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LA CAPORETTO DEL GENERALE BARD…OGLIO

Come preannunciato da Cronache, dopo le mazzate dall’ex assessore: ritirata strategica del presidente


Sulla Sanità il redde rationem, Leone lo accusa di essere il “puparo” di tutte le scelte e lui abbandona l’Aula


POTENZA. Ci si aspettava certamente una seduta infuocata ma nessuno si sarebbe mai immaginato di assistere ad uno spettacolo di fuochi di artificio delle più degne città italiane nel festeggiare Capodanno. Scintille e stoccate fra l’ex assessore alla Sanità, Rocco Leone, e il presidente della Giunta, Vito Bardi, hanno caratterizzato la prima seduta del Consiglio dall’azzeramento della precedente Giunta regionale e la nomina del nuovo esecutivo.

Il punto principale all’ordine del giorno era proprio la presentazione della nuova Giunta nominata sabato scorso e composta da tre nuovi assessori (Acito, Bellettieri e Baldassarre) e due conferme (Fanelli e Merra) rispetto al precedente esecutivo.

LEONE RUGGISCE CONTRO BARDI

A scatenare l’ira di Leone è stata proprio la sua mancata riconferma nell’esecutivo. L’ex assessore alla Sanità non ha reagito bene nell’apprendere che mentre i due leghisti, Merra e Fanelli, venivano riconfermati in Giunta, nonostante la richiesta di Bardi di tutti nomi nuovi, lui veniva “sacrificato”.

Negli scorsi giorni Leone non aveva fatto mistero di non aver apprezzato questa scelta e oltre a scagliarsi contro i vertici di FI, rei secondo l’ex assessore di non averlo difeso a sufficienza, aveva puntato il dito anche contro Bardi. Annunciando non solo di uscire dal partito ma di passare all’opposizione.

Già parlando con i giornalisti prima dell’avvio della seduta, Leone aveva mosso pesanti critiche a Bardi «mi ha stupito il modo con cui la questione è stata gestita. Sono un uomo all’antica, credo nei rapporti umani.

Anche in politica sono convinto che oltre alle postazioni e alle scelte strategiche ci debba essere il rispetto dell’uomo e per me è venuto a mancare questo». «La maggioranza non la sosterrò – ha aggiunto Leone che ieri ha già formalizzato il suo ingresso al Gruppo misto perché farò le battaglie che mi sono congeniali, per i miei territori, per i lucani». Intervenendo in aula, poi, Leone ha rincarato la dose contro il governatore lucano accusandolo di averlo «trattato come un pupo senz’anima ».

Non solo. L’ex assessore alla Sanità ha aggiunto critiche sull’atteggiamento e sulle scelte del presidente durante la pandemia e riguardo ad alcune nomine della sanità, dall’ex Dg del San Carlo Barresi alle dimissioni chieste all’ex Dg Asp Bochicchio rivendicando che «l’unica nomina che ho potuto scegliere è stata quella di Spera al San Carlo. Lei non mi è mai stato vicino caro presidente.

Mi sono preso colpe non mie anche quando a scegliere non era io». «Caro presidente un vero leader capisce, collabora e ascolta. Questo Consiglio non è una caserma, e ora non può togliermi la parola deve ascoltare» ha concluso Leone.

LA “CADUTA” DEL GENERALE

Il consigliere Leone non è nuovo ad affermazioni forti e pungenti. In questi anni più volte abbiamo assistito a duri scontri, ma certamente non ci saremmo mai immaginati di vedergli dare ragione all’ex governatore Marcello Pittella (dopo che per molto tempo lo ha accusato di aver lasciato la Sanità in pessime condizioni). Eppure ieri è successo anche questo durante i lavori dell’Assise.

Una serie di affermazioni ma soprattutto contestazioni al modus operanti del presidente della Regione che hanno colpito profondamente tutti i presenti. Ma ad avere la peggio è stato certamente il governatore lucano.

Nonostante abbia più volte provato ad interrompere l’intervento di Leone chiedendo supporto nel presidente del Consiglio regionale Cicala, Bardi ha dovuto sentire ogni singola parola del suo ex assessore Leone. Visibilmente risentito e colpito nell’orgoglio la replica del governatore lucano non ha certamente lasciato il segno come le affermazioni di Leone. Bardi si è detto «sconvolto» per le parole usate da Leone, «che dimostra di non essere stato all’altezza di fare prima l’assessore e credo che non sia neanche in grado di fare ora il consigliere.

Lei si deve vergognare », ha concluso poco dopo Bardi, sottolineando di «rispettare tutti ma pretendo rispetto da chi, solo perché non fa più l’assessore, si scaglia contro il presidente. Non ha dato una manifestazione concreta di quello che è la politica ». «Se non ha funzionato è perchè evidentemente non ha saputo impartire le direttive che spettavano a lei in quanto assessore» ha concluso Bardi.

LA RITIRATA STRATEGICA

Con gli animi surriscaldati, decisamente per una confronto più personale che politico che per chi è addentro alle questioni regionali ha ben compreso di aver toccato temi che potrebbero essere oggetto anche di interventi al di fuori di viale Verrastro, Bardi ha abbandonato i lavori. Come annunciato da Cronache nell’edizione di ieri, la volontà del presidente di partecipare ai lavori dell’Assise era già poca.

A preoccupare Bardi non solo i numeri risicati dell’esecutivo ma i mal di pancia nati all’indomani del rimpasto di Giunta che hanno portato crepe profondissime nella maggioranza. Preoccupazioni lecite quelle del governatore che considerata la conclusione dei lavori hanno trovato pienamente riscontro. Infatti, Bardi non avrebbe fatto mistero con i suoi di non voler presenziare al Consiglio, in attesa di acque più calme. Spinto da ll’entusiasmo dei nuovi assessori e di qualche consigliere Bardi alla fine si è convinto, peccato che i lavori si sono svolti nel peggiore dei modi.

Al governatore, dopo aver incassato l’attacco furioso di Leone e aver replicato molto poco sui temi, non è rimasto da bravo Generale qual è di effettuare una ritirata strategica. Un abbandono che ha rimasto tutti spiazzati, compreso i suoi più fedeli sostenitori a cui non è rimasto che constatare dopo diversi minuti di assenza che non sarebbe mai più rientrato. Il presidente in proroga Cicala non ha potuto far altro che aggiornare i lavori a data da destinarsi così da consentire il prosieguo del dibattito alla presenza del presidente della Regione Bardi.


IL DISCORSO DI BARDI CADUTO NEL VUOTO

E pensare che prima dei fuochi d’artificio il presidente della Regione, presentando la nuova giunta, aveva detto che «con oggi si apre di fatto la seconda parte di questa legislatura».

Il governatore ha messo in rapporto gli obiettivi del piano strategico regionale con quelli che il Pnrr vuole raggiungere in Basilicata e ha ricordato i primi atti del nuovo esecutivo, fra i quali i concorsi per oltre 200 posti in Regione. Bardi si è detto «dispiaciuto per non aver raggiunto in questa fase un accordo con Fratelli d’Italia.

Considero però prioritarie sulle logiche dei partiti la necessità di dare risposte alla comunità regionale, ed in questo senso ritengo che taluni provvedimenti di interesse generale non potranno non avere un giudizio sereno e dunque non pregiudiziale dalle altre componenti di questo consiglio regionale»

. «Motivo del mio impegno – ha concluso – è fare accadere le cose, produrre fatti nel solo interesse dei lucani». Parole che però ad oggi, dopo a quello che abbiamo assistito, rimangono solo scritte su carte ma che difficilmente vedranno l’appoggio di tutti.

UNA MAGGIORANZA RISICATA

Oltre all’andamento dei lavori del Consiglio quello che ha caratterizzato la seduta di ieri sono state le numerose assenza.

Nella maggioranza banchi vuoti dei due azzurri Piro e Cupparo e della leghista Sileo. Oltre all’assenza per impegni precedenti dell’assessore Merra. Anche nel giorno in cui probabilmente Bardi aveva più bisogno di sostegno la sua maggioranza non era tutta presente. Una situazione delicata in un momento delicato: la sfida delle riforme imposte dall’arrivo dei fondi del Pnrr, la lunga coda della pandemia, l’aumento del costo del carburante, la crisi in Ucraina e la sanità locale.

La maggioranza stenta a ricompattarsi dopo la crisi politica che invece di servire a serrare i ranghi a innescato nuovi malumori. Oltre all’ex assessore Leone rischiano di smarcarsi, ma è quasi sicuro, dalla maggioranza anche i due meloniani Quarto e Coviello dopo l’estromissioni di un loro rappresentante in Giunta. «Una scelta obbligata» l’ha definita ai microfoni di Cronache Tv il consigliere Coviello. «C’era una nostra richiesta legittima, quando il gruppo si è rinvigorito, di un maggiore protagonismo in Giunta che non sempre si traduce in postazioni o aspetto numerico.

Ma poteva anche solo tramutarsi in più attenzioni in quelle che erano le istanze di FdI. Qualche cosa si è rotto all’ultimo momento e ha spinto il presidente a tenerci fuori dalla maggioranza» ha continuato Coviello sottolineando che «si tratta di una situazione che certamente ci crea non poco imbarazzo.

Dopo aver fatto una campagna elettorale e aver condiviso l’identico programma di legislatura ci porta poi ad essere fuori dalla maggioranza. Una cosa complicata ». Nonostante Bardi abbia lasciato la porta aperta agli ex alleati della maggioranza una riconciliazione membra tutt’altro che possibile.

DI IOIA SUBENTRA A BALDASSARRE

Durante la seduta il Consiglio ha preso atto all’unanimità della sostituzione temporanea delconsigliere Vincenzo Baldassarre, nominato assessore all’Agricoltura Al posto di Baldassarre entra in Consiglio regionaleDaniele Giorgio Di Ioia. Contestualmente l’Assemblea ha preso atto, sempre all’unanimità, anche della convalida provvisoria del consigliere supplente.

Rientrano tra i banchi dell’Assembleai consiglieri Francesco Cupparo e Rocco Luigi Leone, il primo già assessore alle Attività produttive e il secondo alla Salute e Politiche sociali, durante la prima parte della legislatura. Riconfermati i consiglieri supplenti Gianuario Aliandro e Gerardina Sileo in sostituzione degli assessori Francesco Fanelli e Donatella Merra.

NIENTE SOCCORSO DAL PD

Nessun soccorso al governatore Bardi e alla sua Giunta. È quanto ha sostenuto il segretario di Articolo Uno e ministro alla Sanità Roberto Speranza a chi da giorni parla di un possibile allargamento della maggioranza in Regione. Il messaggio di Speranza è stato chiaro «chi è chiamato a governare, deve governare, chi è all’opposizione deve stare all’opposizione ».

Messaggio rivolto, senza ombra di dubbio, al candidato governatore del centrosinistra Carlo Trerotola che, alle scorse elezioni anche Articolo Uno aveva sostenuto, senza indugi come gia successo altre volte appena nominata la nuova Giunta Bardi aveva auspicato una proficua «collaborazione con l’intero Consiglio ». Speranza ha voluto mettere le mani avanti e far comprendere che questa volta nessuno può salvare Bardi. A pensarla come il Ministro della Sanità anche l’ex governatore e consigliere del Pd Marcello Pittella: «Il presidente si presenta con una nuova Giunta e senza una chiara maggioranza.

Diventa complicato, dopo un mese di giri fatti tra Roma e altre cose, capire come dare risposte ai cittadini sui problemi che ci sono. Chi ha ricevuto un mandato di opposizione deve continuare a fare opposizione. Il Pd farà l’opposizione senza se e senza ma. Anzi. Chiederà che il governo Bardi senza maggioranza e senza idee vada a casa».


 

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