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DIA IN BASILICATA, SLITTA L’ATTESO TAGLIO DEL NASTRO: IL 1° MARZO, L’INAUGURAZIONE

Diplomazie internazionali a lavoro per l’invasione russa in Ucraina: il Ministro Lamorgese annulla la visita prevista per oggi


Già dall’ordine di attacco dato nella notte dal presidente russo, Vladimir Putin, che ha autorizzato «un’operazione speciale »in Ucraina per «smilitarizzare il Paese» e «proteggere il Donbass», era logico desumere che il Ministro dell’Interno, la potentina Luciana Lamorgese, difficilmente avrebbe potuto presiediere, come era stato annunciato, all’inaugurazione della sezione lucana della Dia.

Nel corso della giornata, la conferma ufficiale dalla Prefettura di Potenza: «Il programma della visita istituzionale del Ministro Lamorgese è annullato ».

Nessun taglio del nastro, oggi, per la sezione lucana della Direzione investigativa antimafia che avrà sede a Potenza in un immobile sito in via Vaccaro. Tuttavia, c’è già una data ed è quella del 1° marzo, coincidente, non casualmente, proprio col giorno in cui, come previsto, operativamente inizieranno le attività lucane dell’Organismo investigativo.

L’istituzione della Dia in Basilicata era stata più volte richiesta dal distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Curcio, che in questi ultimi anni ha coordinato plurime operazioni antimafia, la più recente sul clan Stefanutti- Martorano, in danno delle più pericolose compagini criminali lucane.

Poi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, l’ufficialità: «Avremo un ufficio che sarà a disposizione della Direzione distrettuale antimafia – aveva dichiarato il procuratore Curcio ai microfoni di Cronache Tv – e sarà ubicato non distante dal Palazzo di giustizia qui a Potenza».

«Faremo di tutto – aggiunse il Procuratore distrettuale – perché la squadra sia composta e sicuramente sarà così da personale di alta specializzazione, che conosca il territorio e conosca soprattutto come si fanno le indagini in materia di criminalità organizzata: avremo quindi una carta in più, importante e decisiva, nell’azione di contrasto al crimine» In uno degli ultimi appelli per la Dia in Basilicata, veniva sottolineato come «l’infiltrazione mafiosa in regione investe diversi settori economici e politico- amministrativi».

Da non dimenticare, anche che numerosi risvolti investigativi hanno fotografato l’immagine di una regione quale crocevia degli affari della ‘ndrangheta e in modo particolare il metapontino come un territorio considerato una vera e propria area di pertinenza di alcune ‘ndrine calabresi.

Così come, hanno più volte evidenziato gli inquirenti potentini, «persiste una interazione tra competenze criminali lucane e extra regionali che sono anche consolidate nel tempo». Non solo ‘ndrangheta, ma anche “collaborazioni” con sodalizi criminali pugliesi e campani.


 

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