Dopo due anni di fermo a causa della pandemia Covid, a Pescopagano, è tornato a vivere il Rito della “Passata dei neonati sotto l’arco di rovo”, a cura del Gruppo Pescopagano Eventi.
Nella solennità dell’Annunciazione, i bambini vengono “passati sotto l’arco di rovi”. Quest’anno, 4
maschietti a varcare l’arco: Michele, Nunzio, Nicola e Antonio.

Lo scopo del rito, come si evince da alcune ricerche storiche, sarebbe quello di preservare il bambino dall’ernia infantile ecco, perché, vengono “passati” solo i piccoli di sesso maschile, e rientra nei riti propiziatori eseguiti al cambio di stagione per assicurare la virilità e fertilità degli uomini.

L’evento cade sempre nel giorno in cui la Vergine Maria ricevette l’annuncio del concepimento verginale e della nascita di Gesù.

Quest’anno un primo pensiero è stato dedicato ai bambini dell’Ucraina, con una poesia recitata dai piccoli alunni della scuola elementare e poi tradotta da Vassa una Ucraina che lavora in paese.

Cittadini e scolaresche hanno potuto assistere all’ancestrale rito agreste, del quale si trova testimonianza anche negli scritti di Catone.

L’antico rito prevede che, mentre due persone mantengono divaricata l’apertura dell’arco, quelli che vengono indicati come i “compari” ricevano dalle mani della madre il bimbo per fargli compiere tre cerchi al di sopra e dentro l’arco del rovo, secondo la valenza del numero dispari.

Terminato il rito i bambini vengono avvolti in una coperta e portati nella chiesa dell’Annunziata per essere rivestiti ai piedi dell’altare, allo scopo di mettere il bambino sotto la protezione dell’Annunziata perché sentita particolarmente protettiva nei confronti dei bambini nel giorno d’inizio della sua maternità.

Il rovo viene poi richiuso e rivestito con del muschio per evitarne il disseccamento, così da tornare a germogliare in nome di una connessione ancestrale tra la salute del bambino e la vitalità dell’arbusto.

 

 

 

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