L’OMBRA DELLA MALA


POTENZA. Un terribile boato intorno alle 2 e 30 in viale del Basento, lungo il tratto di strada che separa l’incrocio per Pignola, porta d’accesso alla città dallo svincolo di Potenza ovest e l’imbocco al nodo complesso.

Ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’entrata del locale “Al Bar”, proprio a ridosso della strada. L’ordigno ha mandato in frantumi i vetri e danneggiato la saracinesca del locale. Danni anche all’esercizio commerciale a fianco.

Sull’episodio sta indagando la Squadra Mobile del capoluogo. Non è escluso che il bar in questione fosse l’obiettivo di un atto intimidatorio. Il locale infatti è riconducibile al pregiudicato Michele Scavone, secondo l’ultima inchiesta della DdA di Potenza del novembre scorso, appartenente al Clan Stefanutti-Martorano. Al momento non si esclude alcuna pista intorno all’accaduto.

Gli inquirenti sono a lavoro per scoprire se dietro la natura del gesto, presumibilmente intimidatoria, non ci sia una lotta tra clan rivali. Non a caso l’indagine “Lucania felix” sugli affari del clan Martorano-Stefanutti dello scorso novembre la cui accusa principale ricadeva in associazione mafiosa, che ha portato in carcere e ai domiciliari 38 persone, dopo le indagini della Direzione distrettuale antimafia, in cui compare Michele Scavone come «affiliato» del clan ha fatto scattare il campanello d’allarme.

Il procuratore del Tribunale di Potenza Francesco Curcio, che dopo una lotta serrata è riuscito anche a far istituire la Dia in Basilica, proprio perchè con le sue numerose indagini ha dimostrato che non si tratta dell’“isola tranquilla” da tutti descritta, starebbe già provando a incastrare i diversi pezzi del puzzle a sua disposizione.

Il sospetto principale è che, come già scoperto in passate indagini, dietro il gesto doloso ci sia una rivalità tra clan per assestare gli equilibri venuti meno con i recenti scossoni giudiziari. L’equilibrio di per sè “precario” che si era creato negli anni passati sarebbe venuto meno con l’assenza di nuovi capi clan dopo tali arresti.

Tra i maggiori sospettati a cui verrebbe già oggi ricondotto il gesto ci sarebbe il clan dei Riviezzi di Pignola. I Riviezzi sarebbero noti per tali modalità criminali.

Secondo i ben informati, dopo che la DdA nell’inchiesta “Lucania felix” ha sgominato tutti i possibili “affiliati” del clan Martorano-Stefanutti che conducevano gli affari dei due boss potentini Renato e Dorino sul territorio, potrebbe ora essersi avviata una lotta per decidere i “successori” a cui affidare i loro interessi sul territorio potentino.

Già qualche anno fa in una nuova lotta di “ridistribuzione” del potere tra clan sono stati diversi gli episodi registrati in città, consumati con le medesime modalità, a danno di altre attività come questa presa di mira la scorsa notte.

Emerge, dunque, un dato allarmante, se davvero l’ipotesi dolosa prendesse corpo senza lasciare adito ad ulteriori vie investigative percorribili: il vertiginoso e preoccupante aumento di episodi di criminalità porterebbe la DiA a investigare su situazioni preoccupanti considerato che l’attività commericale è riconducibile ad un «affiliato» del clan Martorano-Stefautti, e quindi non si tratterebbe di un episodio di racket.

La Polizia in ogni caso starebbe cercando di capire se i gestori avessero mai ricevuto minacce o se ci fossero stati episodi allarmanti per allargare il campo delle indagini.


 

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