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CIA: “COSTI ALLE STELLE, FAUNA SELVATICA. GLI AGRICOLTORI DICONO BASTA”

Quello che Cia sostiene è la necessità di agire in modo razionale nella gestione della biodiversità, con un riequilibrio del rapporto fra uomini e ungulati

Questo il monito lanciato da Cia-Agricoltori che, su questi temi, nell’ambito della mobilitazione nazionale, mercoledì 23 febbraio, alle ore 15 presso la sede di Potenza (via dell’Edilizia) terrà un incontro. L’aumento dei prezzi delle materie prime e il caro energia, con aumenti in bolletta superiori al 100% rispetto a un anno fa, insieme ad una gestione scellerata della fauna selvatica, con la popolazione dei cinghiali ormai sopra i 2 milioni, stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura.

All’incontro saranno presenti i rappresentanti degli otto settori produttivi più importanti della filiera agricola lucana con l’obiettivo di predisporre un dossier da consegnare alle istituzioni regionali e locali.

A trent’anni dalla legge 157/92 sulla fauna selvatica, il Paese è invaso da quasi 2 milioni di cinghiali. Una riforma radicale della norma – secondo la Cia –  è quanto più urgente, ripartendo con il Mipaaf dal suo stato di attuazione, fermo al 2007.

“Si torni in Parlamento per fare il punto sulla legge 157/92, insufficiente a regolare un fenomeno ormai fuori controllo -afferma il vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio-. Istituzioni, politica, organizzazioni di categoria e attori sociali, tornino seriamente a confrontarsi per modificare e aggiornare un testo ormai estremamente superato e che mai ha avuto piena attuazione”.

Cia-Agricoltori, infatti, è da tempo in Basilicata e nel Paese che – attraverso petizioni popolari ed azioni di protesta – chiede di rivedere le regole di gestione della fauna selvatica e con il progetto “Il Paese che Vogliamo” del 2019 è arrivata anche a presentare al Governo la sua proposta di revisione della legge. Tra i punti chiave, come ricordato nei giorni scorsi per via dell’allerta PSA, l’attivazione di una campagna di controllo e riduzione del numero dei cinghiali, principali vettori, con figure qualificate e strumenti innovativi.

Quello che Cia sostiene è la necessità di agire in modo razionale nella gestione della biodiversità, con un riequilibrio del rapporto fra uomini e ungulati. Ridurre la densità dei cinghiali con un prelievo selettivo, affidato a figure come il coadiutore e con l’utilizzo, per esempio, di visori notturni.

“L’impegno deve essere nazionale, oltre che regionale -ha aggiunto Di Zio-. Tanti sforzi sono stati fatti, in questi anni, dalle amministrazioni territoriali per arginare il problema, per adeguare le misure di controllo, ma non può bastare. Serve una cabina di regia unica ed efficace, interventi più incisivi. Un approccio finalmente pragmatico che, adesso più che mai -ha concluso Di Zio- deve essere in grado di rispondere anche agli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

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