IL CANDIDATO PRESIDENTE IN CONSIGLIO AVEVA RICORDATO CHE IN POCHI HANNO CONOSCIUTO DAVVERO ALMIRANTE
POTENZA. Non è passato inosservato il nome di Giorgio Almirante tirato in ballo durante l’ultimo Consiglio regionale di Basilicata. Se l’ex assessore Baldassarre ha voluto giustificare la sua uscita da Fratelli d’Italia provocando gli ex colleghi di partito con una battuta «da Giorgio a Giorgia… mi sono sbagliato» è stata la frase del consigliere regionale Trerotola a scatenare reazioni non di poco conto.
Il candidato presidente della coalizione di centrosinistra nel suo intervento in Aula ha rimarcato la sua conoscenza personale con Almirante (dovuta alle gesta politiche del padre) sottolineando che il tirarlo in ballo in quel contesto per chi non lo avesse conosciuto era al quanto fuori luogo.
La frase di Trerotola ha suscitato immediatamente l’ira del Partito democratico che non ha perso occasione, come già successo in passato, di far emergere la contrarietà per la vicinanza del loro candidato presidente al “mondo” della destra. «Non si può sorvolare rispetto al riferimento esplicito a Giorgio Almirante da parte di alcuni. Una vergogna assoluta sentire richiami del genere nelle istituzioni che sono antifasciste per natura» ha tuonato il Pd.
La frecciatina pur se non esplicitamente dichiarata è indirizzata a Trerotola che più volte durante questa legislatura è stato messo in discussione. Anche sulla mozione di sfiducia al presidente Bardi il candidato di centrosinistra ha dovuto, non avendo firmato la mozione presentata da Pd e 5Stelle, chiarire che avrebbe comunque «come si aspettano tutti gli elettori della coalizione» votare a favore della sfiducia.
Cosa che d’altronde ha fatto. Per il Pd però le rassicurazioni di Trerotola sul seguire la linea della coalizione non bastano a quanto pare e rimarcare l’uscita infelice su Almirante ne è l’ennesima dimostrazione.
Non a caso il Pd ci ha tenuto a sottolineare che la mozione di sfiducia, sottoscritta da Partito Democratico Basilicata e M5S è stata votata dal centrosinistra «finalmente unito».
Una mozione che per il Pd «ha fatto emergere tutte le contraddizioni della ex maggioranza Bardi dove in molti si sono accorti di aver sbagliato il partito più che l’ideologia. Perché parlare di ideologia sarebbe sbagliato per una maggioranza che si tiene unita solo dal ‘tirare a campare’ e non da un’idea, da un sogno o da una Basilicata da costruire».
«La mozione di sfiducia è stata respinta con 10 voti contrari, 8 favorevoli e 3 assenti misteriosi -aggiungono i dem-. La maggioranza non esiste più, se ne prenda atto, specialmente dato il momento storico che viviamo dove occorre una guida sicura e coerente.
Il Presidente, di nuovo spalle al muro, ha dovuto accettare le imposizioni di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni è passato dalla dichiarazione del sabato dove annunciava di voler votare la sfiducia alla protezione del Presidente da quello che è stato definito “un assalto” condito con la solita retorica del “prima tutto male”. Il neoacquisto di FdI, Rocco Leone, è passato dalle ingiurie al Presidente Bardi alle scuse commosse, fino al voto contrario alla sfiducia.
Come si cambia per non morire. La Lega Nord passa dall’aver causato la crisi politica al chiedere responsabilità». «Qualcuno dovrà spiegarci l’assenza di Zullino e Vizziello e l’abbandono del partito da parte di Dina Sileo.
Forza Italia di fatti non esiste più in Consiglio, con Piro che minaccia la sfiducia nei singoli provvedimenti ed il Presidente Bardi che sembra fare le parti unicamente di Lega e di FdI e non del partito che lo ha candidato.
Anche questa volta il Presidente Bardi non riesce a spiegarci cosa è stato fatto in questi tre anni, su quali temi questa nuova giunta ha deciso di concentrarsi. Tutto questo mentre la Basilicata è in agitazione» concludono i dem.