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MEDIA E FAKE NEWS : OPINIONI ED ATTITUDINI DEGLI ITALIANI NEI CONFRONTI DELLA INFORMAZIONE

L’ultima indagine condotta da Ipsos, per IDMO (Italian Digital Media Observatory), ha indagato il rapporto tra gli italiani e l’informazione, compresa la loro capacità di distinguere bufale e fake news

Come riconoscere le fake news? Il rapporto tra gli italiani e l’informazione nell’ultima ricerca Ipsos per IDMO

L’ultima indagine condotta da Ipsos, per IDMO (Italian Digital Media Observatory), ha indagato il rapporto tra gli italiani e l’informazione, compresa la loro capacità di distinguere bufale e fake news.

Media e fake news è il nuovo sondaggiorealizzato da Ipsos per IDMO (Italian Digital Media Observatory), l’hub nazionale contro la disinformazione coordinato dal centro di ricerca Data Lab dell’Università Luiss Guido Carli, che ha esplorato la fiducia e i comportamenti degli italiani nei confronti dell’informazione e delle fake news. 

Dall’indagine emerge come gli italiani non hanno dubbi sul significato stesso di “fake news“, ne sono a conoscenza e il 73%dichiara di essere in grado di riconoscerle (percentuale che aumenta a quasi l’80%tra i più giovani). La medesima fiducia, però, non è risposta nella capacità altrui: soltanto il 35% crede che le altre persone siano in grado di distinguere notizie vereda notizie false. In generale, tra i più giovani (18-30 anni) e i più scolarizzati leattività di controllo per analizzare l’attendibilità e affidabilità delleinformazione online e, quindi, proteggersi dalla disinformazione sono maggiormente frequenti. 

Fake news: oltre il 75% dei giovani italiani è convinto di riconoscerle

Il primo dato emerso dal sondaggio, condotto da Ipsos per IDMO, sottolinea come la stragrande maggioranza degli italiani (7 su 10) si informa esclusivamente tramite fonti gratuite o solo 1 su 4 è disposto a pagare per accedere ad informazioni di cui si fida. Il termine “fake news” è ampiamente conosciuto e associato a diverse tipologie di notizie. Quelle considerate più diffuse e più pericolose dagli intervistati sono le notizie tendenziose, ovvero comunicate o interpretate in modo intenzionalmente modificato allo scopo di favorire particolari interessi.

  • La maggioranza – più del 60% – sostiene che chi diffonde fake newssia consapevole del fatto che sono notizie false e che la principale motivazione sia economica (37%). Il restante 36% sostiene che chi diffonde fake news nella maggior parte dei casi pensa che la notizia sia vera e che la principale motivazione sia sociale (29%).
  • Tra i più scolarizzati il quadro cambia: è il 57% a ritenere che chi diffonde una fake news non sia consapevole del fatto che la notizia sia falsa.

L’indagine ha anche rilevato un ampio scostamento tra la percezione di essere personalmente in grado di distinguere fatti reali dalle fake news (73% crede di esserne in grado) e la considerazione di quanto le altre persone siano capaci di farlo (solo il 35% crede che siano in grado).

  • Tra i più giovani e i più scolarizzati è più diffusa la fiducia nella propria capacità di distinguere fatti reali da fake news (quote sopra al 75%), mentre tra i più adulti è maggiormente diffusa la fiducia nella capacità delle altre persone in Italia (40%).

Per ulteriori approfondimenti leggi anche: Media e fake news, la nuova ricerca di IDMO con Ipsos


Come riconoscere le notizie false? Le attività degli italiani per difendersi dalla disinformazione 

Quasi il 90% degli intervistati sostiene che la disinformazione sia diffusa in Italia e una quota simile si dichiara preoccupato per questo. Quest’ultimo dato risulta più basso tra i più giovani dove i preoccupati ammontano al 78%. Il 90% degli italiani dichiara di fare almeno un’attività di controllo davanti a un’informazione online. Le due più frequenti sono il controllo della credibilità dell’informazione e il controllo dell’informazione su diversi siti web e risultano eseguite da circa 1 cittadino su 2.

  • A seguire, il 44% controlla l’autenticità dell’indirizzo del sito web e il 31% controlla se regolarmente aggiornato. Altre attività vengono svolte da meno del 30% e non risultano essere particolarmente diffuse nel nostro Paese.
  • Tra i più giovani e i più scolarizzati tutte le attività di controllo sono più frequenti: il 61% si accerta di autori e link, il 56% fa comparazioni con altri indirizzi web, il 38% bada che il sito sia aggiornato. Percentuali che crollano tra i più adulti e i meno scolarizzati. 
Affidabilità delle notizie

Conoscere il significato di fake news, non significa padroneggiare il concetto di affidabilità delle informazioni. Infatti, se è chiaro alla quasi totalità che una notizia controllata sulla pagina di un divulgatore (scienziato, debunker…) sia più affidabile, è sempre quasi la totalità degli intervistati a ritenere che il fatto che una notizia sia ripresa da diverse fonti di informazioni sia segno di affidabilità, aspetto di per sé non del tutto vero.

  • Inoltre, il 60% degli italiani ritiene che una notizia sia più affidabilequando condivisa da tante persone(quota più alta tra i più giovani e i meno istruiti) e il 55% (ben più di 1 cittadino su 2) ritiene che sia più affidabile se condivisa da un amicomolto attivo sui social (quota che sale tra i più giovani e tra i meno istruiti, mentre scende nella fascia d’età 31-50 anni e tra i più istruiti).

Anche nel caso dei comportamenti corretti da avere davanti a un’informazione ritenuta falsa, gli italiani mostrano confusione. Se ben l’85% sa che è giusto segnalare tale informazione con i sistemi di segnalazione previsti sui social (quota più bassa tra i più giovani e i meno istruiti), è l’80% a ritenere che sia adeguato condividerla denunciando e smentendo la notizia, comportamento errato in quanto partecipa alla diffusione stessa della notizia falsa. Allo stesso modo, è solo poco più del 30% a ritenere che non fare nulla sia giusto, comportamento che invece risulta essere più adeguato di quello precedente.

Per scoprire tutti i risultati, scarica la ricerca completa. 

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