OSCAR 2022
IL VERO OSCAR LO HA VINTO Volodymyr Zelensky ‼️
? ASSURDO ?

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Nella notte degli Oscar, Will Smith sale sul palco e tira un pugno a Chris Rock
per una battuta a dir poco squallida sulla moglie e la sua alopecia
{n.d.r. diminuzione della qualità (colore, spessore) e della quantità di capelli o la loro scomparsa}

Poi è tornato a sedersi
urlando:
“Chiudi quella fottuta bocca, non parlare mai più di mia moglie”
Poi vince l’oscar come miglior attore per “King Richard”, si è scusato in lacrime con tutti i colleghi e con l’Academy, ma non con Chris Rock.
Will Smith si è scusato con l’Academy per il pugno sferrato a Chris Rock.
Durante il suo discorso dopo avere ricevuto l’Oscar come miglior attore per
“King Richard – Una famiglia vincente”
Smith in lacrime si è scusato per l’episodio dicendo che
“l’amore fa fare follie”
Cos’è l’alopecia, la malattia autoimmune di cui soffre Jada Pinkett Smith
“Hai fatto una battuta… che stronzo che sei”
sguardi potenti come un pugno
La moglie di Will Smith lo aveva annunciato ai fan diversi anni fa. Poi quanto accaduto nella notte degli Oscar ha riportato in auge il tema della sua patologia
La reazione del marito Will Smith durante la serata degli Oscar ha rappresentato il classico colpo di scena di cui, inevitabilmente, tutti stanno parlando in queste ore.
Quel pugno – o schiaffone – dato al comico Chris Rock dopo una battuta sulla moglie, sta facendo molto discutere.
Tutto nasce dal fatto che Jada Pinkett Smith, sposata con il neo-premio Oscar, soffra da anni di alopecia.
E, di fatto, quella battuta era riferito proprio ai capelli delle donna.
Jada Pinkett Smith e l’alopecia, cos’è la malattia
Una malattia scoperta diversi anni fa.
Era il 2018 quando Jada Pinkett Smith iniziò a riscontrare sulla sua testa una perdita di capelli a chiazze. Una patologia che lei raccontò così:
“Mi hanno fatto un sacco di domande sul perché io porti il turbante, la risposta è che ho un problema di perdita di capelli. Guardate, è comparsa così. Per me ora è più difficile nascondere, perciò ho deciso di condividere con voi in modo che non abbiate domande. Mi raso fino al cuoio capelluto, altrimenti sembra che sia stata operata alla testa, o qualcosa del genere. Credo proprio che io e l’alopecia diventeremo amici, punto. Un giorno, all’improvviso, ho dovuto affrontare questo problema. Che era impossibile da nascondere, così ho deciso di condividerlo con tutti. Sulle zone calve posso metterci degli strass o delle coroncine. Arrivata a questo punto, ho imparato a sorriderci sopra, anche perché non ci sono altre alternative. Prendermi cura della mia chioma era uno splendido rituale di bellezza. Ma cosa fai quando scopri di non avere più scelta? Sotto la doccia sono rimasta con una ciocca di capelli in mano, ho davvero tremato dalla paura”.
La soluzione, dunque, è quella di rasarsi completamente la testa. E sui social Jada Pinkett Smith non lo ha mai nascosto, apparendo più volte senza copricapo o foulard a celare la sua testa. Ma di cosa si tratta esattamente? Quella di cui soffre la moglie di Will Smith è l’alopecia cicatriziale.
Come spiega la Sitri (la Società italiana di Tricologia), questa patologia è molto invasiva, soprattutto per via dei suoi effetti evidenti a livello estetico.
“Tale patologia può interessare primitivamente il follicolo pilifero o la cute e l’esito finale è sempre la distruzione del follicolo pilosebaceo con alopecia definitiva. Compito del medico è porre una corretta diagnosi per evitare al paziente cure inutili o per instaurare prontamente una terapia corretta che, in molte di queste forme a carattere progressivo, potrà portare ad arresto dell’evoluzione alopecizzante. Quando il processo patologico sarà arrestato la terapia di queste forme diventerà chirurgica”.
Si tratta di una malattia auto-immune, con il sistema immunitario che tende a distruggere le cellule staminali alla base dei bulbi piliferi, provocando la caduta dei capelli e la loro crescita uniforme su tutta la base del cranio.
Will Smith, la moglie Jada Pinkett e la perdita di capelli: «Sì, ho l’alopecia ma ho imparato a conviverci»
La donna, sposata con l’attore dal 1997, ha più volte parlato del suo problema sui social invitando chi ne soffre come lei a non vergognarsi
Il pugno di Will Smith a Chris Rock, per difendere la moglie Jada Pinkett vittima di una battuta fuori luogo sulla sua alopecia, è certamente il momento indimenticabile degli Oscar 2022
Ma non solo, perché è destinata a entrare nella storia del cinema americano.
Ma dove nasce la rabbia di Will Smith?
Era il 22 maggio 2018 quando Jada Pinkett Smith raccontò per la prima volta che stava combattendo contro l’alopecia:
«Mi hanno fatto un sacco di domande sul perché io porti il turbante, la risposta è che ho un problema di perdita di capelli»
L’alopecia è una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule staminali del bulbo pilifero.
Il miglior film è ‘Coda’
Premio per la regia a Jane Campion per ‘Il potere del cane’.
Niente da fare per i tre italiani candidati, a cominciare da Paolo Sorrentino in gara con ‘È stata la mano di Dio’.
‘Dune’ a quota sei.
L’elenco di tutti i vincitori categoria per categoria
È I segni del cuore – Coda a essersi aggiudicato l’Oscar 2022 come il miglior film della 94esima edizione degli Academy Award, al Dolby Theatre di Los Angeles. Una vittoria storica per il film interpretato nel linguaggio dei segni.
Il film è il remake statunitense della commedia francese del 2014 La famiglia Bélier. La storia è ambientata a Gloucester, nel Massachusetts, dove la protagonista, Ruby, è l’unica della sua famiglia a sentire. I suoi genitori e il fratello maggiore, infatti, sono tutti sordi e comunicano con il linguaggio dei segni. Gli attori Marlee Matlin, Troy Kotsur (che ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista) e Daniel Durant sono tutti e tre sordi. La protagonista Ruby è interpretata da Emilia Jones. Kotsur è il secondo attore non udente a vincere la statuetta dopo Marlee Matlin che nel 1987 vinse il premio come miglior attrice per Figli di un dio minore.
Con la vittoria di Coda, Apple ha vinto su Netflix nella categoria più ambita, il miglior film. Il potere del cane era l’altro favorito della vigilia, arrivato alla finalissima di Hollywood con ben 12 candidature. Il film sui pescatori sordi del Massachusetts di Sian Heder(che ha anche vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale) era stato acquistato da Apple TV+ dopo il debutto a Sundance nel gennaio 2021 (in Italia è su Sky e Now, ma arriverà al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures). Un altro successo storico: nessun film di Sundance aveva mai vinto finora l’Oscar più prestigioso.
Niente da fare per l’Italia
L’Italia è fuori dalla notte degli Oscar. Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta, a cominciare da Paolo Sorrentino che era in gara con È stata la mano di Dio per il film internazionale (vinto dal giapponese Drive my car, favorito dalla viglia per stessa ammissione del regista italiano).
A mani vuote anche Massimo Cantini Parrini candidato per i costumi di Cyrano (la statuetta l’ha vinta Jenny Beavan per Crudelia) né per Enrico Casarosa candidato per il miglior film d’animazione con Luca (premio vinto dal favorito Encanto).
Gli attori

Miglior attore protagonista, Will Smith per King Richard – Una famiglia vincente. Gli altri nominati: Javier Bardem (Being the Ricardos), Benedict Cumberbatch (Il potere del cane), Andrew Garfield (Tick, tick…Boom!) e Denzel Washington (Macbeth).
Durante il suo discorso dopo avere ricevuto l’Oscar, Smith in lacrime si è scusato per aver colpito Chris Rockdicendo che “l’amore fa fare follie”.
L’attore aveva infatti colpito Rock dopo che quest’ultimo aveva fatto un’infelice battuta sul taglio dei capelli di sua moglie, Jada Pinkett Smith, affetta da alopecia.
Il premio come migliore attrice protagonista è stato assegnato a Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye. Una standing ovation ha accolto la notizia del suo premio. Le altre nominate erano Olivia Colman (La figlia oscura), Penélope Cruz (Madres paralelas), Nicole Kidman (Being the Ricardos), Kristen Stewart (Spencer).
A vincere il premio come miglior attrice non protagonista è stata Ariana DeBose per West Side Story di Steven Spielberg. Le altre nominate erano Jessie Buckley (La figlia oscura), Judi Dench (Belfast), Kristen Dunst (Il potere del cane) e Aunjanue Ellis (King Richard).
“Non smettete mai di provarci, c’è sempre un posto per noi“, ha detto Ariana De Bose, attrice afro-latina impegnata per i diritti Lgbqt, prima donna di colore lesbica a vincere la statuetta. Straordinaria cantante, con una voce intensa, Ariana de Bose ha vinto lo stesso premio conquistato da Rita Moreno, per lo stesso film e lo stesso ruolo nel 1961.
Accettando il premio in lacrime, De Bose ha detto che “è stata l’estate di una vita” girare West Side Story, ha ringraziato il regista Steven Spielberg (“Non ti libererai mai più di me”) e ha anche reso omaggio a Moreno, la sua “ispirazione divina” che ha aperto “la strada a una generazione di Anita”.
Jane Campion, il premio per la regia
Il premio per la miglior regia è andato a Jane Campion per il suo Il potere del cane. Gli altri nominati: Kenneth Branagh (Belfast), Ryusuke Hamaguchi (Drive my car), Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza), Steven Spielberg (West Side Story). Campion, che è stata la prima donna a ottenere la nomination come miglior regista due volte, segue Kathryn Bigelow e Chloe Zhao come la terza donna in assoluto a vincere il premio.
La sceneggiatura
Per la migliore sceneggiatura originale l’Oscar è andato a Kenneth Brannagh per il suo Belfast. In nomination c’erano anche Don’t look up, Una famiglia vincente – King Richard, Licorice Pizza e La persona peggiore del mondo.
Le altre statuette
Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised) ha vinto l’Oscar come miglior film documentario. È diretto da Ahmir “Questlove” Thompson e racconta l’annata 1969 dell’Harlem Cultural Festival. Nel ritirare il premio il regista e musicista Questlove è stato preso dalla commozione. Gli altri nominati erano Ascension, Attica, Flee e Writing with fire.
Per la miglior colonna sonora originale il premio è andato a Billie Eilish e al fratello Finneas O’Connell per No Time to Die, colonna sonora dell’ultimo James Bond.
I premi ‘tecnici’
In realtà, prima della cerimonia, erano già state assegnate le otto statuette ‘tecniche’, una decisione che ha generato polemiche tra gli addetti ai lavori. Il film Dune, che vanta ben dieci nomination in tutto, ha conquistato quattro premi. Al film di Denis Villeneuve è andato il riconoscimento per la miglior colonna sonora originale composta da Hans Zimmer(il 69enne tedesco mette così in bacheca il suo secondo Oscar a quasi trenta anni di distanza dal primo, vinto per la colonna sonora di Il re leone nel 1995), oltre che per il miglior suono (Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett), il miglior montaggio (Joe Walker) e la migliore scenografia(Production Design: Patrice Vermette; Set Decoration: Zsuzsanna Sipos).
Il premio come miglior documentario corto è andato a The queen of basketball di Ben Proudfoot, il miglior corto d’animazione è The windshield wiper di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, mentre il miglior cortometraggio live action è The long goodbye di Aneil Karia and Riz Ahmed.
Il premio come miglior trucco e acconciatura è stato assegnato al team di Gli occhi di Tammy Faye. Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh sono i vincitori. Il film ha avuto la meglio sugli altri nominati: Crudelia, Coming 2 America, Dune e House of Gucci.
Il premio per la miglior fotografia è andato a Greig Fraser per Dune. La statuetta è stata consegnata da Woody Harrelson, Wesley Snipes e Rosie Perez, insieme per celebrare i 30 anni della commedia cult Chi non salta bianco è. Il film di Denis Villeneuve è candidato a 10 premi. Il direttore della fotografia australiano (lo stesso dell’ultimo Batman) ha avuto la meglio su La fiera delle illusioni, Il potere del cane, Macbeth, West Side Story.
The Queen of Basketball ha vinto l’Oscar 2022 per il miglior cortometraggio. Nel suo discorso di accettazione, il giovane regista Ben Proudfoot, ha invitato il presidente Joe Biden a “riportare a casa Brittney Griner“, la cestista due volte oro olimpico, arrestata a febbraio all’aeroporto di Mosca con l’accusa di aver portato marijuana.
Con questo film il New York Times ha vinto il suo primo Oscar. Il breve film racconta la storia dell’atleta Lusia Harris, la prima donna a fare canestro alle Olimpiadi e una delle prime due donne ‘introdotte’ nella Basketball Hall of Fame. L’atleta è morta lo scorso 18 gennaio in Mississippi a 66 anni.
Migliori effetti speciali, ancora un Oscar per Dune. La statuetta è stata assegnata a Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer. Gli altri film in nomination erano Free guy, No time to die, Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e Spider-Man: No way home.
Il premio per il miglior cortometraggio di animazione è andato a The Windshield Wiper, di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, storia incentrata sulla domanda universale “cosa è l’amore”.
Candidati e vincitori
Miglior film: Coda
Le altre nomination:
Belfast
Don’t look up
Drive my car
Dune
King Richard
Licorice Pizza
La fiera delle illusioni
Il potere del cane
West side story
Miglior regia: Jane Campion (The Power of the Dog)
Le altre nomination:
Kenneth Branagh (Belfast)
Ryûsuke Hamaguchi (Drive My Car)
Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza)
Steven Spielberg (West Side Story)
Miglior sceneggiatura originale: Belfast, Kenneth Branagh
Le altre nomination:
Don’t Look Up, Adam McKay e David Sirota
King Richard, Zach Baylin
Licorice Pizza, Paul Thomas Anderson
La peggiore persona del mondo di Eskil Vogt, Joachim Trier
Miglior sceneggiatura non originale: Coda, Siân Heder
Le altre nomination:
Drive My Car, Ryusuke Hamaguchi, Takamasa Oe
Dune, Jon Spaihts e Denis Villeneuve e Eric Roth
The Lost Daughter, Maggie Gyllenhaal
Il potere del cane, Jane Campion
Miglior attore protagonista: Will Smith (King Richard)
Le altre nomination:
Javier Bardem (A proposito dei Ricardo)
Benedict Cumberbatch (Il potere del cane)
Andrew Garfield (Tick, Tick … Boom!)
Denzel Washington (Macbeth)
Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur (Coda)
Le altre nomination:
Ciarán Hinds (Belfast)
Jesse Plemons (Il potere del cane)
J.K. Simmons (A proposito dei Ricardo)
Kodi Smit-McPhee (Il potere del cane)
Miglior attrice protagonista: Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Le altre nomination:
Olivia Colman (The Lost Daughter)
Penélope Cruz (Madri parallele)
Nicole Kidman (A proposito dei Ricardo)
Kristen Stewart (Spencer)
Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story)
Le altre nomination:
Jessie Buckley (The Lost Daughter)
Judi Dench (Belfast)
Kirsten Dunst (Il potere del cane)
Aunjanue Ellis (King Richard)
Miglior film internazionale: Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi
Le altre nomination:
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
Flee di Jonas Poher Rasmussen
Lunana: A Yak in the Classroom di Pawo Choyning Dorji
La peggiore persona del mondo di Joaquim Trier
Migliori effetti speciali: Dune
Le altre nomination:
Free Guy
No Time to Die
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli
Spider-Man: No Way Home
Migliore scenografia: Dune
Le altre nomination:
La fiera delle illusioni
Il potere del cane
Macbeth
West Side Story
Miglior canzone: No Time to Die (No Time to Die), Billie Eilish, Finneas O’Connell
Le altre nomination:
Be Alive (King Richard), Beyoncé Knowles-Carter, Dixson
Dos Oruguitas (Encanto) Lin-Manuel Miranda
Down to Joy (Belfast), Van Morrison
Somehow You Do (Four Good Days), Diane Warren
Miglior colonna sonora: Dune, Hans Zimmer
Le altre nomination:
Don’t Look Up, Nicholas Britell
Encanto, Germaine Franco
Madri parallele, Alberto Iglesias
Il potere del cane, Jonny Greenwood
Miglior trucco e parrucco: The Eyes of Tammy Faye
Le altre nomination:
Coming 2 America
Cruella
Dune
House of Gucci
Migliori costumi: Cruella Jenny Beavan
Le altre nomination:
Cyrano Massimo Cantini Parrini e Jacqueline Durran
Dune Jacqueline West e Robert Morgan
La fiera delle illusioni Luis Sequeira
West Side Story Paul Tazewell
Miglior film d’animazione: EncantoJared Bush, Byron Howard, Yvett Merino e Clark Spencer
Le altre nomination:
Flee Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen e Charlotte De La Gournerie
Luca, Enrico Casarosa e Andrea Warren
The Mitchells vs. the Machines Mike Rianda, Phil Lord, Christopher Miller e Kurt Albrecht
Raya and the Last Dragon Don Hall, Carlos López Estrada, Osnat Shurer e Peter Del Vecho
Miglior fotografia: Dune, Greig Fraser
Le altre nomination:
La fiera delle illusioni, Dan Laustsen
Il potere del cane, Ari Wegner
Macbeth, Bruno Delbonnel
West Side Story, Janusz Kaminski
Miglior cortometraggio di animazione: The Windshield Wiper, Alberto Mielgo e Leo Sanchez
Le altre nomination:
Affairs of the Art, Joanna Quinn e Les Mills
Bestia, Hugo Covarrubias e Tevo Díaz
Boxballet, Anton Dyakov
Robin Robin, Dan Ojari e Mikey Please
Miglior suono: Dune, Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett
Le altre nomination:
Belfast, Denise Yarde, Simon Chase, James Mather e Niv Adiri
No Time to Die, Simon Hayes, Oliver Tarney, James Harrison, Paul Massey e Mark Taylor
Il potere del cane, Richard Flynn, Robert Mackenzie e Tara Webb
West Side Story, Tod A. Maitland, Gary Rydstrom, Brian Chumney, Andy Nelson e Shawn Murphy
Miglior documentario: Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised), Ahmir Questlove Thompson, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein
Le altre nomination:
Ascension, Jessica Kingdon, Kira Simon-Kennedy e Nathan Truesdell
Attica, Stanley Nelson e Traci A. Curry
Flee, Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen e Charlotte De La Gournerie
Writing With Fire, Rintu Thomas e Sushmit Ghosh
Miglior cortometraggio documentario: The Queen of Basketball, Ben Proudfoot
Le altre nomination:
Audible, Matt Ogens e Geoff McLean
Lead Me Home, Pedro Kos e Jon Shenk
Three Songs for Benazir, Elizabeth Mirzaei e Gulistan Mirzaei
When We Were Bullies, Jay Rosenblatt
Miglior montaggio: Dune, Joe Walker
Le altre nomination:
Don’t Look Up, Hank Corwin
King Richard, Pamela Martin
Il poter del cane, Peter Sciberras
Tick, Tick…Boom!, Myron Kerstein e Andrew Weisblum
Miglior cortometraggio: The Long Goodbye, Aneil Karia e Riz Ahmed
Le altre nomination:
Ala Kachuu – Take and Run, Maria Brendle e Nadine Lüchinger
The Dress, Tadeusz Lysiak e Maciej Slesicki
On My Mind, Martin Strange-Hansen e Kim Magnusson
Please Hold, K.D. Dávila e Levin Menekse
FONTE :
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