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«SERVE POLITICA STABILE E DECIDENTE»

Impatto Zero, il presidente di Confindustria Basilicata a Cronache Tv suona la sveglia alla Regione


La tempesta perfetta, crisi pandemica, venti di guerra e difficoltà amministrative in Basilicata. Un mix terribile per tutti, sicuramente per il sistema delle imprese che per investire hanno bisogno di un elemento fondamentale, la fiducia, un’ideadi futuro.

Come affrontare questo tempo difficilissimo della Storia? «Occorre molta coesione e condivisione, attenzione all’interesse nazionale, qualità degli obiettivi più che quantità», dice Francesco Somma, il presidente degli industriali lucani, ospite ieri di una nuova puntata di “Impatto Zero”, la trasmissione scritta e condotta da Lucia Serino. Questo il servizio d’apertura con il quale la giornalista ha avviato la trasmissione.

«La crisi sanitaria e la crisi internazionale non possono essere un alibi per bloccare le riforme, ha detto il presidente del consiglio, Draghi, in Parlamento.

E le riforme sono il cuore del piano nazionale di ripresa e resilienza che dovranno accompagnare entro il 2026 il grande piano di rilancio economico e di sviluppo garantendo transizione ecologica e digitale.

Il mondo delle imprese è chiamato alla sfida del balzo della tigre secondo previsioni di crescite che, in un primo tempo incoraggianti, sono state nuovamente riviste e riorientate per i venti di guerra e gli effetti recessivi che non risparmiano nessun Paese, meno che meno l’Italia non autonoma da un punto di vista energetico. La Basilicata è parte del Paese, con bisogni e specificità che, pur in presenza di grandi potenzialità strategiche, ne delineano un futuro al quale bisogna mettere mano.

Tra ristori, bonus e incentivi la barca dell’economia è riuscita a galleggiare, ma a quale prezzo? La crisi politica e amministrativa della Regione ha rallentato piani ed obiettivi.

«Non è mia intenzione fare invasioni di campo nelle scelte politiche ma mi prime sottolineare che la prima condizione, necessaria e non sufficiente per poter programmare le tante emergenze economiche aperte è avere una politica stabile, coesa e decidente», ha dichiarato il presidente degli industriali Francesco Somma. Bisogna fare attenzione alla retorica delle “occasioni storiche”, come oggi col Pnrr. Solo qualche giorno fa la Svimez ha lanciato l’allarme sulla quota del 40 per cento da destinare al Sud.

Un risultato tutt’altro che acquisito. Anzi, «è un obiettivo che sarà possibile conseguire solo se saranno rimosse diverse criticità, avvalendosi di tutti gli strumenti di cui si è dotata la governance del Pnrr, incluso il potere sostitutivo da parte dello Stato nei casi di palese inadeguatezza progettuale e realizzativa degli enti decentratì».

E proprio sul Pnrr, alla domanda sulla retorica ciclica della “portata storica” dei piani di intervento, Somma ha sottolineato che «indubbiamente si tratta di un evento storico, ma ci sono altre fonti di programmazione» per dire che ciò che dovrebbe interessarci sono gli obiettivi, la loro qualità e il superamento di quel gap, territoriale, generazionale e di genere per il quale il piano è stato concepito. Qualche perplessità il presidente degli industriali l’ha espressa sulla parte “competitiva” del Piano di ripresa, cioè quella parte delle misure prevalentemente destinata a interventi sociali da realizzare attraverso la presentazione dei bandi delle amministrazioni che mettono i territori in competizione tra loro.

«Qualcosa è da rivedere». Passando all’attualità del momento Somma ha ricostruito i tempi della tempesta perfetta, prima il Covid, poi gli scenari geopolitici internazionali. In mezzo la questione energetica.

Grazie alle misure di sostegno e ai ristori, e alla sensibilità delle parti sociali in campo, l’economia nazionale e dunque anche quella della Basilicata – è stato in sintesi il bilancio di Somma- aveva appena fatto in tempo a rimettersi in marcia (con differenza tra i vari settori, alcuni meno penalizzati come il manifatturiero, altri enormemente come l’automotive) quando sono arrivati i tempi di guerra con la prospettiva di una recessione da qui all’autunno come effetto delle sanzioni energetiche, quando tutte le marginalità ancora disponibili saranno esaurite.

«La crisi energetica e la crisi della componentistica già c’erano prima della guerra», ha ammesso il presidente, indicando le cifredell’aumento irrefrenabile della bolletta negli ultimi tre anni. Come fare? «Se l’energia è una commodity- ha detto Somma- il costo e la sua oscillazione non possono far fallire le aziende.

In questo c’è una linea del governo sul tetto del prezzo, nonostante l’opposizione dei cosiddetti paesi frugali, che non si può non condividere. Così anche il decoupling, una separazione del mercato dell’energia elettrica da quello gas, potrebbe aiutare a calmierare i prezzi». Ma soprattutto, ha considerato Somma, serve una visione olistica delle fonti di energia, guardando un po’ di più all’interesse nazionale e un po’ meno agli ecopopulismi. La Basilicata non è neutrale.

L’obiettivo della transizione ecologica è irrinunciabile, ma non bisogna perdere di vista gli effetti sociali e il disagio crescente, realisticamente i tempi non sono brevi, il contesto è mutato e non si può non considerare la necessità dei un mix di fonti, da quelle fossili alle rinnovabili, senza considerate le difficoltà autorizzative per queste ultime.

Somma si è poi soffermato sul piano strategico regionale, sul contributoallo sviluppo lucano portato dalla grande industria esterna, (che ha contribuito a creare distretti di competenze),sulla crisi dell’automotive smorzando un po’ l’entusiasmo che accompagna il dibattito sul motore elettrico. E infine, su sollecitazione della conduttrice, un ricordo del padre, Faustino Somma, prendendo spunto dal libro scritto da Rosario Angelo Avigliano, “La carrozza del capitano”.

«Era un tempo in cui la fiducia nel futuro riguardava tutti, non solo i capitani d’industria: E’ quello che manca oggi». Serve molta coesione, ha suggerito Somma, in Basilicata anche tra maggioranza e opposizione, non banalmente per un “inciucio” ma perché è il presente che ci indica le priorità.


 

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