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REFERENDUM, ESULTA PEPE

Giustizia, il senatore a Cronache: «Grande vittoria. Ora al voto su una riforma epocale»


Via libera a cinque dei sei quesiti del referendum sulla giustizia. Nella seconda giornata di camera di consiglio – e all’indomani della decisione di inammissibilità del quesito sull’eutanasia – la Corte costituzionale si è espressa sul referendum promosso da Lega e Radicali e chiesto da alcuni consigli regionali.
Dopo una mattinata di riunione, i giudici hanno ritenuto ammissibile il quesito che riguarda l’abrogazione di tutta la legge Severino, quello sulla separazione delle funzioni fra magistrati giudicanti e pubblici ministeri. Ammesso quello che va a ridisegnare – e a ridurre la possibilità di applicazione – della custodia cautelare.

Via libera anche al quesito che propone di eliminare le liste per l’elezione del Csm e quello sul diritto di voto degli avvocati nei consigli giudiziari. Bocciato, invece, il quesito sulla responsabilità diretta dei magistrati (il sesto di quelli sulla giustizia) perché, ha spiegato il presidente della Consulta Giuliano Amato, «renderebbe il referendum innovativo e non abrogativo», essendo la responsabilità del magistrato per legge indiretta.

«I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario», si legge nel comunicato stampa che anticipa la decisione della Corte. Non ci sono, insomma, ostacoli costituzionali alla pronuncia popolare. Soddisfatto il senatore lucano della Lega Pasquale Pepe: « È una grande vittoria. Ora al voto, perché sia il Popolo sovrano a decidere una riforma epocale del sistema giustizia: lavoreremo in lungo e in largo per l’Italia in modo da portare a casa queste riforme necessarie, indispensabili per rendere l’Italia un Paese credibile, competitivo e civile.

Dopodiché, vigileremo in Parlamento per evitare che, come accaduto in passato (vedi legge Vassalli), il palazzo non sia rispettoso della volontà popolare ». Il senatore lucano è sceso in campo in prima persona, raccogliendo firme, per sostenere i referendum sulla giustizia. Sono state raccolte oltre 4 milioni di firme. Nel frattempo, intanto, il Parlamento è anche al lavoro sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura della Guardasigilli Marta Cartabia. Nel caso in cui venisse approvata prima del referendum, anticiperebbe alcuni dei quesiti.


 

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