È la domenica delle Palme, un momento religioso importantissimo per la cultura cristiana e quest’anno lo è ancora di più visto che le ultime due ricorrenze le abbiamo trascorse tutti in lockdown. È dunque l’atteso ritorno alla vita sociale e religiosa nella città dei Sassi, è la settimana Santa e la liturgia ha preso il via proprio con la celebrazione del trionfale ingresso a Gerusalemme di Gesù acclamato dalla folla che lo salutava agitando appunto dei rami di palma.
Il rito ha avuto inizio con la benedizione dei rametti d’ulivo da parte dell’arcivescovo di Matera e Irsina, Pino Caiazzo che poi ha introdotto con queste parole il momento celebrativo:
-Quello che vivremo fra poco è soprattutto questo camminare insieme a Gesù, dietro a Gesù accanto a Gesù, per entrare in Gerusalemme>>.
In un secondo passaggio poi Monsignor Giuseppe Caiazzo si è soffermato sull’attuale vicenda della guerra che sta sconvolgendo l’Europa.
-Portando anche tutto il bagaglio della sofferenza dell’umanità intera in particolare di quello che sta succedendo in Ucraina, ha detto l’Arcivescovo, noi vogliamo anche guardare come uomini del mattino di Pasqua con speranza è fiducia al Signore che risorge e distrugge la morte-
Ed è imbracciando questo messaggio del trionfo della pace sulla guerra e della vita sulla morte che Monsignor Caiazzo insieme a tanti cittadini ha dato avvio alla processione per raggiungere la Cattedrale mentre i fedeli hanno intonato secondo la tradizione il canto dell’Osanna
Anche a Matera così, ha avuto inizio la settimana Santa, durante la quale la comunità cristiana rievocherà gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e celebrando la sua passione, morte e risurrezione. Una tradizione dunque che torna a rinnovarsi partendo proprio dall’antico pellegrinaggio a Gerusalemme che si teneva in questa domenica delle Palme durante il quale la gente saliva in processione nella città portando in mano un mazzetto di rami di Palma che è simbolo della fede.
Da noi nel Mediterraneo anziché le palme non molto comuni, tutti quanti i fedeli utilizzano un ramo di ulivo proprio perché è una pianta dal forte significato religioso ed è appunto simbolo di pace. L’ulivo ha un rapporto molto stretto con il genere umano, lo si coltiva un po’ dovunque e soprattutto è un albero che ha le radici molto estese e che quindi garantiscono una presa anche sulle terre più rocciose e ostili, perché anche lì la pace deve sempre regnare.
-Finisca dunque la vittoria del pungiglione della morte sulla vita, ha detto Mons. Caiazzo, mai come quest’anno ci viene chiesto di capire e celebrare la Pasqua e la vittoria di Gesù Cristo sull’ingiustizia della morte di ogni morte. In modo solenne, ha concluso l’arcivescovo, Pasqua è il momento che ci fa rinascere e riaccende la speranza di quel Cristo che nel buio della notte squarcia le tenebre ridando luce ai ceri che terremo nelle nostre mani cantando Cristo luce del mondo-
La folla guidata dall’Arcivescovo ha ormai raggiunto la Cattedrale tutto il corteo in processione stringe rami di ulivo, simbolo di pace e fraternità acclamando al Signore mentre varca la soglia del Suo luminoso tempio.

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