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BASILICATA POSITIVA, BARDI PUÒ TORNARE A BATTERE CASSA AL CONSIGLIO REGIONALE

Corte dei conti, per il capogruppo di un gruppo che non c’è bottino pieno: oltre i 50 mila euro, può incassare anche un ulteriore “bonus” aggiuntivo


Non smettono di stupire le vicissitudini contabili del capogruppo di un gruppo che non c’è: il presidente pro tempore della compagine consiliare “Basilicata Positiva” composta ormai da oltre 1 anno, dapo l’addio di Piergiorgio Quarto nel marzo dell’anno scorso, da un solo consigliere, Vito Bardi.

Per quanto riguarda l’istruttoria bifasica che la Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti di Basilicata annualmente conduce sui Bilanci dei gruppi consiliari, dopo i rilievi di marzo, adesso Bardi, come accaduto, al momento, anche e solo all’altro capogruppo di un monogruppo, Trerotola, ha ottenuto la dichiarata complessiva regolarità del Rendiconto 2021.

Trerotola ha restituito i quasi 3mila e 500 euro di soldi pubblici al Consiglio regionale, mentre Bardi, con 3 bonifici, ne ha restituiti 2 mila e 641 euro.

Ma la vera buona notizia per il presidente della Regione Bardi è un’altra: adesso coi soldi che riceve dal Consiglio per un gruppo consiliare che non c’è, può fare il pienone.

Politicamente, il Consiglio regionale è composto da 20 Consiglieri più il Presidente della Giunta regionale, ma dal punto di vista contabile, Bardi è un consigliere.

Per questo la paradossale situazione che il presidente di Regione incassi sia dalla Giunta che dal Consiglio perchè vero è che è governatore, ma formalmente è un consigliere.

Dalle “50 sfumature di Bardi”, l’esercito dei 50 uomini dell’Ufficio di Gabinetto, ai componenti della segreteria particolare del Presidente della Giunta, fino, per limitare la lista, ai 3 consiglieri speciali del governatore, di cui 1, Gianpiero Perri costa ai lucani 80 mila euro annui più Iva se dovuta e oneri previdenziali, in quanto a personale e funzionamento, a Bardi soldi pubblici da spendere di certo non mancano. Eppure, la mancetta dal Consiglio è realtà.

I soldi pubblici annualmente destinati ai partiti con rappresentanza consiliare sono principalmente di 2 tipologie: le somme per le spese di personale, nel 2022 il costo complessivo per i lucani ammonta a 1 milione e 53 mila euro, e le somme per le spese di funzionamento.

Nel primo caso, in sintesi, per ogni consigliere componente il gruppo, 50mila e 167 euro.

Nel secondo caso, invece, il contributo «contributo annuo», da sommare al primo citato, è pari a 5mila euro per ogni consigliere aderente al Gruppo, oltre una ulteriore somma calcolata moltiplicando l’importo di Euro 5 centesimi per abitante.

Se Bardi nel primo caso, quello dei 50mila euro, è sempre stato dentro e continuava ad esserlo anche per l’anno in corso, nel secondo no poichè il contributo, come da relativa legge regionale, «è escluso» per i gruppi consiliari composti da un solo consigliere, «salvo quelli che risultano così composti già all’esito delle elezioni ».

Per l’appunto, Basilicata positiva, a seguito delle regionali, di consiglieri ne contava 2: Quarto e Bardi.

I due, si spartivano a metà i 12 mila e 600 euro delle spese di funzionamento. Con l’adesione di Quarto a Fratelli d’Italia, il “bonus” aggiuntivo negato.

Non casualmente, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, a febbraio, nell’assegnazione delle somme pubbliche ai gruppi consiliari, a Bardi ha riconosciuto i 50mila euro, ma ha negato i 6mila euro circa aggiuntivi.

A marzo, la stessa Corte dei Conti regionale aveva approvato tale applicazione della normativa.

Adesso, però, il cambio. «Ad avviso» della Sezione di Controllo lucana, il dettato normativo regionale sul “bonus” per le spese di funzionamento «non preclude, né disconosce il diritto all’assegnazione di tali spese in favore del gruppo consiliare composto da un solo Consigliere, quando siffatta composizione monopersonale venga a determinarsi per effetto della riduzione del gruppo originario pluripersonale ».

Per cui, «sembra di potersi affermare che la ratio sottesa alla normativa richiamata sia quella di impedire il finanziamento di gruppi monopersonali costituitisi non all’esito delle elezioni, bensì ex novo nel corso della consiliatura».

Per cui, fatto salvo che la Procura regionale della Corte dei Conti potrebbe approdare a conclusioni differenti, ritenendolo un danno erariale, Bardi può battere cassa in Consiglio sia per i 50 mila euro che, adesso, anche per i circa 6 mila euro corrispondenti al «contributo annuo» aggiuntivo pari a 5 mila euro oltre una ulteriore somma calcolata moltiplicando l’importo di Euro 5 centesimi per abitante.


 

Ferdinando Moliterni

3807454583

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