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ASSE CURCIO-DIA, ECCO IL 1° COLPO: MAXI SEQUESTRO AL CLAN DI MURO

Melfi: antimafia, “congelato” 1 milione di euro


La Direzione Investigativa Antimafia ha avviato l’esecuzione di un decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Potenza, Sezione misure di prevenzione, nei confronti di Vincenzo Di Muro di Melfi, da tempo residente in Emilia Romagna, su cui gravano condanne definitive anche per associazione per delinquere di tipo mafioso e nei confronti del quale il Tribunale di Potenza, Sezione misure di prevenzione, già nel 2019, aveva decretato l’applicazione della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni nel comune di residenza, ritendo la sussistenza di indizi su cui fondare un giudizio prognostico sfavorevole circa la sua «pericolosità », anche attuale, del proposto, data la propensione a delinquere «apparsa strutturata e costante in un lungo arco temporale ».

In accoglimento dell’appello interposto dalla Procura di Potenza avverso il citato decreto, nella parte in cui il Tribunale aveva rigettato la richiesta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata dalla Direzione distrattuale antimafia del capoluogo, la Corte di Appello di Potenza, Sezione misure di prevenzione, con provvedimento dell’1 febbraio scorso, ha disposto il sequestro, per un valore di circa 1 milione di euro, di «beni immobili e di saldi attivi», nella disponibilità di Vincenzo Di Muro e dei suoi familiari.

La Corte di Appello di Potenza, la cui decisione non è ancora definitiva in quanto suscettibile di essere impugnata con ricorso per Cassazione, ha, quindi, ritenuto la sussistenza di «una rilevante sproporzione tra i beni individuati nella disponibilità del Di Muro e dei suoi familiari ed i redditi da questi dichiarati », così come posta in evidenza dalla ricostruzione finanziaria e contabile operata dagli investigatori della Direzione investigativa antimafia, che, dunque, ha trovato precisa e puntuale conferma nel provvedimento ablatorio oggetto di esecuzione.

«Tale rilevante risultato – ha aggiunto il Procuratore distrettuale Francesco Curcio -, si inserisce nel contesto delle attività istituzionali svolte da questa Direzione distrettuale antimafia e dalla Direzione Investigativa Antimafia, finalizzate al contrasto patrimoniale alle attività criminose, contrasto che si rivela decisivo nel ridurre gli spazi operativi delle attività illecite, al pari delle attività, e, quindi, ad aggredire rilevanti ed ingiustificate consistenze economiche, ritenute riconducibili, direttamente o indirettamente, ad attività illecite poste in essere da soggetti ritenuti socialmente pericolosi ».


 

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