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“CARO” BELISARIO, COSTI DECUPLICATI PER L’INCARICO ESTERNO ALL’AVVOCATO

Arlab, protezione dati: l’affidamento diretto del Dg Di Ginosa


Forse ad ammaliare il Direttore generale dell’Arlab da 103mila euro annui più bonus da 20% se gli obiettivi raggiunti, Paolo Di Ginosa, potrebbe essere stato il canto romano della, politicamente intesa, “balena bianca”.

L’Arlab dei valori: il caso dell’incarico esterno per il ruolo di responsabile della protezione dei dati. Di Ginosa, nominato dal centrodestra lo scorso ottobre, per individuare la figura professionale in questione, ha preferito seguire la via della trattativa diretta, giustificando la scelta con la formula di stile del «considerato» che il ricorso a un rapporto negoziale «senza l’acquisizione di più preventivi» fosse determinato da «ragioni di efficacia, economicità e proporzionalità dell’azione amministrativa».

Se i soldi, in questo caso pubblici, sono di carta, sull’incarico esterno dell’Arlab, i soldi, quelli che incasserà il beneficiario, battono la carta, l’atto firmato dal Dg.

Fatti i conti, il risultato è sbalorditivo: il costo annuo della specifica voce di spesa, è passato da 2mila e 800 euro a 28mila euro oltre Iva e cassa. Se in passato, nel 2018, l’Agenzia regionale lavoro e apprendimento Basilicata (Arlab) si era affidata ad un’avvocatessa di Marsico Nuovo per la fornitura del servizio tecnico specialistico, il Dg Di Ginosa è, casualmente o causalmente, andato a “pescare”, con trattativa diretta, il nuovo responsabile della protezione dei dati nel centro storico della Capitale, a due passi da piazza Venezia e dietro Largo Argentina, ovvero in via dei Barbieri. Il soggetto beneficiario, corrisponde al nome di studio legale E-Lex.

Tra i suoi soci fondatori, lo studio legale annovera l’avvocato cassazionista iscritto all’Ordine degli avvocati di Potenza, Ernesto Belisario, figlio dell’ex senatore Felice Belisario.

Lo scorso ottobre, a liquidare l’avvocatessa lucana, il Commissario Arlab, Corona: per il periodo dal giugno del 2018 al maggio del 2021, fattura di 8mila e 606 euro. Allo studio legale E-Lex, 28mila euro all’anno.

Difficile, se non impossibile, comprendere dove risieda l’«economicità» sbandierata dal Dg Di Ginosa. Altro dato non comprensibile, il cambio di rotta sulla modalità da seguire per individuare il Data protection officer.

In qualità di Commissario dell’Agenzia, Corona, nell’aprile dell’anno scorso, licenziò l’Avviso pubblico per la manifestazione di interesse per «l’individuazione di professionisti per l’affidamento dei servizi connessi all’incarico di Responsabile della protezione dei dati».

Se si passasse direttamente alle conclusioni, verrebbe da desumere che Di Ginosa abbia ignorato l’Avviso e proceduto con trattativa diretta «rivolta esclusivamente allo Studio Legale E-Lex», perchè la manifestazione di interesse andata deserta. Ma così, però, non è.

Un mese dopo, nel maggio 2021, gli esiti: alla data di scadenza, 27 le istanze ricevute dall’Arlab che a seguito di istruttoria sulle singole posizioni in ordine ai requisiti richiesti dall’Avviso, ne ammise, come da verbale redatto dal Responsabile del procedimento (Rup), 20.

Se sul punto, il Dg Di Ginosa potrebbe avere scappatoia facile, anche se non si conoscono le eventuali sue motivazioni, non esplicitate, per via del fatto che l’Arlab, nella persona di Corona, comunque si era riservata la facoltà di affidare l’incarico anche a professionisti non candidatisi all’Avviso, a mo’ di l’importante è partecipare, sull’«economicità», invece, i conti continuano a non tornare. Soprattutto se si confronta la spesa di altri Enti pubblici ai 28mila euro dell’Arlab. Altro che l’«economicità» invocata da Di Ginosa.


 

Ferdinando Moliterni

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