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CICALA PUÒ RESTARE ANCORA PRESIDENTE IN PROROGA

Udp e Commissioni anche se scaduti svolgono «una azione che non può essere bloccata»


LIBUTTI SMONTA IL PARERE DI VIGGIANO CHE INVECE CHIEDEVA LA RICOSTITUZIONE IMMEDIATA


POTENZA. Il vocione alzato dal presidente del Consiglio in proroga, Carmine Cicala, dopo il parere fornito dal dirigente Viggiano dell’Ufficio Legislativo sulle Commissione e l’Ufficio di Presidenza scaduti che hanno paralizzato di fatto le attività del Consiglio, ha prodotto i suoi effetti.

Questa volta a fornire un nuovo parere, di tenore decisamente opposto al primo, è direttamente il Direttore Generare del Consiglio regionale Emilio Libutti. Una lunga risposta quella del Dg Libutti alla sollecitazione del capogruppo di Italia Viva Braia per comprendere se «le Commissioni sono ancora abilitate ad istituire ed approvare atti senza alcun rischio di nullità e comprendere la durata in carica dallo statuto e dal regolamento del Consiglio regionale».

Mettendo a confronto i due pareri, quello di Viggiano prima e quello di Libutti dopo, si comprende come la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Come anticipato da Cronache Lucane il 5 febbraio scorso i due pareri sono di diametro decisamente opposto.

Viggiano dall’Ufficio Legislativo sollecitava a ricostituire quanto prima i componenti dell’Ufficio di Presidenza delle Commissioni scrivendo nel parere che «Secondo quanto recita l’articolo 22 del Regolamento interno del Consiglio, comma 6, ‘I componenti dell’ufficio di Presidenza delle Commissioni durano in carica trenta mesi’.

“La legge 15 luglio 1994, n. 444 all’articolo 3, comma 1 sancisce, ha ricordato l’ufficio Legislativo, che gli organi amministrativi non ricostituiti nei termini previsti sono prorogati per non più di quarantacinque giorni dalla scadenza del termine medesimo. In considerazione di ciò si fa presente che il temine è stato abbondantemente superato, per cui gli organismi, a parere di questo ufficio, vanno ricostituiti».

Per l’ufficio Legislativo il problema della “scadenza” andava risolto, anche perchè dal 6 dicembre scorso (giorno effettivo di scadenza) erano stati abbondantemente superati anche i 45 giorni di proroga. Il parere di Viggiano aveva portato conseguenze non di poco conto nei lavori delle Commissioni che hanno proceduto alle sole audizioni senza approvazione di nessun atto in programma.

Anzi, qualche presidente di Commissione ha preferito addirittura non convocare nessuna riunione dando il via ad una vera e propria paralisi amministrativa. Una situazione che aveva messo sotto accusa l’operato del presidente del Consiglio, in proroga, Cicala. Le questioni interne ai partiti di centrodestra si sono cosi riversate anche sull’azione amministrativa del Consiglio.

L’assenza di certezze in Cicala di essere rieletto presidente dell’Assise unita alla mancata quadra del centrodestra per un rimpasto effettivo hanno spinto a trascinare da tempo la proroga tanto dell’Udp quanto delle Commissioni. Dopo settimane di stallo amministrativo e dopo aver ricevuto critiche non da poco sul modus operandi, Cicala ha messo in moto gli uffici del Consiglio.

Il Direttore generale Libutti, chiamato in causa dal presidente “scaduto”, ha stilato un parere di tutt’altro tenore che, dopo una ricerca non di poco conto, in sintesi sottolinea come: «Le Commissioni consiliari, inoltre, in via principale, svolgono funzioni istruttorie e propedeutiche indispensabili per l’esercizio della potestà legislativa del Consiglio regionale.

Pertanto, l’ipotetico e completo blocco delle attività di tali organismi porterebbe, di fatto, alla paralisi totale delle attività del Consiglio regionale, evenienza incompatibile con la sua natura di organo a rilevanza costituzionale e che la stessa disciplina dettata dal D.L. n. 293/1994, conv. con mod. dalla L. n. 444/1994 intende scongiurare, escludendo espressamente tali organi dal proprio ambito di applicazione ».

Non solo, il parere di Libutti lascia ancora del tempo a Cicala per restare seduto a capo della Presidenza in quanto «anche l’ipotetico blocco delle attività dell’Ufficio di Presidenza comporterebbe inevitabilmente la paralisi del Consiglio regionale, organo a rilevanza costituzionale e, come tale, escluso dall’applicazione della disciplina della prorogati». Infine, secondo la normativa nazionale vi è «l’esigenza di evitare di paralizzare gli organi rappresentativi, la cui nomina dipende, direttamente o indirettamente, da elezioni dirette e non da altri soggetti pubblici al fine consentire agli stessi di continuare ad operare nello svolgimento della attività “politica” fino alla costituzione dei nuovi, in osservanza del principio di continuità funzionale e nel privilegio dei valori di certezza e trasparenza dell’azione amministrativa, almeno per le funzioni ordinarie».

Nonostante una scadenza oggettiva la proroga di Udp e Commissioni a quanto pare resta legittima perchè l’azione che svolgono non può essere soggetta a paralisi. Se l’azione amministrativa viene garantita, tanto che già domani Braia ha convocato la Seconda Commissione, quella politica si prende ancora del tempo per decidere.

Non a caso il Consiglio regionale che doveva svolgersi a giorni è stato rinviato al 22 febbraio, per permettere al presidente Cicala di guarire dal Covid. Un lasso di tempo che dovrebbe garantire anche allo stesso Bardi di ragionare con i partiti di centrodestra e trovare una soluzione sia per il rinnovo dell’UdP quanto del rimpasto di Giunta. Mai come ora il coronavirus sull’azione politica sembra una manna scesa dal cielo.


 

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