Che il sindaco leghista di Potenza, Mario Guarente, potesse avere problemi di inquadramento relativamente alla macro area tematica del Trasporto pubblico locale, è elemento desumibile dai tanti spunti che dall’inizio del mandato sino ad oggi, il primo cittadino, tra atti e proclami, ha offerto.
Adesso, però, il problema non è soltanto concettuale dato che l’ultima proroga in favore di Trotta pone pericolose questioni di carattere erariale.
In Basilicata, pur limitando l’arco storico temporale, difficile non affrontare la “grana” del Tpl, partendo dal maxi appalto che, su scala regionale, prevedeva la fornitura del servizio dal dicembre del 2008 al dicembre del 2017.
Poi le proroghe, la procedura di infrazione europea, i contratti di servizio dell’autunno scorso e via discorrendo ed in ogni caso la gara regionale ancora non esperita.
Tuttavia, con riferimento a Potenza, la vicenda delle dimissioni da parte della dirigente dell’Unità di Direzione “Programmazione ed Innovazione”, l’ingegnere Anna Rossi, che lasciando l’incarico si è scrollata di dosso l’onere di firmare l’ennesima proroga della proroga in favore della Trotta Bus Services SpA, consente di limitare l’arco temporale d’analisi agli ultimi mesi a partire dal dicembre scorso.
Proprio l’ultimo giorno del 2021, er il 31 dicembre, dal Comune la proroga per Trotto a fino «31 marzo 2022».
Questa la data delle dimissioni dell’ingegnere Rossi e, per la cronaca, da precisare che la proroga milionaria della già proroga milionaria, Trotta, «agli stessi patti e condizioni », l’ha incassata lo stesso, ma dal Segretario generale del Comune, Maria Grazia Fontana: fino al prossimo 30 giugno.
Nonostante i grandi movimenti, formali, di sindaco e maggioranza per risolvere l’annosa questione Trotta, nel 2015 il Comune avviò la procedura di gara per l’affidamento in concessione del servizio urbano con decorrenza 1 gennaio del 2016 fino al 31 dicembre 2017, nulla di nuovo.
Eppure, per sindaco e maggioranza le proroghe del servizio urbano «nel medio-lungo periodo hanno mostrato evidenti criticità operative, il tutto a scadimento della qualità del servizio e le cui conseguenze sono particolarmente sentite dall’utenza ». Nel novembre scorso, quella che sembrava una piccola svolta.
Nell’approvata relativa legge regionale, stabilito che nelle more della conclusione delle procedure di affidamento dei medesimi servizi da parte della Regione, «i Comuni continuano ad esercitare, in via transitoria e fino al subentro degli aggiudicatari di dette gare, le funzioni relative alla gestione dei servizi di propria competenza».
Se da un lato l’Europa, e la procedura d’infrazione per la gara mancante lo dimostra, redarguisce e può punire, dall’altro offre strumenti per soluzioni coerenti a garanzia della trasparenza, dell’efficienza e dell’integrità della Pubblica amministrazione. Così il regolamento comunitario del 2007 relativo ai servizi pubblici di trasporto.
In caso di interruzione del servizio o di pericolo imminente, l’Ente competente può adottare provvedimenti, della durata massima di 2 anni, volti a prorogare o imporre la prosecuzione del servizio, ma anche ad approdare a diversa aggiudicazione dello stesso.
Proprio per via del limite dei 2 anni, sindaco e maggioranza, così come anche la Rossi che si è dimessa, già sapevano da mesi, che nel caso Trotta, «la proroga dell’attuale contratto di servizio urbano tramite accordo formale con il concessionario potrà protrarsi non oltre il 31 marzo 2021».
Non a caso, nel documento fermo in sesta Commissione consiliare permanente dal gennaio scorso, veniva, tra le altre cose, riportato che, nell’elenco delle buone intenzioni del sindaco Guarente, «l’attività di riorganizzazione delle condizioni di espletamento del servizio potrà avvenire anche attraverso una consultazione del mercato dei potenziali operatori economici interessati a svolgere il servizio stesso, tramite aggiudicazione diretta emergenziale» proprio in base al regolamento europeo citato.
L’«avvio con urgenza» dell’attività negoziale, «anche attraverso un avviso esplorativo del mercato », per la definizione di un «nuovo contratto» di servizio della durata massima di due anni, sono scomparse le tracce.
Tra dicembre e gennaio scorsi, la finta accelerata che esaurita la carica in pochi giorni, oltre a non consentire all’atto di indirizzo di arrivare in Consiglio, ha soltanto spianato la strada all’ennesima proroga, milionaria, della proroga in favore di Trotta agli stessi patti e condizioni contenute nel contratto registrato nel novembre del 2015.
La deroga è fino a giugno e stando così le cose, dato l’amministrare per formalismi buoni per la carta, ma soprattuto considerando che la gara regionale, in cui tra i vari ambiti c’è quello di Potenza, difficilmente porterà al subentro di nuovo affidatario entro i prossimi 3 mesi, il segretario regionale Fontana o chi per lei, possono già compilare a oggi la prossima proroga a decorrere da luglio.
Nel capoluogo dei paradossi, manca soltanto, ma è ipotesi davvero poco quotata, che Trotta impugni pure l’imposizione di proseguire il servizio