Qualcuno si ricorda la storiella della diversità ontologica della sinistra con cui D’Alema e compagni hanno praticamente infinocchiato tutta Italia col bla bla bla sulla società giusta e l’etica pubblica?Ora, tanto per farvi un’idea di che fine abbia fatto la favoletta progressista, provate a guardare la Basilicata e vedrete tra Roberto Speranza e Vito Bardi una delle somiglianze più sinistre che ci siano mai state in giro. Senza cascare in scivoli d’età pure significativa è risaputo che tra i due s’è accesa subito la fiammella  dell’inciucio politico, peraltro avvalorata dal teatrino stucchevole dei reciproci complimenti, nonostante la loro maldestra gestione pandemica. Ora però il feeling ha preso la piega della governance della “misericordia istituzionale” con cui si sono piazzati i trombati della politica sulle poltrone costose di Ministero della Salute e Regione. Prendete, ad esempio, la consulenza di Pasquale Bellitti, guarda caso candidato non eletto proprio nelle file del partito di Speranza e dite se non è uguale alla vergogna etica con cui il governatore Bardi ha praticamente riempito lo scibile istituzionale di floppisti alle regionali e capetti di partito. Canta il rapper CoCo: “Qua ormai è tutto uguale! Ormai è tutto uguale! Ormai è tutto uguale!”.

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