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DAVIDE, DA AVIGLIANO UNA LETTERA A PUTIN

“Avrei tante cose da dirle, nonostante la mia giovane età. Fermi questo orrore che ci costringe a guardare da un mese”

Egregio Presidente Putin,

Le scrivo perché avrei tante cose da dirle, nonostante la mia giovane età. Mi chiamo Davide Ventimiglia e ho quasi 11 anni, età in cui dovrei vivere spensierato, fantasticando sui miei progetti di vita. Dovrebbe essere il momento in cui tutti i ragazzi della mia età dovrebbero giocare, imparare a volare con la fantasia.

Noi maschietti, fin da piccoli, giochiamo alla guerra, mi chiedo: chissà perché! In questo mese, in televisione ho ascoltato una poesia che dice che i bambini giocano alla guerra, ma non giocano alla pace. E’ vero ! Ma perché ?

Durante questo mese forse ho capito…

Sempre più spesso ci dicono che i bambini seguono l’esempio degli adulti. Sicuramente è così, ma se lo facessimo in questo periodo, prima ancora di capire cosa sia vivere, conosceremmo la crudeltà e la morte. Sì , signor Putin, può essere fiero di averci insegnato cosa sia la supremazia, la violenza, il non rispetto per l’essere umano. Può essere fiero di tutto il dolore, le lacrime, la sofferenza di tanti bambini, madri, nonni e soprattutto padri che, messi in salvo i propri cari, tornano nella loro città a combattere. Famiglie spezzate, vite spezzate che non vedranno mai volare un aquilone, guardare un tramonto, meravigliarsi davanti ad un arcobaleno…. Perché ?

Se mai ci fosse un granello di positività, lo dobbiamo al popolo ucraino che ci ha insegnato il valore della Patria, il senso di appartenenza ad una nazione che unisce gli uomini in nome delle stesse tradizioni, della stessa storia in cui dovremmo rivederci tutti, difendendo non solo la nostra Nazione, ma l’Europa intera.

Ascolti la voce di papa Francesco: si fermi! Fermi tutti gli uomini che ha mandato a combattere prima che sia troppo tardi. Fermi questo orrore che ci costringe a guardare impotenti da un mese affinché ognuno di noi torni a far volare l’aquilone della vita, della pace e della libertà.” 

“Grazie all’impegno della maestra volontaria Unicef Carla Galligano -racconta Mario Coviello, presidente del comitato Unicef di Potenza–  ho incontrato ad Avigliano la classe VB dell’insegnante Maria Teresa Muscio perché il disegno di Giulia Verrastro, che grida il diritto delle bambine afgane di realizzare i loro sogni, illustra il mese di febbraio del calendario regionale Unicef.

Ho avuto la gioia di ascoltare bambine e bambini maturi che avevano affrontato il problema della guerra in Ucraina in profondità, con riferimenti letterari, storici e geografici. Nella classe frequenta il figlio di una Ucraina. I suoi nonni sono rimasti nel paese in guerra e tutta la classe vive ogni giorno la sofferenza del compagno che racconta le tribolazioni dei suoi cari”.

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