BasilicataEventi e Cultura

CALVELLO E FERRANDINA RICORDANO I 9 FUCILATI

200° anniversario dalla morte dei condannati dalla Corte Marziale locale per i Moti carbonari


Domenica, 13 marzo, è stato celebrato il 200° anniversario della fucilazione di nove patrioti condannati dalla Corte Marziale di Calvello per i moti carbonari del febbraio 1822. Con l’occasione è stato presentato il libro di Carmelina Colombino-Franco Villani, “I moti di Calvello del 1822, nelle carte del processo”.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Calvello, si è svolta con la partecipazione, in
collegamento video dalla sala Consiliare di Ferrandina, del Sindaco, Carmine Lisanti,

di Pierluigi Di Biase, Assessore alla Cultura e di Pierfilippo Laviani, discendente dei
fratelli Venita originari di Ferrandina che quel giorno furono fucilati a Calvello.

Nell’aprire la celebrazione, Maria Anna Falvella, Sindaco di Calvello ha
sottolineato il coraggio di chi ha pagato con la vita il valore della libertà.
A seguire, il sindaco di Ferrandina, complimentandosi per l’iniziativa, ha
comunicato che, nella stessa mattinata, era stata apposta una targa commemorativa, su
una parete della casa natale dei Venita.

Il Sindaco ha quindi ceduto la parola a Pierluigi Di Biase, Assessore alla Cultura dello
stesso comune che ha sottolineato come la cultura possa unire due comunità con la
condivisione di una storia comune.

È seguita, poi, una toccante testimonianza di Pierfilippo Laviani che ha raccontato come
la storia dei Venita si intrecci con quella della propria famiglia essendo la sua bisnonna
parente degli stessi Venita. Ha, quindi, ripercorso le gesta di Giuseppe Venita, ufficiale
di Cavalleria, protagonista di campagne militari in Italia, Francia e Russia fondatore
della rivendita carbonara di Ferrandina e fiero oppositore dei Borbone.

A Roberto Tempone, Delegato alla Cultura, il compito di ricordare le diverse
iniziative messe in atto dall’Amministrazione di Calvello per tenere sempre vivo il
ricordo del 13 marzo 1822: installazione della statua a Mazziotta dell’artista calvellese
Antonio Masini, la canzone Eran nove del Renanera, il convegno presso la stessa chiesa
con Don Filippo e Carmelina Colombina che si è svolto lo scorso mese di agosto.

L’Assessore ha infine comunicato che una copia del libro è stata regalata a tutte le famiglie
del paese, alle scuole e alle biblioteche della regione.

L’iniziativa ha previsto anche un intermezzo musicale e teatrale durante il quale Pinuccio
Briamonte e il gruppo Li Paisan hanno proposto due brani, il primo incentrato su un
monologo di Mazziotta e il secondo sulla libertà.

Salvatore Andriuzzi e Santina Carbone hanno dato vita ad una rappresentazione scenica
che rievocava un commovente dialogo tra Carlo Mazziotta e la moglie (Carmela De
Luca) su quei giorni di angoscia e di paura.

Carmelina Colombino, autrice della trascrizione degli interrogatori pubblicati per la
prima volta in un libro, ha descritto la sequenza dei fatti dei moti che coinvolsero il
paese nel 1822 dall’investitura di Carlo Mazziotta designato a guidare la rivolta
antiborbonica alla notte del 10 febbraio 1822, in cui un gruppo di circa 60 Carbonari
liberò dal carcere fra’ Luigi Rosella arrestato qualche giorno prima.

I Carbonari si stavano allontanando quando una squadriglia incontrò il giovane Francesco Paolo De
Grazia che stava rientrando a casa. Per paura di essere denunciati, i carbonari uccisero il
giovane. Pochi giorni dopo un reparto di 1000 soldati Austriaci, al comando del
maresciallo Roth, arrestò quasi tutti i rivoltosi. La Corte Marziale processò 52 imputati
emettendo 33 condanne a morte. Per 9 di essi la sentenza fu eseguita il 13 marzo 1822.
Per gli altri condannati le sentenze furono commutate all’ergastolo o in pene minori.

Nicola Lisanti, storico e autore della prefazione del libro, ha sottolineato la grande importanza di un avvenimento, che, pur nato in un
contesto di periferia, si lega indissolubilmente al Risorgimento che condusse all’Unità
d’Italia.

In presenza di una guerra incomprensibile tra Russia e Ucraina, Lisanti ha, poi
auspicato che la storia non resti insegnamento sterile ma che ci aiuti non solo a ricordare
ma soprattutto a scegliere il bene comune.
La serata, dal punto di vista istituzionale, è stata conclusa da Giulio Ruggieri, Vice
sindaco che ha ringraziato tutti gli intervenuti all’iniziativa, dai concittadini agli ospiti di
Ferrandina.

Nella sala illuminata con i colori della bandiera ucraina, un auspicio per far “cessare il
fuoco” oltre che di disponibilità ad accogliere profughi ucraini, è stato invocato  infine da Don
Filippo, parroco di Calvello, che ha ricordato come la pace sia l’unica chiave per superare
le difficoltà di oggi e creare, per il futuro, un mondo più sereno e più giusto.

Un ringraziamento all’Amministrazione comunale e ai presenti è venuto da parte di
Franco Villani, autore del libro e conduttore della serata.

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