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MURO, “LANA” DA RIFIUTO A RISORSA ECONOMICA

Zaccardo: «Progetti della filiera tessile che punta al recupero di questo sottoprodotto e alla redditività delle aziende»

Si è tenuto a Muro Lucano, presso la Sala Consiliare, il seminario per la “divulgazione di modelli di sviluppo sostenibile per la zootecnia di montagna, valorizzazione dell’impiego delle risorse biologiche, dei sottoprodotti e degli scarti agroalimentari” con Salvatore Dimatteo, ed a seguire sui “sistemi di allevamento ovi caprino estensivo e la produzione della fibra tessile, ricostituzione della filiera tessile naturale della lana” con Marco Antonini, entrambi di Enea.

A fare il punto a Cronache la Vicesindaco ed Assessore all’Agricoltura Rosalba Zaccardo: «Si sta intraprendendo un discorso di valorizzazione della lana che attualmente è considerato un rifiuto e tra le tre cose pure “rifiuto speciale”. Non solo viene sminuito il suo valore perché risulta difficile anche la sua vendita, tra l’altro ad un prezzo miserabile, ma se si volesse smaltirlo in altra maniera ha di contro un prezzo elevato in quanto appunto considerato “speciale”. Dunque, alla luce di questi aspetti estremamente negativi, si stanno mettendo in piedi progetti della filiera tessile finalizzati al recupero di questo sottoprodotto e allo stesso tempo incrementare la redditività delle aziende agricole.
Dal Seminario è emerso che le aziende in questione devono abbandonare la cultura della produttività esclusiva delle loro attività, ma occorre che diversifichino le produzioni in modo tale da non essere monoculturali. Oggi è più che mai importante aprirsi ad un ventaglio di produzioni e allo stesso tempo di ricavi differenti, come ad esempio valorizzare il sottoprodotto lana come strumento che può dare una svolta in più.
Tra i punti di forza sono evidenziabili i mercati di nicchia ad alto valore aggiunto, l’essere imprenditore del proprio prodotto, la possibilità di accordi tra imprese agricole e manifatturieri del tessile, proposte di nuovi prodotti e processi, il rafforzamento delle “collaborazioni” e “complicità” tra i principali attori della filiera, la promozione di sistemi di produzione che favoriscano la auto-tracciabilità, e non da ultimo, sostenere le imprese agricole produttrici di materia prima».

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