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CENTRODESTRA, L’OROLOGIO È ROTTO

Pesano i fasti della pasquetta, vertice romano tra FdI, Lega e FI rinviato d’ufficio


Presidenza del Consiglio, accordo lontano su Cicala ma il Carroccio s’ostina: intanto il blocco delle casse regionali s’avvicina


Il centrodestra lucano prende ancora tempo. Nonostante si sia deciso di riunire il Consiglio regionale il prossimo 26 aprile nell’Aula Dinardo alle 10 e 30 la strategia sul da farsi sembra ancora lontana.

Il vertice di maggioranza tenutosi ieri a Roma si è concluso con il più classico dei “nulla di fatto”.

Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega sono ben lontani dalla quadra politica che dovrebbe permettere alla Regione Basilicata di riaccendere i motori della macchina amministrativa.

LA STRATEGIA DEL RINVIO A OLTRANZA

Il sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles nei panni di commissario regionale di FI, il senatore e commissario regionale della Lega Roberto Marti e il consigliere regionale e commissario di FdI Piergiorgio Quarto si sono incontrati a Roma per discutere delle questioni lucane.

Un incontro breve, secondo i beni informati. La giornata romana era scandita da altre priorità del Governo nazionale per poter prestare l’attenzione necessaria a delle “scaramucce” locali. Non a caso i tre commissari avrebbero deciso di ri-aggiornarsi entro il fine settimane.

Sul tavolo un unico punto all’ordine del giorno: il rinnovo dell’Ufficio di presidenza del parlamentino lucano. Risolto questo dilemma, infatti, non vi sarebbero più ostacoli alla ridefinizione anche delle presidenze delle quattro commissioni consiliari e di conseguenza la Regione potrebbe tornare ad operare e uscire dallo stallo. I referenti del centrodestra starebbero discutendo sulla composizione dell’Ufficio di presidenza, dopo l’accordo già raggiunto per un secondo mandato alla presidenza per la Lega.

Ma è sul nome del presidente che almeno per ora sarebbero spuntati diversi veti. L’accordo che prevedeva un secondo mandato come presidente per il leghista Carmine Cicala sembra difficile da mantenere.

Il leghista sarebbe ben lontano dal riuscire ad ottenere l’unanimità dalla sua stessa coalizione. La riunione di ieri serviva, infatti, a trovare uno schema che potesse permettere a Cicala di restare al suo posto. Il rinvio della riunione dovrebbe, infatti, servire a smussare i diversi malcontenti dei partiti e permettere ai vertici di giungere ad una scelta.

LO SCHEMA SU CUI SI LAVORA

La quadra potrebbe raggiungersi se al fianco di Cicala come vicepresidente, assieme a un esponete dell’opposizione, venga nominato il capogruppo di Forza Italia Francesco Piro. Il forzista, lo ricordiamo, è in contrasto con Cicala da tempo e non ha mai nascosto di non volere una sua rielezione.

Non solo. Con il Bardi Ter che ha visto l’estromissione dell’azzurro Acito dalla Giunta e l’ingresso di Cupparo, Piro si è allontanato dalla maggioranza alzando non poche contestazioni sulla gestione del parlamentino lucano (puntando il dito anche contro lo stesso governatore Bardi).

In questo ipotetico schema a cui starebbe lavorando il centrodestra c’è, però, da comprendere il ruolo che verrà riservato all’ex vicepresidente del Consiglio Vincenzo Baldassarre che ha già dovuto sacrificarsi dimettendosi da assessore all’agricoltura. A lui va aggiunta la “battitrice libera” Dina Sileo, autosospesasi dalla Lega per approdare nel Gruppo Misto.

Bisogna poi tener presente i mal di pancia nella Lega, con Zullino e Cariello che da tempo chiedono maggiore protagonismo e si dicono prontissimi a subentrare al posto di Cicala. La maggioranza deve quindi riuscire a superare i primi tre scrutini indenne, dove servono 16 voti per l’elezione.

Un numero decisamente troppo alto per permettere alla maggioranza di eleggere. Il centrodestra deve puntare al quarto scrutinio ritrovandosi con almeno 11 voti, che rappresentano la soglia minima per l’elezione del presidente.

Ma di fronte all’assenza di tutti e 13 i voti della coalizione uscita vincitrice alle elezioni del 2019 è chiaro che Cicala verrebbe eletto senza l’unanimità del gruppo allargando la crepa nella maggioranza, difficili da tenere insieme fino a fine legislatura. In ogni momento, come già successo in questi anni, si potrebbero avere assenze strategiche in Aula nella maggioranza alle votazioni clou.

SEMPRE PIU’ VICINO IL BLOCCO DELLA SPESA REGIONALE

In questi giorni, quindi, i partiti devono provare a chiudere l’accordo su Cicala o per una questione di opportunità numerica mettere in discussione il nome del leghista come presidente.

Senza voti certi in Aula il leghista non ne uscirebbe bene e senza una condivisione unanime a saltare saranno, per l’ennesima volta, anche le commissioni.

E questo si ripercuoterebbe sui conti finanziari della Regione Basilicata facendo tornare l’incubo del blocco della spesa economica.

Con il passaggio in gestione straordinaria, in caso di mancata approvazione del bilancio di previsione 2022 entro il primo maggio, che porterebbe una serie di restrizioni oltremodo pesanti sulla spesa regionale


 

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