circa 5,9 milioni di euro.

In pratica, in merito al trattamento giuscontabile del personale ex Comunità montane trasferito nei ruoli regionali, sulla base della relativa legge regionale del 2017, negli anni e a più riprese, la Corte dei Conti ha evidenziato come tale personale seppure assorbito dalla Regione «viene a fare parte di un “ruolo speciale” e separato rispetto al ruolo regionale, con conseguente “esclusione”, per scelta dell’Ente, dal calcolo della spesa massima potenziale ammissibile alla luce dei vigenti vincoli normativi ». In più, altra anomalia, l’istituzione del ruolo unico «avrebbe dovuto essere “transitoria”», ma «così non è stato».

Per cui, non solo il ruolo unico è stato mantenuto in vita fino al 31 dicembre 2017, ma dal 1° gennaio del 2018 si è assistito al suo incameramento nei ruoli regionali, restando, però, immutata la sua connotazione come «terra di nessuno» ai fini del computo dell’aggregato della spesa complessiva del personale della Regione.

Premesso che per orientamento consolidato della giurisprudenza contabile, le norme che limitano le spese di personale a fini di contenimento della spesa pubblica, possono ritenersi di carattere imperativo, con la conseguenza che l’esclusione di singole voci dall’aggregato spesa di personale deve trovare espressa previsione in norme di pari rango che, in quanto espressione di una disciplina generale, non sono suscettibili di applicazione oltre i casi e i modi da esse norme previsti, era più che evidente la non logica della “contabilità speciale” per le ex Comunità montante.

Del resto, la Corte dei Conti non ha contestato la possibilità della Regione di sostenere oneri per spesa di personale delle disciolte Comunità montane, ma ha sempre sottolineato come questi oneri, consistendo in spesa per personale dell’Ente e, di conseguenza, rappresentando un’espansione della spesa pubblica, fossero obbligatoriamente da computare nell’aggregato complessivo ai fini del rispetto dei vincoli finanziari del pareggio di Bilancio.

Costi che non potevano e non dovevano essere trattati, quindi, come invece è avvenuto, alla stregua di spesa pubblica “ombra”, o come risultato dalla stessa ammissione di via Verrastro, «rendicontata “separatamente” », ovvero come un corpus extraneus.

Come accennato, si tratta di sforamenti a 6 zeri. Per esempio, al netto del computo delle spese relative al personale delle ex Comunità montane, per l’esercizio 2019 è risultato lo sforamento del vincolo finanziario per 2milioni e 738mila euro con il conseguente «illegittimo ampliamento della capacità di spesa di personale» consistente in passività «prive di copertura normativa”, che essendo tali hanno provocato «un vulnus al sistema di bilancio regionale, anche in termini di erosione della cassa e di aggravio del disavanzo » ed al sistema di bilancio pubblico allargato. La Regione ora, deve recuperare, annualità per annualità, l’importo corrispondente.

Più precisamente, la Regione deve accantonare nel fondo rischi «da danno al bilancio» le somme corrispondenti alle spese di personale effettuate oltre il limite previsto nella cosiddetta Finanziaria 2007, per l’importo emergente dal ricalcolo effettuato a cura di via Verrastro, con l’inclusione delle spese relative al personale delle ex Comunità montane, in applicazione di quanto stabilito dalla citata sentenza della Corte costituzionale.

Il fondo, quindi e infine, può essere disaccantonato nella misura corrispondente al risparmio di spesa di personale conseguito negli esercizi successivi, rispetto alla media 2011-2013, sino a concorrenza dell’importo degli sforamenti.


 

Ferdinando Moliterni

3807454583

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