E’ passato quasi inosservato, risucchiato dall’altro psicodramma che da settimane ha bloccato la Regione al cerimoniale parolaio della crisi più pazza che ci sia mai stata nella sua storia istituzionale, ma Vito Bardi ha voluto per forza dire la sua sulla fine dello stato d’emergenza e celebrare lo “straordinario risultato raggiunto”, compreso quello sulle vaccinazioni. Ora, non per aggravare le preoccupazioni dei suoi 70 anni, ma dobbiamo rappresentargli che messo così il suo tempismo rischia vicinanze non solo al fantozziano, ma addirittura al malaugurante, almeno stando alla valutazione indipendente che la fondazione GIMBE ha fatto mettendo in fila tutti i guai pandemici della Basilicata ed i suoi tristi primati d’Italia: dai casi attualmente positivi per 100.000 abitanti ai posti letto d’area medica occupati fino al tasso di copertura vaccinale delle quarte dosi. Tutto questo per dire che non bisogna scansare la statistica infelice per compensarla con gli inni alla gioia del superfluo e dell’insignificante perché prima o poi lo scherzetto ritorna in forma di boomerang e, quand’è tirato il primo, arriva come un pesce d’aprile. Canta Samuele Bersani: “Mi sembra impossibile da non capire! E’ come vivere in un pesce d’aprile!”.