REGIONE OSTAGGIO DI CICALA
Il presidente scaduto non ne vuole sapere di lasciare la poltrona, ma nessuno lo vuole: Consiglio bloccato
E nella guerra di posizionamento c’è chi addirittura ci vede del positivo, Cupparo: «Forza Italia ritorna centrale» Regione ostaggio di Cicala
Le tensioni interne alla maggioranza di centrodestra in Regione Basilicata non sono ancora superate. Nonostante l’incontro di giovedì scorso non è ancora stata raggiunta la sintesi. Sul tavolo il nodo della presidenza del Consiglio regionale e la nuova “formazione” per le Commissioni consiliari.
NUOVO INCONTRO IN SETTIMANA
Dopo il nulla di fatto di giovedì scorso in un vertice di maggioranza a cui hanno partecipato Marti e Zullino per la Lega, Coviello per Fratelli d’Italia e per Forza Italia Belletieri e Moles (in videochiamata) la riunione è stata aggiornata nei prossimi giorni. La riunione si è conclusa con l’auspicio che in questi giorni di “attesa” ogni partito torvi la sintesi al suo interno per poi provare ad arrivare al prossimo vertice con una idea ben chiare su cui discutere.
Al momento sono troppe le fughe in avanti e le pretese di ogni singolo consigliere di centrodestra per provare a trovare una strategia che vada bene ai singoli componenti. Troppe le anime all’interno della coalizione che rimaste fuori dal Bardi Ter ambiscono ad una posizione migliore del semplice voto tra i banchi.
E così in queste ore si cerca di far ragionare anche i “battitori” liberi come Baldassarre e Sileo che in perfetta autonomia e sganciati da partiti anche loro rivendicano una posizione per sè.
I NODI DELLA LEGA
A trovare soprattutto un accordo dovrebbe essere la Lega. Il Carroccio che continua a pretendere per sè la presidenza del Consiglio puntando tutto sull’uscente Carmine Cicala troverebbe resistenze proprio al suo interno. Cicala, infatti, non avrebbe l’appoggio proprio dai componenti del suo stesso partito. Sono diversi i leghisti che punterebbero alla presidenza, come Zullino e Cariello.
Ma a tentare la scalata sarebbe anche Vizziello che, uscito fuori da FdI per riapprodare nella Lega, vorrebbe chiudere questa legislatura ottenendo un incarico di tutto rispetto. Per Vizziello però l’unica speranza potrebbe essere la presidenza di una Commissione ma nel solo caso che il suo collega Zullino ottenga la poltrona da presidente del parlamentino lucano.
Solo con una staffetta l’ex meloniano potrebbe ottenere qualcosa. In caso contrario finirà la legislatura da semplice consigliere. Diversa è la situazione per Zullino e Cariello che potrebbero davvero giocarsi una chance per la poltrona ora nella mani di Cicala.
Zullino già divenuto capogruppo dopo la mancata conferma di Aliandro avrebbe fatto presente ai vertici del suo partito il reale peso della sua posizione nella Lega. Vale a dire 3 voti: il suo, quello di Vizziello e quello della Merra. Al momento la sua area sarebbe quella più rappresentativa nella Lega e quindi quella con maggiore influenza.
Ma a non farsi sfuggire l’occasione di un salto in avanti nella carriera politica è anche Cariello che da presidente della Prima Commissione avrebbe anche già anche avviato le interlocuzioni con l’opposizione per trovare maggiore appoggio. Le interlocuzioni avviate fino ad ora ognuno per suo conto avrebbero un comune denominatore: un nome alternativo a quello di Cicala.
TEMPI DURI PER CICALA
Il presidente del Consiglio Carmine Cicala non starebbe vivendo un periodo facile. A fargli la guerra sono soprattutto i suoi colleghi di partito.
Per il leghista la riconferma alla presidenza appare sempre più lontana. Sono pochi quelli che hanno davvero apprezzato il lavoro del leghista come presdente del parlamentino lucano.
Sono state numerose le volte in cui non solo le opposizioni ma la stessa maggioranza ha denunciato la sua assenza di terzietà per l’incarico che svolge. Cicala per restare al suo posto avrebbe chiesto sostegno ai vertici nazionali.
L’amicizia di Amedeo Cicala, sindaco di Viggiano e fratello di Carmine, con Massimo Casamonica è nota ai più. L’europarlamntare avrebbe messo una buona parola con i vertici della Lega per provare a lasciare Carmine Cicala al suo posto.
Ma se i vertici non avrebbero più di tanto “problemi” in una sua riconferma è la base quella che avrebbe fatto comprende al presidente in proroga da mesi che è ora di un cambio di passo.
Nell’ultimo Consiglio regionale per Cicala ci sono stati attimi di tensione quando il numero legale non è caduto al momento giusto e si è rischiato di dover allestire il seggo per votare l’UdP. In questi giorni, si starebbe provando a mediare tra Roma e la base lucana.
Per provare a trovare una sintesi quanto prima a Cicala sarebbe stata proposta, come alternativa, la presidenza di una Commissione. Ma lui avrebbe rifiutato categoricamente, minacciando che in assenza della presidenza metterebbe a ferro e fuoco la Lega. Ma se i numeri continuassero a non esserre dalla sua che alternativa avrebbero i vertici?
FORZA ITALIA CHIEDE UN RISCATTO DOPO IL BARDI BIS
Non è facile mettere d’accordo ogni singolo componente della maggioranza.
Con il Bardi Ter in realtà l’unico partito ad aver avuto la meglio è stato Fratelli d’Italia. I meloniani sono riusciti ad ottenere un assessore in più a discapito dei forzisti che oggi vengono rappresentati solo da Cupparo. Una mossa che ha avuto notevoli ripercussioni in casa azzurro, con il capogruppo Piro passato all’attacco frontale con il presidente Bardi.
Rimbombano ancora le dichiarazioni di piro all’indomani della nascita del Bardi Ter: «Una maggioranza che non ha numeri per governare».
Parole dure quelle di Piro che non sono rimaste solo tali ma che il capogruppo ha messo anche in atto coerentemente, prima non votando la fiducia a Bardi e poi neanche il bilancio. Inoltre Piro ha rimarcato di non sostenere una rielezione di Cicala. Per ricucire lo strappo è chiaro che toccherà dare qualcosa anche a FI.
Magari la presidenza di una Commissione o la vicepresidenza dell’Udp. Solo con qualcosa di importante sul tavolo Piro potrebbe rientrare a sostenere il presidente ma in caso contrario è possibile che il capogruppo azzurro continuerà con la linea dura.