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IL BALESTRUCCIO, “INSETTICIDA NATURALE”

Lisandro: “Spesso confuso con la rondine, dal 2004 è specie protetta; una coppia in un giorno cattura oltre 5000 insetti”

A raccontarci il Balestruccio, è il documentarista lucano Carmine Lisandro:

“In primavera verso marzo/aprile, provenienti dall’Africa, giungono per nidificare nel nostro territorio gruppi di uccellini che molti confondono con la Rondine comune che appartiene alla stessa famiglia degli Irundinidi ma spesso anche con il Rondone euroasiatico della famiglia degli Apodidi.

Mi riferisco al Balestruccio, così chiamato per la forma a “balestra” che hanno quando sono in volo. Piccoli volatili dal brillante piumaggio di colore nero/blu, mentre il groppone e le parti inferiori sono bianche. La loro lunghezza è poco meno di 14 cm., il corpo è aerodinamico, la coda biforcuta, l’apertura alare è sui 29/30 cm.

Il Balestruccio è un uccello gregario che anche nel periodo del corteggiamento vive in colonie molto numerose, un atteggiamento di protezione che viene adottato anche da altri volatili come le Taccole, gli Storni o le Cornacchie grigie in quanto il predatore, confuso dal numero, non sempre riesce ad individuare e catturare nel gruppo una singola preda.

Formata la coppia – prosegue Lisandro- i Balestrucci, contrariamente alle rondini che fanno il loro nido in fienili o stalle, costruiscono il nido nei centri abitati sotto i cornicioni o le sporgenze dei palazzi anche se non mancano gruppi che lo fanno sotto le arcate dei viadotti.                        

Spesso sono nidi ravvicinati ed a forma di coppa con un foro di entrata laterale, costruito dalla coppia impiegando anche 15 giorni, utilizzando saliva e fango raccolto con innumerevoli viaggi da pozzanghere o in vicinanza di corsi d’acqua per poi mischiare il tutto con fili d’erba e rifinire l’ interno  con piume e sostanze vegetali come la Tifa pianta chiamata volgarmente “Mazzasorda” che si trova lungo gli argini dei fiumi e degli stagni.

Nel nido la femmina depone due volte l’anno  da 3 a 5 uova bianche covate dalla coppia che si schiudono dopo due settimane, con i nidiacei che vengono allevati per circa un mese, e non è raro che i giovani, anche quando i genitori hanno iniziato la seconda covata, continuino a frequentare i siti di nascita per farsi imbeccare o per pernottare.

Per quanto riguarda la loro alimentazione, sono uccelli insettivori ed è uno spettacolo osservarli mentre sfrecciano nel cielo compiendo acrobatiche evoluzioni sia per bere sfiorando con il becco aperto il pelo dell’acqua, dei corsi d’acqua sia mentre catturano ogni tipo di insetto, tanto che sono considerati “insetticidi naturali ”: una coppia di balestrucci in un giorno cattura oltre 5.000 insetti.

Tra i predatori dei balestrucci, invece,  il più temuto è il  Gheppio comune, il rapace diurno più piccolo che vive nel nostro territorio.

Fino a ai primi di settembre è uno spettacolo vedere i nostri chiassosi e simpatici uccellini -conclude Lisandro-  riunirsi all’alba in gruppi numerosi come se stessero facendo le prove per la partenza verso l’Africa: non si sentono più i frenetici cinguettii ed è triste vedere svuotati i nidi nei quali, fino a qualche tempo prima, c’era la vita, adesso invece domina  il silenzio.

Il Balestruccio è iscritto nel registro delle specie a rischio di  estinzione e dal 2004 è rigorosamente protetto dalla Convenzione di Berna e protetto dalla Legge n. 157 dell’11/02/1992, per cui c’è il divieto assoluto di uccisione degli adulti, la distruzione dei nidi e dei nidiacei. 

 

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