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CHIANCHETTA, ARCIDIOCESI DI POTENZA PREOCCUPATA PER «LO SCONTRO IN ATTO»

Il Vescovo continuerà a cercare tutte le strade possibili per ricomporre il conflitto che «turba la coscienza di quanti si dicono e si sforzano di essere cristiani»


L’Arcidiocesi di Potenza segue con accorata preoccupazione lo scontro in atto nella comunità cristiana di Chianchetta tra Parroco e Fondazione Madre Teresa di Calcutta, che della parrocchia è diretta emanazione. «La diversa ed opposta valutazione – si legge in una nota diramata dall’Arcidiocesi – circa la gestione, meramente materiale, di alcuni beni in capo alla parrocchia, non può e non deve ulteriormente lacerare la comunione ecclesiale, cui è tenuto ogni fedele, chierico o laico che sia, con grave scandalo per i credenti e per quanti vedono nella Chiesa di Cristo un punto di riferimento esistenziale e collettivo ».

«L’Arcidiocesi, – continua la nota – pur nei limiti delle sue competenze sul piano del diritto, dove si è spostata la polemica, invita, calorosamente, le parti a trovare un punto di incontro e una mediazione intorno alla interpretazione del comodato approvato anni fa per la gestione dei beni oggi contesi. Ricorda a tutti, ed esorta le parti – prima di mettere in campo altri elementi di contrasto – a meditare le parole di Paolo ai Corinti: “Se dunque siete in lite per cose di questo mondo voi prendete a giudice gente che non ha autorità nella Chiesa? Sicché non ci sarebbe nessuna persona saggia tra voi che possa fare da arbitro tra fratello e fratello?” (1 Cor.6,6)».

«Nel contempo, il Vescovo, – conclude la nota – che già nei mesi passati ha operato e si è speso per favorire una intesa, continuerà a cercare tutte le strade possibili per addivenire alla ricomposizione di un conflitto che turba, e di questo fa appello perché diventino consapevoli le parti, la coscienza di quanti si dicono e si sforzano di essere cristiani».

La querelle tra la comunità rione Lucania di Potenza, la Fondazione Madre Teresa di Calcutta e il parroco Don Sergio è nata a causa della presunta volontà del parroco di impedire alla Fondazione di occuparsi della “Mensa della Fraternità- Papa Francesco” e del servizio di refezione per i tanti bisognosi del capoluogo.

Nessuno dei “contendenti” è riuscito a “fare un passo indietro” e risolvere la situazione così il tutto è sfociato in una denuncia, da parte dei cittadini nei confronti del parroco, per furto e violazione di domicilio.

Il parroco, attraverso le parole del suo avvocato ha anche chiarito sulle nostre colonne la sua posizione: «Don Sergio sta solo operando per il benessere della sua comunità, con risultati tangibili ed apprezzati dai tanti che, dopo anni, hanno ripreso a frequentare la Parrocchia» ha affermato l’avvocato Singetta che riferendosi alla denuncia per furto ha spiegato: «per quanto riguarda il presunto furto di beni della Fondazione, agli atti della Chiesa non risulta alcun inventario di oggetti appartenenti a terzi, ma vi è solo l’elenco dei beni affidati alla stessa ma acquistati dalla Parrocchia (il che rende il presunto furto di cose proprie un reato impossibile) »


 

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